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Questo sito sta per essere dismesso. A breve verrete reidirizzate/i automaticamente sul nostro sito nuovo, ma nel frattempo potete già visitarlo a questo indirizzo:
www.tramaditerre.it
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Siamo felici ed orgogliose di presentarvi la nostra campagna antidiscriminazioni!
Il video è stato realizzato dalle ragazze che hanno partecipato al laboratorio "La libertà di essere se stesse": uno spazio di dialogo e confronto su desideri, sogni, corpi, aspettative sociali e religiose, rispetto e onore.
La campagna denuncia le discriminazioni a cui le ragazze possono essere soggette e mira a promuoverne la libertà di scelta consapevole.
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Linee guida per operatori dei CPSA (Centri di Primo Soccorso e Accoglienza), CDA (Centri di Accoglienza) e dei CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo).
A cura di Associazione Parsec Ricerca e Interventi Sociali; Coop. Soc. Parsec; Università di Milano-Bicocca; A.O. San Camillo Forlanini; Nosotras Onlus e Associazione Trama di Terre
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I volti, le parole, le storie, i racconti, i colori, i suoni, i sapori, gli spazi che hanno contraddistinto il lavoro e le lotte quotidiane dell’associazione con donne native e migranti della città. Un percorso esperienziale su ascolto, accoglienza, ospitalità, diritti, intercultura di genere e contrasto della violenza maschile
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Venite a festeggiare con noi l'anniversario di Trama di terre con la rassegna di eventi "1997-2017 ...e se vent'anni vi sembran pochi..."
Un'occasione per restituire a noi tutte e tutti la ricchezza di esperienze, pratiche e storie che hanno caratterizzato da sempre la nostra associazione.
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Il 12 giugno 2017 è stato consegnato all'assemblea delle Nazioni Unite il Rapporto Ombra Cedaw 2017 sullo stato di attuazione da parte dell’Italia della Convenzione ONU per l’Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione nei Confronti della Donna (CEDAW).
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Il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna manifesta preoccupazione per le conseguenze sulla vita delle migranti e per la violenza a cui queste donne nuovamente verranno sottoposte
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Il 5 x 1000 non costa nulla al/la contribuente, è una quota a cui lo stato rinuncia per destinarla alle organizzazioni no-profit per sostenere le loro attività. Se non si effettua alcuna scelta resterà allo stato. Donando il 5 x 1000 a Trama di Terre sostieni la nostra lotta quotidiana per promuovere un'intercultura di genere fondata sui diritti delle donne e contrastare la violenza maschile. Per noi è un prezioso riconoscimento del lavoro che facciamo tutti i giorni!
Basta indicare, nell’apposito riquadro presente nella dichiarazione dei redditi, il nostro codice fiscale 90025760373. Grazie!!
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Mercoledì 10 Gennaio ore 18, Salannunziata, via Fratelli Bandiera 17, Imola: presentazione del lavoro collettivo che racconta storie ed esperienze migratorie di alcune donne richiedenti asilo che vivono nel territorio imolese.
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Sabato 13 gennaio alle ore 18 al teatro comunale dell'Osservanza, via Venturini 18 a Imola:
"L'estranea di casa è la storia di una partenza notturna, di un pulmino carico di donne e tra queste Luminiţia che decide di partire per assicurare un futuro ai suoi figli. E' la storia di un'insegnante rumena che suo malgrado diventa badante. Una donna, due vite: da un lato la Romania, dove suo marito si occupa dei loro figli; dall'altra l'Italia, dove lei si prende cura dei nostri anziani"
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Salutiamo Assunta, nostra socia fondatrice, compagna e amica, con le parole che lei ha scritto lo scorso settembre al comitato nazionale de L’Altra Europa con Tsipras a cui, a causa della malattia, non aveva potuto partecipare.
"Credo che oggi a noi come donne questo venga richiesto: assumere fino in fondo l’alterità del linguaggio, centralizzare e proporre una politica capace di tenere sempre viva la relazione fra vita e non vita, consentire al dolore di esprimersi ma anche di sciogliersi nel doppio che continuamente ci governa; e in questo sciogliersi riproporsi come gioia e vita, sapere che un potere non può per sua stessa natura negarsi, ma continuamente deve essere costretto a misurarsi con l’altro, altra da sé. E che in questo misurarsi, nel mantenere sempre aperta la contraddizione, c’è forse una possibilità di sopravvivenza dell’umano."
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Trama di Terre, nei prossimi giorni, sarà in Belgio per partecipare al convegno "SADIA: 10 ANS DÉJÀ, ET APRÈS?". Quest'anno saranno 10 anni da quando Sadia Sheikh, una giovane donna di origine belgo-pakistana, è stata assassinata in seguito al suo rifiuto di contrarre un matrimonio forzato.
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«L’Europa nasce o muore nel Mediterraneo». Scriveva già decenni fa Alex Langer. Con questa stessa frase nel 2015 si chiamarono a raccolta le forze sane di questo paese per fermare la strage di migranti in mare.
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Abbiamo tradotto questo comunicato delle Southall Black Sisters di Londra, che l'11 e il 12 luglio interverranno su un caso legale della Corte d'Appello inglese riguardante la segregazione di genere nell'educazione e hanno organizzato una protesta fuori dalla corte.
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La Rete nazionale dei Centri antiviolenza D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, esprime la preoccupazione che la riforma del codice penale, pur riflettendo una volontà deflattiva del legislatore allo scopo di eliminare contenzioso e ridurre il carico di lavoro dei Tribunali, sia applicata ai casi di violenza di genere come definiti dalla Convenzione di Istanbul: reati commessi nei confronti delle donne in quanto tali, o che colpiscono in modo sproporzionato le donne. La Convenzione di Istanbul infatti sancisce chiaramente all'art. 48 il divieto di metodi alternativi di risoluzione dei conflitti o di misure alternative alle pene obbligatorie.
La stessa Convenzione di Istanbul prevede all'art. 45 che "i reati stabiliti conformemente alla presente Convenzione siano puniti con sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive".
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Il 23 giugno scorso a Imola si è svolto un incontro col ministro Minniti organizzato dal PD. Questo il testo dell'intervento di Trama di Terre, a cui non abbiamo ricevuto alcuna risposta se non che "abolire un grado di giudizio sarebbe un modo per accorciare i tempi della richiesta di asilo". Continuiamo a lottare contro questa legge che viola la Costituzione e la Convenzione di Istanbul, lede i diritti umani di tutti/e e condanna doppiamente le donne migranti.
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Il progetto mira a promuovere i diritti delle donne native e migranti e contrastare tutto ciò che ostacola la loro libertà di scelta e autodeterminazione, in primo luogo la violenza maschile e le discriminazioni.
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Perché le donne migranti e richiedenti asilo spesso hanno paure e preoccupazioni diverse da quelle degli uomini: sono sopravvissute a molte forme di discriminazione e violenza maschile, nella sfera pubblica e in quella privata, nel Paese dove sono nate, in quelli in cui hanno transitato, molte volte in quello d'arrivo. Si tratta di violenza domestica, aborti forzati, tratta a fini di sfruttamento sessuale, difficile accesso ad un sistema educativo e socio-assistenziale efficiente, matrimoni forzati, mutilazioni dei genitali.
Perché venga riconosciuta la Convenzione di Istanbul ratificata dal governo italiano, che lo obbliga a riconoscere la violenza contro le donne basata sul genere come una forma di persecuzione ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati.
Perché la legge Minniti viola la Convenzione attraverso l'uso della videoregistrazione dell'audizione in Commissione Territoriale, negando il fatto che le donne richiedenti protezione internazionale possano trovarsi in situazioni di non volere o non potere rivelare gli atti di violenza subiti e che essere riprese sarebbe per loro una violenza ulteriore.
Perché non si possono delegare alle strutture d'accoglienza i compiti e le procedure di controllo che spettano alle questure e agli altri organi statali, trasformandoci in Pubblici Ufficiali.
Perché vogliamo continuare ad accogliere attraverso modalità basate sulle relazioni umane e di genere e non vogliamo che queste vengano stravolte da logiche che non ci appartengono.
Perché vogliamo applicato il diritto al non-respingimento per impedire che le donne siano rinviate in Paesi dove la loro vita potrebbe essere in pericolo o dove potrebbero essere esposte al rischio di violenze, trattamenti o pene inumane e degradanti.
TRAMA DI TERRE ACCOGLIE!
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All'interno della rassegna musicale cittadina "Imola in Musica", anche quest'anno il Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre spalanca le porte alla città per tutto il weekend del 2, 3, 4 giugno.
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Con la legge sull'immigrazione appena varata (L. 90 del 18/04/2017 - “disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché misure per il contrasto dell’immigrazione illegale”) il governo italiano perde l'ennesima occasione per trattare il fenomeno migratorio non come un problema di “sicurezza” ma come una risorsa per questo Paese.
Trama di Terre dal 2014 ha scelto di mettere in pratica sul territorio imolese un'accoglienza su piccola scala, centrata sulla piena realizzazione dei diritti di autodeterminazione delle donne richiedenti asilo. Questa legge, che entrerà in vigore dal mese di agosto, avrà per noi conseguenze devastanti e ci metterà davanti alla scelta se proseguire il progetto o se chiuderlo per disobbedire a una legge che, da molti/e giuristi/e, è stata giudicata in contrasto con la Costituzione italiana e la Convenzione europea sui diritti umani.
Vorremmo condividere con la città quali saranno le conseguenze di questa legge per il diritto di asilo in Italia, e le sue ricadute, doppiamente discriminatorie, sulla pelle delle donne migranti e richiedenti protezione internazionale.
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Domenica 14 Maggio alle 21, presso il teatro di Mordano si terrà la rappresentazione teatrale
AMICHE PER LA PELLE, di Grazia Gistri, regia di Sergio Pizzo, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Laila Wadia.
La commedia è stata scritta e sarà in gran parte interpretata dalle donne di Trama di Terre e parla delle difficoltà incontrate da quattro donne straniere, originarie di quattro paesi diversi, che condividono lo stesso destino. Il finale è un’apertura alla speranza.
Il biglietto d’entrata avrà il prezzo unico e straordinario di 7 euro. L’intero ricavato andrà all'associazione Trama di Terre.
Interpreti: Valentina Giuliani, Teresa Monni, Paola Gentilini, Eloisa Lanzarini, Federica Carullo, Daniele Barbieri, Alex Sarr.
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Si svolgerà Venerdì 12 maggio a Bologna, presso l'Oratorio San Filippo Neri, l'evento che conclude il progetto 2016-2017 di "NoiNo.org Lab. Diventare uomini senza violenza", il nuovo progetto voluto e finanziato dalla Fondazione del Monte per proseguire in chiave educativa il lungo percorso di sensibilizzazione portato avanti dal 2012 grazie alla campagna di comunicazione e community building NoiNo.org.
Le associazioni che compongono la Rete Attraverso lo Specchio, tra cui anche Trama di Terre, hanno coinvolto nei mesi scorsi centinaia di studenti e studentesse, adolescenti ed adulti/e (genitori, formatori/formatrici, insegnanti) in tredici laboratori svolti in diversi luoghi del territorio metropolitano di Bologna, Imola e Casalecchio utilizzando metodologie formative non frontali, esperienziali e partecipative che caratterizzano l'educazione alle differenze per sensibilizzare giovani e meno giovani sul tema della prevenzione alla violenza maschile contro le donne.
Vi aspettiamo dalle ore 9,30 alle 13 in Via Manzoni 5 per una giornata di riflessione e partecipazione con il laboratorio di teatro dell'oppresso del gruppo PartecipArte.
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Si torna in strada a manifestare davanti ai tribunali di tutte le città italiane per dire basta. Basta alla violenza sulle donne, non solo quella subita da parte di uno stupratore, ma anche contro quella che spesso viene messa in atto dalla giustizia attraverso sentenze in processi per stupro. A chiamare a raccolta le donne, ma non solo, è la rete di donne, femministe, attiviste di Non una di meno e lo fanno contro una sentenza emessa lo scorso 25 febbraio con la quale il tribunale di Torino ha assolto un ex commissario della Croce Rossa, accusato di molestie e stupro ai danni di una dipendente interinale che lì prestava servizio.
Assoluzione che ha avuto la doppia conseguenza di far passare la donna da vittima ad accusata, proprio in conseguenza di quella decisione del tribunale.
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Circa una settimana fa è apparsa la notizia di uno stupratore assolto dal tribunale di Torino perché la donna "ha detto basta ma non ha urlato". Venerdì 24 marzo al Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre ne abbiamo parlato a lungo, eravamo arrabbiate e addolorate, per alcune di noi ha significato riaprire ferite che non saranno mai completamente rimarginate. D'istinto, nonostante non fosse facile perché parliamo tutte lingue diverse, ci è venuto da scrivere questa lettera per Laura, a cui mandiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, perché trovi la forza per andare avanti nella sua lotta, che è anche la lotta di tutte noi.
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Lunedì 10 aprile 2017 interverremo al convegno conclusivo del percorso formativo "Il ruolo dei centri interculturali dell'Emilia-Romagna per lo sviluppo di una comunità interculturale".
Il percorso è iniziato lo scorso 19 ottobre e ha visto momenti seminariali condivisi, attività online, laboratori in sottogruppi e visite sul territorio presso 4 Centri Interculturali della Regione.
Il 27 gennaio scorso abbiamo organizzato una di queste visite sul territorio presso il Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre.
Qui operatori e operatrici di vari servizi pubblici hanno ragionato insieme su cosa significhi fare intercultura con uno sguardo attento alla piena valorizzazione dei diritti di cui le donne sono titolari.
In questa pagina trovate tutte le informazioni sulla giornata finale, aperta alla cittadinanza, e il link per le iscrizioni.
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Che cosa intendiamo quando parliamo di intercultura di genere? Le donne di Trama di Terre provano a raccontarvelo attraverso il cibo!
Con questa rassegna di cene, frutto di un laboratorio condotto da attiviste e ospiti dell'associazione, vogliamo superare gli identitarismi culturali per creare qualcosa di nuovo, che dia sapore alla nostra idea di intercultura delle donne.
Ci contaminiamo a vicenda e mescoliamo le parti migliori delle nostre tradizioni di provenienza, abbandonando tutto ciò che ci limita e ci discrimina in quanto donne. Assaggerete piatti provenienti da diversi Paesi, elaborati dalle mani sapienti delle donne di Trama di Terre, mescolati e riadattati dando libero spazio alla nostra creatività.
LA PRIMA CENA SARA' VENERDI' 31 MARZO. E' necessario prenotare entro mercoledì 29 marzo. In questa pagina potete leggere il menù.
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Trama di Terre aderisce allo Sciopero globale delle donne che attraverserà 49 Paesi del mondo l'8 marzo 2017. Il Centro Interculturale delle donne, il Centro antiviolenza, l'accoglienza abitativa e il Progetto rifugiate sospenderanno tutte le attività per riunirsi in un'assemblea permanente che culminerà in Piazza Matteotti a Imola dalle 16,30 in poi, vestite di nero e fucsia, ciascuna con una sedia. Saremo reperibili solo per le donne al telefono.
Trama di Terre sarà comunque aperta dalle 10 in poi per accogliere tutte le donne della città in sciopero e preparare insieme la manifestazione del pomeriggio.
Per dare visibilità all'immensa mole del lavoro di cura, sottopagato o non pagato, che le donne svolgono nelle case, e lo sfruttamento che per molte rende impossibile lo sciopero:
- caliamo dalle finestre delle nostre case un lenzuolo bianco arrotolato, a simboleggiare la nostra fuga dalla prigione che la casa può diventare per le donne;
- attacchiamo al lenzuolo un cartello con scritto "IN QUESTA CASA C'è UNA DONNA CHE SCIOPERA" o "IN QUESTA CASA C'è UNA DONNA CHE VORREBBE SCIOPERARE" o quello che volete, aggiungendo l'hashtag #LOTTOMARZO
- facciamo una foto dall'esterno e postiamola su tutti i social network possibili immaginabili!
RINGRAZIATE CHE SCIOPERIAMO SOLO L'8 MARZO, AVREMMO MOTIVI A SUFFICIENZA PER SCIOPERARE UN ANNO INTERO!
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Il prossimo 8 marzo sarà un 8 marzo di lotta. Le donne scenderanno in strada ancora una volta in 40 Paesi del mondo con cortei, assemblee nelle piazze, nelle scuole, negli ospedali, nelle università, per mostrare con forza che la violenza maschile contro le donne è una questione strutturale alla società, che attraversa ogni luogo, dalle case ai posti di lavoro, dagli ospedali alle università, dai media alle frontiere, e che in ogni luogo va contrastata.
L’8 marzo si interromperà quindi ogni attività produttiva e riproduttiva: la violenza maschile contro le donne non si combatte con l’inasprimento delle pene ma con una trasformazione radicale della società.
A Imola l’8 marzo ci incontreremo alle 16,30 in Piazza Matteotti, vestite di nero e fucsia, PORTANDO OGNUNA UNA SEDIA per incrociare insieme le braccia in una grande assemblea pubblica delle donne della città.
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Il 22 febbraio 2017 arriverà a Imola "NoiNo.org": un progetto di comunicazione, sensibilizzazione e coinvolgimento degli uomini nel contrastare una cultura di violenza contro le donne.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, è realizzato dalle associazioni della rete "Attraverso lo Specchio", di cui Trama di Terre è parte.
Nel pomeriggio, dalle 14 alle 17, sempre grazie alla collaborazione con il CIOFS di Imola, si terrà un laboratorio rivolto alle/agli insegnanti delle Scuole di ogni ordine e grado del Nuovo Circondario Imolese.
Gli argomenti trattati saranno: le dinamiche della violenza maschile e la definizione dei vari tipi di violenza, la ricerca Istat 2015 e i dati sul nostro territorio, i servizi attivi sul territorio, la creazione di attività di sensibilizzazione e prevenzione contro la violenza all’interno della scuola, l’importanza dell’approccio interculturale di genere in ambito educativo, l’intersezione tra differenze di genere e differenze culturali.
Il laboratorio sarà realizzato da Trama di Terre e dall'associazione Il Progetto Alice. Le iscrizioni sono ancora aperte.
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Il 14 febbraio 2017 Imola ha avuto un curioso risveglio: dalla stazione a Piazza Matteotti le strade erano ricoperte di cartelli contro il sessismo e la violenza maschile sulle donne. La sensazione nel camminare lungo il viale della Stazione era di aver finalmente portato alla luce quello che le donne vivono percorrendo quella strada: la sensazione di essere perennamente squadrate dallo sguardo maschile, la voglia di cambiare marciapiede, gli uomini che ti abbordano (e magari, come qualcuna ha scritto davanti a una panchina, potrebbero essere tuo nonno), gli insulti e le molestie sessuali, il sentirsi considerate "un corpo che cammina" e non un soggetto che pensa, che vive, che desidera.
Finalmente abbiamo incontrato sguardi di donne che sorridevano, che si guardavano attorno divertite, che scattavano foto, che percorrevano la strada sentendosi protagoniste e non oggetti sessuali. Molte sui social network si sono complimentate con le ignote che hanno affisso i cartelli, più di una ha scritto cose come "se lo avessi saputo sarei andata anch'io ad attaccare i cartelli!".
Alle 18, in Piazza Matteotti, si è tenuto il flash mob "One Billion Rising", una danza sulle note di Break the Chain, canzone che invita le donne a "rompere le catene" e a "rovesciare tutto sottosopra" (qui potete leggere il testo integrale e ascoltare la musica). Una piazza contro la violenza maschile sulle donne, antirazzista, antisessista e antifascista, culminata in un grande cerchio danzante!
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Anche quest'anno il 14 febbraio sarà una giornata mondiale di mobilitazione contro la violenza maschile sulle donne. A Imola, come in centinaia di altre città in Italia e nel mondo, donne di tutte le età, le provenienze, le classi sociali riempiranno le piazze per danzare il loro desiderio di libertà, giustizia, autodeterminazione.
Quest’anno la parola d’ordine del flash mob internazione One Billion Rising è SOLIDARIETÀ: solidarietà contro lo sfruttamento delle donne, solidarietà contro il razzismo e il sessismo ancora presente in tutto il mondo. Infatti non c'è nulla di più potente della solidarietà globale, perché questa ci fa sentire più al sicuro nell'esprimere quello che pensiamo e ci dà più coraggio nell’intraprendere quello che ci impegniamo a fare. L’obiettivo diventa quindi ottenere l’attenzione, il coinvolgimento e l’impegno delle istituzioni affinché attuino forme di prevenzione e controllo oltre che politiche sociali ed educative per contrastare il fenomeno della violenza in ogni sua declinazione.
L'appuntamento, a Imola, sarà in Piazza Matteotti alle 18. Vi aspettiamo!!
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Pubblichiamo questo dialogo tra Maryam Namazie e la femminista algerina Marieme Helie Lucas a proposito delle Corti islamiche nel Regno Unito e del loro impatto sui diritti delle donne.
Il 2 dicembre 2016 i deputati membri della Commissione parlamentare Affari Interni del parlamento britannico hanno avviato un’inchiesta sull’operato delle “Corti della Sharia” nel Regno Unito per verificare che i loro princìpi siano compatibili con il diritto britannico; l’annuncio ha seguito l’istituzione di un’indagine simile lo scorso mese dal ministero degli Interni.
Però 200 organizzazioni e attiviste per i diritti delle donne hanno recentemente firmato una lettera aperta rivolta alla prima ministra Theresa May criticando l’inchiesta governativa sui Consigli della Sharia. Mentre una ricognizione sul sistema della Sharia e il suo impatto sull’uguaglianza di genere e la giustizia è in grave ritardo, la lettera sottolinea la preoccupazione che la ricognizione si focalizzi sulle “migliori pratiche” mentre la questione non è il confronto fra una versione “moderata” contro una “estremista” della Sharia ma verte sui diritti delle donne. L’argomento ha prodotto discussioni fra varie attiviste e gruppi islamici, portando ad accuse di razzismo e islamofobia.
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In occasione della giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili pubblichiamo questo articolo ripreso da "La 27esima ora".
"Con quale arma possiamo fare fronte alla paura di un mutamento della tradizione? Noi mamme africane abbiamo bisogno di strumenti, di parole giuste, di confronto con altre donne per elaborare insieme le forme di una nuova educazione interculturale per le nostre figlie e i nostri figli nati in Italia o che crescono qui. Perché loro vivono dentro una spaccatura culturale, per cui non sono né completamente italiani né completamente africani. Parole che ci aiutino anche a convincere le famiglie rimaste in patria, così da accelerare il processo verso l’abbandono della pratica dell’escissione. Ci vuole tempo per riuscire a cambiare la mentalità delle persone, molto coraggio e tante campagne pubbliche. Come donna e mamma africana sto cercando di aiutare le donne migranti a condividere i propri pensieri, i propri bisogni, le proprie paure e le proprie forze, stringendo legami di solidarietà per affrontare i momenti difficili, quando le pressioni della tradizione si fanno più forti. Lo scopo è abbandonare le pratiche negative e valorizzare invece gli aspetti positivi della nostra cultura, facendoli conoscere anche nel Paese in cui abbiamo scelto di vivere e crescere le nostre figlie".
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Pubblichiamo questi comunicati dell'ASGI e della rete #IoDecido in risposta ad un provvedimento vergognoso del Ministero dell'Interno che chiede di intensificare identificazioni e rimpatri di cittadine e cittadini nigeriane/i. Continuiamo a opporci a queste politiche securitarie che sottopongono le donne nigeriane, già sopravvissute a ogni forma di abuso, a ulteriori violenze, così come ci siamo opposte dando rifugio gratuitamente ad alcune di loro e sostenendole fino all'ottenimento dei documenti!
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Il Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre rimarrà aperto da giovedì 22 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Tutte le attività riprenderanno a partire da lunedì 9 gennaio 2017.
Il Centro Antiviolenza di Trama di Terre continuerà, invece, ad essere APERTO TUTTI I GIORNI dalle 10 alle 17 (escluse le feste comandate).
Tanti auguri di buon 2017 dalle donne di Trama di Terre!
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Lo scorso 24 novembre la sala del Cinema Centrale era gremita di persone per la proiezione del film "La Sposa Bambina" di Khadija Al-Salami. Mercoledì 14 dicembre, sempre all'interno della rassegna "Diversamente uguali", vi proponiamo la visione di "Appena apro gli occhi - canto per la libertà", di Leyla Bouzid. È il 2010, Farah è una giovane donna assetata di libertà e ama cantare le ingiustizie e le sofferenze del suo Paese, la Tunisia, pochi mesi prima dello scoppio delle primavere arabe. In una tensione conflittuale costante con la madre che cerca di proteggerla, il suo desiderio la porterà a scontrarsi con la dura repressione del regime di Ben Alì.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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Domenica scorsa, 27 novembre, Trama di Terre è stata ospite del programma "Islam, Italia" di Gad Lerner. In questa puntata, intitolata "Donne, il corpo nascosto", si affronta la figura e il corpo delle donne, i codici di abbigliamento del Corano e il velo, le relazioni familiari e l'uso dei matrimoni combinati/forzati.
Ponendo domande scomode e facendo parlare molte voci diverse, emerge un quadro ricco di sfaccettature che rende bene l'idea della complessità di coniugare intercultura e autodeterminazione sessuale.
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Eravamo tantissime sabato 26 novembre a sommergere le strade e le piazze di Roma: una marea di 200.000 donne unite contro la violenza maschile, il femminicidio e l'assenza di politiche reali a sostegno delle libertà di scelta e dei diritti di autodeterminazione delle donne.
Nonostante la manifestazione sia stata praticamente oscurata dai telegiornali e dalle principali testate nazionali (ad eccezione del Manifesto), sappiamo che la potenza di questa giornata non è passata inosservata agli occhi di chi ha tentato di nasconderla!
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Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. Come ogni anno in questi giorni si fa il conto delle donne uccise da partner o ex-partner, padri e fratelli: in Italia siamo a 123 dal 1 gennaio a oggi.
Il portone di Trama di Terre, ogni anno, viene attraversato da centinaia di donne che chiedono di essere ascoltate e sostenute nella loro lotta per far valere i propri diritti e per liberarsi dalla violenza. In questa giornata simbolo, Trama di Terre sarà CHIUSA PER PROTESTA, quest’anno insieme ai centri antiviolenza di Modena, Viterbo e Catania.
Perché noi donne di tutto il mondo sappiamo che, davanti all’assenza di assunzione di responsabilità politica da parte di chi ci amministra, è solo con la nostra lotta dal basso che possiamo produrre quel cambiamento radicale, culturale e sociale, di cui abbiamo bisogno per sconfiggere la violenza.
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Il 26 novembre a Roma si terrà un grande corteo contro la violenza maschile sulle donne, sotto lo slogan “Non una di meno!” che sta portando le donne a riempire piazze di tutto il mondo, dalla Polonia all’Argentina.
Anche a Imola stiamo organizzando dei pullman per partecipare al corteo, in continuità con i momenti pubblici che ci hanno portate in piazza negli ultimi anni: dal primo flash mob di One Billion Rising nel 2013, allo “Sciopero delle donne” dello stesso anno, fino al corteo femminista del 13 febbraio scorso, che vide circa 300 donne native e migranti riprendersi le strade della città.
Per riprendere il filo di questo discorso, martedì 15 novembre è convocata un’assemblea cittadina in cui discuteremo della violenza maschile sulle donne nel nostro territorio in vista della manifestazione nazionale.
Maggiori info a questa pagina
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All’interno della rassegna “Diversamente Uguali”, realizzata in collaborazione con la Rete Metropolitana contro le discriminazioni e con il sostegno della Città Metropolitana e del Comune di Bologna, Trama di Terre presenta la proiezione di due film che mettono al centro la lotta delle donne contro il sessismo, le discriminazioni e la violenza maschile.
La prima proiezione sarà giovedì 24 novembre 2016 e riguarderà il film "La sposa bambina" di Khadija Al-Salami (Yemen, 2014, 99').
La seconda proiezione sarà mercoledì 14 dicembre 2016 e riguarderà il fim "Appena apro gli occhi – canto per la libertà” di Leyla Bouzid.
Entrambe le serate si terranno presso il Cinema Centrale, via Emilia 212, Imola (BO) e saranno ad ingresso gratuito.
In questa pagina trovate tutte le informazioni anche il programma completo della rassegna "Diversamente Uguali"
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Venerdì 18 novembre 2016, alle ore 20, presso il Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre si terrà una cena a base di chicchi, grani e farine da tutto il mondo sapientemente cucinati dalle donne di Trama di Terre. L'intero ricavato della cena andrà a coprire i costi dei pullman che porteranno le donne native e migranti di Imola alla manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne “Non Una di Meno!”, che si terrà a Roma il 26 novembre 2016. In questa pagina trovate tutti i contatti per la prenotazione, da fare entro mercoledì 16 novembre.
La cena è inserita nel programma del Baccanale 2016, rassegna eno-gastronomica promossa dal Comune di Imola.
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Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai suoi figli. Dall’inizio dell’anno decine e decine di donne sono state uccise in Italia per mano maschile. La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato né un’emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società, un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nella disparità di potere fra i sessi. Le politiche di austerity e riforme come quelle del lavoro e della scuola, in continuità con quanto accaduto negli ultimi dieci anni, non fanno altro che minare i percorsi di autonomia delle donne e approfondire le discriminazioni sociali, culturali e sessuali.
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Verso la mobilitazione nazionale delle donne contro la violenza di genere, pubblichiamo il report dell'assemblea nazionale che si è svolta l'8 ottobre scorso a Roma.
Un’assemblea ricca di decine di interventi ha reso la complessità di analisi e di proposta sul fenomeno della violenza di genere, e ha portato all’articolazione di diverse proposte sul tema. Si è definita una lettura sfaccettata della violenza: non come fatto privato, che avviene unicamente tra le mura domestiche, ma come fenomeno continuamente generato e riaffermato anche dalle politiche istituzionali – educative, sociali ed economiche – e dalle narrazioni tossiche prodotte dai media. La violenza sulle donne, quindi, non può più essere trattata in termini emergenziali e securitari, laddove si tratta di un problema complesso, stratificato e, quindi, strutturale.
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Ieri mattina (17 ottobre 2016), per le strade di Imola, ci imbattiamo nella "civetta" di un'edicola, dove un giornale locale titola: "Duello" per amore, grave 30enne. E poi non ci potevamo credere, ma poco più in là, all'edicola successiva, il titolo era stato corretto con il pennarello: la parola "amore" era stata sostituita con "possesso"! Finalmente una buona notizia: le persone iniziano a voler chiamare le cose con il loro vero nome!!! Forse qualcosina sta cambiando?
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Vogliamo salutare il grande Dario Fo pubblicando la ripresa del suo intervento di tre anni fa al Teatro Ebe Stignani di Imola, quando ci fece l’immensa e inaspettata sorpresa di ricomparire per la prima volta in pubblico, dopo la perdita della compagna Franca Rame, per aiutarci a lanciare la campagna per lo Sciopero delle donne. Eravamo più di 500 quella sera, ad ascoltare una delle voci più libere, anticonformiste e lungimiranti che hanno abitato e fatto la storia di questo Paese.
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La violenza maschile sulle donne non ha colore, religione, né cultura ma è trasversale a tutte le società patriarcali perché serve a mantenere uno squilibrio di potere tra maschi e femmine. Tuttavia, sappiamo che vi sono forme di violenza importate con la migrazione, che ricadono principalmente sulla pelle delle donne migranti, quando non sono messe nella condizione di far valere i loro diritti.
Oggi scontiamo il risultato di politiche antirazziste “neutre” che hanno privilegiato i diritti culturali rispetto ai diritti individuali, rafforzando il patriarcato all'interno di alcune comunità migranti. Dobbiamo ricordarci di difendere la LAICITÀ non solo contro i fondamentalisti cattolici ma contro le ingerenze di tutte le religioni che oggi abitano questo Paese nella sfera pubblica e nelle scelte di autodeterminazione delle donne.
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Violenza contro le donne, femminicidi e abusi sono ancora oggi all'ordine del giorno: per questo è importante partecipare alla prima assemblea nazionale che si terrà l'8 ottobre a Roma in vista del corteo del 26 novembre.
Sono sempre di più le donne che sono vittime di abusi, violenze e femminicidi: per strada, in famiglia, sul lavoro, sul web, il corpo femminile è continuamente e costantemente sotto attacco. Oggi come non mai, anche e soprattutto dopo l'idea del ministero della Salute di lanciare il Fertility Day, serve trovare una coesione che vada a ribaltare i rapporti di forza oggi dominanti e a distruggere la cultura del possesso, che permea la nostra società. Pubblichiamo qui di seguito il comunicato che chiama questa prima assemblea nazionale, che si terrà l'8 settembre a Roma, all'Università di Roma La Sapienza.
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A distanza di una settimana dalla morte di Elisa Pavarani, uccisa dall’ex compagno a Parma, la violenza maschile sulle donne torna a mietere vittime in Emilia-Romagna. A Ravenna, Giulia Ballestri, 40 anni, è stata uccisa dal marito Matteo Cagnoni, che, dopo un tentativo di fuga, è stato arrestato dalla polizia. Come nel femicidio di Parma, anche in questo caso la donna voleva separarsi dal marito, che non accettava l’idea della separazione.
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna sottolinea che si contano già 7 femicidi e 4 tentati femicidi in regione dall’inizio dell’anno. Leggiamo su alcuni giornali che Giulia Ballestri è stata uccisa con un “movente passionale”. Il femicidio e la violenza sulle donne non hanno nulla a che vedere con la ‘passione’: se di movente si vuole parlare si deve indagare nelle radici della violenza maschile, nella volontà di possedere e dominare l’altra fino ad annientarla, nell’incapacità di alcuni uomini di lasciar andare una donna che liberamente sceglie di separarsi, nella negazione del diritto della donna all’autodeterminazione. Questa cultura del possesso accomuna uomini di ogni età, di ogni estrazione sociale e origine culturale: non ci si sorprenda, quindi, che il marito della donna fosse un noto dermatologo.
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Il 14 settembre è stata lanciata a Roma la Campagna Nazionale "Guardiane della Terra - la salute delle donne è il futuro del pianeta".
Oltre cinquanta realtà associative tra comitati territoriali, organizzazioni ecologiste, società scientifiche e istituti di ricerca intendono in questo modo denunciare la totale mancanza, nelle politiche ministeriali a tutela della salute femminile, riproduttiva e infantile, delle tematiche ambientali.
Il Manifesto per la Salute delle Donne lanciato nell'aprile scorso dalla Ministra Lorenzin in occasione della 1° Giornata Nazionale per la Salute delle Donne (celebrata lo scorso 22 aprile), come il recente lancio dell'infelice campagna per il Fertility Day confermano la scarsa attenzione dedicata dalle istituzioni alla prevenzione primaria, e dunque all'eliminazione delle cause delle malattie.
A partire da quelle ambientali, che hanno enorme impatto sulla salute delle donne.
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Trama di Terre ha aderito all'appello verso una manifestazione nazionale a Roma per sabato 26 novembre con lo slogan #NiUnaMenos , in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Vogliamo un corteo che porti tutte noi a gridare la nostra rabbia e rivendicare la nostra voglia di autodeterminazione con lo slogan "Ni una menos, non una di meno!"
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Il 14 Luglio 2016 il Consiglio delle donne Yazide di Shengal ha lanciato l'appello per una Giornata Internazionale d’Azione contro il Femminicidio delle donne Yazide, il 3 agosto 2016.
In questa data ricorre il secondo anniversario della brutale aggressione sferrata alla popolazione yazida nella provincia del Sinjar (Iraq settentrionale). In quell'occasione circa 5.000 bambini, bambine e donne yazide sono state catturate, usate come bottini di guerra e vendute come schiave sessuali a uomini musulmani o cedute ai comandanti dell’ISIS. Quelle che hanno rifiutato di convertirsi sono state torturate, violentate e poi uccise.
Oggi pomeriggio (3 agosto) alle 17, ci vediamo al Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre (v. Aldrovandi, 31, Imola) per lanciare il nostro messaggio di solidarietà e di lotta alle donne Yazide.
In questa pagina abbiamo tradotto l'invito della campagna internazionale One Billion Rising a mobilitarsi oggi in tutto il mondo!
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L'esposizione della video installazione fotografica "Volti invisibili" di Francesco Francaviglia continuerà fino al 31 luglio 2016 presso la Rocca Sforzesca di Imola.
I volti delle donne ritratte racchiudono sguardi che incontriamo per la strada, al mercato, sugli autobus e di cui mai ci fermiamo ad ascoltare la storia. Sono sguardi di sfida e di lotta, ironici e dispettosi, severi, assorti, portatori di ferite profonde e talvolta, nonostante tutto, allegri. Sguardi che scavano dentro e che ci interrogano su politiche migratorie internazionali che stanno permettendo sotto ai nostri occhi una strage continua.
Per Trama di Terre promuovere questa mostra è un modo per restituire volti e storie a queste donne che abitano la città e che, come le altre, chiedono autonomia, libertà, diritti.
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Dopo la notizia terribile di quanto avvenuto stanotte a Nizza pubblichiamo questa lettera scritta dalle donne di Trama di Terre in occasione degli attentati di Bruxelles, il 23 marzo scorso. A scrivere eravamo circa 15 donne, la maggior parte straniere, provenienti da Nigeria, Eritrea, Albania, Marocco, Bosnia, Costa d'Avorio, Serbia, Italia. Eravamo pronte per leggerla in piazza durante la commemorazione delle vittime, ma dopo il minuto di silenzio rituale non ci hanno lasciato prendere parola. Crediamo che manchino spazi dove le persone possano esprimere veramente la paura, la rabbia, il dolore per tutto quello che ci sta accadendo intorno. Allora ripubblichiamo queste parole scritte da donne che hanno attraversato guerre e violenze di ogni genere e ci insegnano quotidianamente che si può ricominciare a vivere, nonostante tutto. Continuiamo a cercare insieme spazi in cui prendere parola e costruire insieme una cittadinanza condivisa. Unite contro i fondamentalismi e la guerra.
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Pubblichiamo questa inchiesta molto ben fatta di Andrea Malaguti, che è stato anche a Imola a visitare il Centro Antiviolenza di Trama di Terre e il Centro Interculturale delle donne e qui ha incontrato le operatrici dell'associazione.
"Perché dopo avere firmato la convenzione di Istanbul sulla violenza di genere, varato una legge con l’intento di tutelare le donne che doveva essere una delle bandiere di questa legislatura e previsto con un decreto del 2013 la ripartizione delle risorse da destinare, lo Stato lascia morire i centri anti violenza? E perché i 16,5 milioni di euro distribuiti alle Regioni per i centri sono stati corrisposti solo in piccola percentuale, mentre i 18 milioni stanziati dalla legge 119 del 2013 per il 2015-2016 non stati ancora erogati?
Temi non secondari in un Paese in cui ogni due giorni una donna viene ammazzata da un uomo. Spesso il suo compagno. E in cui ogni anno i 75 centri della rete D.i.Re. aprono le porte a quindicimila donne italiane e straniere in cerca di aiuto."
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La scrittrice e militante politica del Quebec di origini algerine, Djemila Benhabib, commenta l’"Hijab Day", evento organizzato il 20 aprile 2016 da studentesse e studenti di Sciences Po, l’istituto di Scienze Politiche a Parigi.
Caro studente di Sciences Po,
lo scorso 20 aprile 2016 hai organizzato (forse per un atto di banale solidarietà) una giornata per festeggiare il velo islamico con una leggerezza d’animo disarmante. In realtà, dovremmo parlare di prigionia: quella di mia figlia, di mia madre e la mia, oltre a quella di milioni di altre donne in tutto il mondo.
Da dove scaturisce la capacità di tradurre in chiave esotica l’alienazione altrui?
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Abbiamo aderito con convinzione a questo appello contrario ai sistemi giuridici paralleli fondati su norme ad personam di carattere religioso in Gran Bretagna, lanciato dalle Southall Black Sisters di Londra e raccolto da moltissime realtà e singole attiviste per i diritti umani delle donne in tutto il mondo.
Le Southall Black Sisters sono un'associazione a noi molto cara, da sempre in prima linea nella messa in discussione della pretesa dei fondamentalisti religiosi, dei leader conservatori e dello Stato di dare legittimità alle leggi della Sharia, e di fatto ad ogni codice normativo personale religioso, per le ripercussioni profondamente dannose di questo fatto sui diritti umani delle donne nere e appartenenti alle minoranze in situazione di vulnerabilità, che subiscono abusi e discriminazione.
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Secondo i dati raccolti dal Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, si contano 4 femicidi e 4 tentati femicidi in regione nel 2016
Lo scorso sabato sera, a Marina Romea (RA), una ragazza di 26 anni è stata aggredita da un uomo di 41 anni, che prima ha tentato di sfregiarla con dell’acido e poi l’ha colpita al volto con un chiodo. L’uomo era già stato arrestato in passato per atti persecutori.
Il movente è lo stesso che sta dietro a tanti casi di femicidio: lui non accettava il rifiuto di lei. Nel 2016 le donne non sono ancora libere di esprimere la loro volontà e dire dei ‘no’. La pratica di sfregiare la donna con l’acido si ripete come una dinamica ormai diffusa e ci ricorda che la violenza maschile non riguarda casi isolati ma è radicata profondamente nella nostra società.
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Le donne continuano a morire in Emilia-Romagna e in Italia, uccise dai loro mariti, compagni o ex partner, secondo una dinamica che spesso vede lui suicidarsi subito dopo aver ucciso lei. La stampa parla di “omicidi-suicidi” ma si tratta di una lunga catena di femicidi in cui le donne vengono uccise per motivi legati al loro essere donne, ovvero per la relazione asimmetrica uomo-donna, che vede quest’ultima privata del diritto all’autodeterminazione, alla libertà di scelta, alla vita. Spesso infatti le donne vengono uccise perché vogliono lasciare i loro partner e il troncamento della relazione non viene accettato dagli uomini.
Le donne continuano a morire e nel frattempo i centri antiviolenza, veri presidi attivi nel contrasto della violenza di genere, continuano ad avere vita difficile nel nostro paese. A Roma, in questi giorni, il servizio comunale SOS Donna al Casale Rosa di via Grotta Perfetta ha chiuso i battenti. Le operatrici della cooperativa BeFree che lo ha gestito in questi anni hanno riconsegnato impotenti le chiavi al Comune.
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Un’adolescente violentata e gettata in una piscina, una ragazza uccisa e bruciata, una donna uccisa insieme ai figli da un uomo che poi uccide se stesso, una giovane nigeriana schiavizzata, uccisa a colpi di pistola: sono solo gli ultimi episodi di una lunga serie di violenze. Quando la violenza si fa più estrema l’indignazione pubblica e l’orrore superano la soglia dell’indifferenza quotidiana. Ma la realtà è molto più ampia e profonda ed è fatta di minacce, ricatti, abusi, relazioni di dominio.
(...)
Proponiamo a tutti gli uomini che di fronte a queste violenze si sono sentiti colpiti e hanno sentito il bisogno di interrogarsi, di non fermarci qui: organizziamo incontri in ogni città a partire dalle sollecitazioni emerse in questi giorni, coinvolgiamo altri uomini, proviamo a scavare più a fondo e a mettere in gioco noi stessi.
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Sabato 18 giugno, presso la Rocca Sforzesca di Imola, inaugureremo la video installazione fotografica "Volti Invisibili", di Francesco Francaviglia. La mostra rappresenta una riflessione in fieri sulle donne migranti, richiedenti asilo, rifugiate e sulle tematiche che animano in maniera pressante le cronache dei nostri giorni.
Fra le donne ritratte molte fanno parte di Trama di Terre, tra cui alcune rifugiate e richiedenti protezione internazionale. Per l’associazione promuovere questa mostra è anche un modo per restituire volti e storie a queste donne che abitano la città e che, come le altre, chiedono di essere riconosciute, accolte, rispettate.
Interverranno, insieme all'autore Francesco Francaviglia, Elisabetta Marchetti (assessora alla cultura, immigrazione e pari opportunità del Comune di Imola), Tiziana Dal Pra (presidente Trama di Terre), Hagush Fitiwi (rifugiata politica di origine eritrea), Hawo Hilowe Mahamud (rifugiata politica di origine somala) e Franca Imbergamo (Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo).
Il progetto, promosso dalla Rete Women, con un audio project a cura di Carlo Gargano e dell'attrice Giuditta Perriera, è realizzato in collaborazione e con il sostegno dell’associazione Trama di Terre e dell'assessorato alla cultura, immigrazione e pari opportunità del Comune di Imola.
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In data 29 aprile 2016 è scaduta la convenzione tra la nostra Associazione e il Municipio V.
La convenzione – avente ad oggetto la concessione a titolo gratuito dell’uso dell’appartamento presso il complesso Ex Serono in Via del Pigneto n. 22 per lo svolgimento delle attività del Centro antiviolenza – è attiva da aprile 2013 e rinnovata ogni anno fino ad oggi, in supporto dell'attività di sportello che D.A.L.I.A. svolge oramai da più di dieci anni presso il Consultorio di Piazza dei Condottieri, spazio fondamentale, ma insufficiente a tutte le richieste da parte delle donne perché aperto solo 3 ore a settimana. [...]
I tragici episodi di cronaca che in questi giorni sono sotto gli occhi di tutti e tutte sono solo la punta di un enorme iceberg che vede la donna vittima dai suoi affetti più intimi, affettivi e lavorativi, che non possono essere affrontati come una questione emergenziale e tanto meno improntando un sistema poliziesco e securitario, che costatiamo quotidianamente non essere risolutivo e coerente.
Indifferenti non sono i passanti che non hanno soccorso Sara, ma chi è sordo e cieco alla evidente questione della violenza contro le donne che giorno per giorno colpisce l'altra metà del cielo.
NO ALLA CHIUSURA DEL CENTRO D.A.L.I.A.
NO ALLA CHIUSURA DEI CENTRI ANTIVIOLENZA.
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MENTRE il feroce femminicidio di Sara Di Pietrantonio suscita sgomento e dibattito
MENTRE la parte più consapevole della società civile pretende risposte istituzionali
adeguate alla gravità ed alla pervasività del fenomeno della violenza di genere
MENTRE partono petizioni per aprire sportelli/centri antiviolenza in ogni Municipio
IL COMUNE DI ROMA VUOLE CHIUDERE LO STORICO CENTRO ANTIVIOLENZA “DONATELLA COLASANTI E ROSARIA LOPEZ” ATTIVO DAL 1997 NEL SOSTEGNO ALLE DONNE VITTIME DI MALTRATTAMENTI CHE VOGLIONO USCIRE DA UNA SITUAZIONE DI VIOLENZA.
CONTINUATE A LEGGERE E FIRMATE LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG!!!
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All'interno della rassegna musicale cittadina "Imola in Musica", anche quest'anno il Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre spalanca le porte alla città per tutto il weekend del 3, 4, 5 giugno.
Sabato 4 giugno, alle 20, ospiteremo “Le chemin des femmes”, un coro di donne provenienti da varie parti del mondo, fondato e diretto da Meike Clarelli, ricercatrice vocale, cantante ed insegnante di “canto sensibile”. “Le chemin des femmes” presenterà il suo ultimo disco “C'è qualcosa nella voce che resiste”, creato con l'obiettivo di restituire, attraverso il lavoro collettivo sui canti e sulla ricerca vocale, il valore delle donne. L'ingresso è libero.
Inoltre, tutte le sere potrete assaggiare piatti provenienti da tutto il mondo, cucinati dalle donne di Trama di Terre nelle loro versioni vegetariane e vegane. Tutto il ricavato delle cene andrà a finanziare i progetti dell'associazione.
Vi aspettiamo!!
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Roma, 14 apr - Ancora nessuna tutela per le donne vittime di violenza, nonostante l'introduzione nel decreto attuativo del Jobs Act - D.lgs. 80/2015 - del congedo per le donne vittime di violenza che intraprendono percorsi di protezione.
La legge prevede per le lavoratrici dipendenti sia pubbliche che private, e per le collaboratrici a progetto, inserite in percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al loro percorso di protezione per un periodo massimo di tre mesi.
Dopo otto mesi dall'entrata in vigore del decreto tale diritto è ancora scritto sulla carta ma non è esigibile.
La responsabilità della mancata esigibilità ricade interamente sull’Inps nazionale, che non ha ancora emanato in proposito la circolare applicativa.
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Sabato 23 aprile 2016, alle ore 17, presso il Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre, si terrà un incontro con la poetessa mapuche Rayen Kvyeh.
Intellettuale militante nata a Huequén, nel Cile meridionale, sotto la dittatura di Pinochet fu incarcerata tre volte, desaparecida per 40 giorni e torturata per le sue opere teatrali, che esprimevano una critica feroce e irridente del regime.
La sua poesia incarna il ruolo fondamentale della cosmovisione indigena nella lotta politica, come fonte di quella «[…] capacità di resistenza che fa parte del patrimonio genetico del popolo mapuche. È una forza che viene dalla mapu ñuke, da quella madre terra che dà il titolo a una delle sue poesie più conosciute. Si manifesta attraverso la natura, ma anche attraverso gli affetti familiari e lo spirito comunitario. Le ragioni della vita si oppongono ai messaggi di morte che provengono da un potere arbitrario. […] La difesa della natura è parte integrante della difesa della propria identità, contro l’assalto dell”uomo progressista”, animato da uno spirito di onnipotenza. […]».
La serata prevede un reading poetico, notizie sulla situazione politica cilena, buffet solidale. L'ingresso è libero.
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Oggi pomeriggio, al Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre, ci siamo riunite per discutere di quello che è avvenuto ieri a Bruxelles. Eravamo circa 15 donne provenienti da Nigeria, Eritrea, Albania, Marocco, Bosnia, Costa d'Avorio, Serbia, Italia.
Esprimiamo la nostra solidarietà alle persone care delle vittime degli attentati: continuiamo a chiederci come sia possibile che degli umani uccidano altri esseri umani, causando ad altri lo stesso dolore che se venissero uccisi i propri fratelli e le proprie sorelle.
Il fondamentalismo non ha colore, non ha religione, non ha cultura. Alcune di noi hanno subito sulla loro pelle gli attacchi dei terroristi, nei loro Paesi di origine o durante il viaggio per arrivare in Italia. Sappiamo bene che cosa si prova e siamo riuscite a trovare la forza per andare avanti.
Il primo bersaglio dei terroristi sono i diritti e le libertà delle donne: il diritto alla scuola, al lavoro, a scegliere se sposarsi, chi sposare e se fare figli, a vestirci come ci pare e a decidere autonomamente del nostro corpo.
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Dopo aver organizzato, insieme a molte altre donne native e migranti della città, il corteo femminista del 13 febbraio scorso siamo state accusate dalla Lega Nord di Imola di essere “violente” perché, passando davanti al loro banchetto, abbiamo gridato in coro “fuori la Lega dalla piazza”. Qualche leghista ha persino scritto alla direzione artistica di One Billion Rising negli Stati Uniti per tentare di impedirci, in futuro, di utilizzare il logo della campagna internazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Non ci stupisce che Lega Nord si senta colpita: non tanto da uno slogan (conflittuale ma per nulla violento – e il video pubblicato da Tuttoimola lo dimostra bene) quanto dai contenuti politici di una manifestazione che metteva in discussione le radici profonde del loro razzismo e sessismo. Le accuse che ci sono state rivolte sono l'ennesimo tentativo di mettere a tacere le ragioni che abbiamo portato in corteo, fortemente politiche e che possono essere lette nel documento pubblicato sul sito di Trama di Terre. Che ci rispondano su questo, se hanno qualcosa da dire, invece che nascondersi dietro un ridicolo vittimismo.
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La Giornata internazionale della donna si pone, anche quest’anno, come un’occasione per riflettere sullo stato dei diritti delle donne nel nostro paese. Quali sono le lotte del presente e le sfide per il futuro delle donne italiane, all’alba di questo 8 marzo 2016?
In Italia il femicidio continua a essere una piaga sociale che vede uccisa dalla violenza maschile circa una donna ogni tre giorni. In Emilia Romagna, nel 2015 ben 6 donne sono morte uccise dai loro partner ed ex partner.
Il femicidio è l’apice di una lunga serie di violenze, forme di discriminazione e disuguaglianza che le donne si trovano a vivere e sperimentare. Recente è l’inasprimento della multa per il reato di aborto clandestino varato dal Consiglio dei Ministri il 15 gennaio scorso: le nuove norme prevedono, per la donna che ricorre all’IVG entro i 90 giorni, una multa fra i 5mila e i 10mila euro. La sanzione puramente simbolica prevista dal precedente articolo 19 della legge 194, che consisteva in sole 51 euro, viene così snaturata e sostituita da un provvedimento che punisce solo le donne in un paese, l’Italia, dove le condizioni di accesso all’interruzione di gravidanza sono difficili quando non impossibili, dato che l’obiezione di coscienza per medici e infermieri si aggira intorno al 70%.
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Dal 7 al 12 marzo, nell'androne del Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre, potrete vedere i prodotti del progetto Globalclothesline, arrivato per la prima volta in Italia venerdì 4 marzo scorso. il progetto, nato in Massachussets (USA) nel 1990 è stato portato a Imola da un gruppo di studentesse e docenti del Dickinson College di Carlisle (Pennsylvania – USA).
Il progetto da la possibilità alle donne sopravvissute alla violenza di condividere la propria storia con altre donne e di poter esternare i propri sentimenti attraverso la pittura sulle magliette.
Il termine “clothesline” significa “filo per stendere i panni”: il progetto vuole ribaltare l'idea per cui “i panni sporchi si lavano in famiglia”, per dire che la violenza maschile sulle donne non è una questione privata ma collettiva e globale e i “panni sporchi” vanno stesi in pubblico.
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One Billion Rising è una manifestazione mondiale di lotta contro la violenza maschile sulle donne, sulle bambine e sulle ragazze. Negli anni scorsi, dal 2013 in poi, abbiamo riempito le piazze di tutto il mondo per danzare il nostro desiderio di autodeterminare le scelte della nostra vita. Quest’anno, a Imola, la danza non ci basta più. Vogliamo un CORTEO FEMMINISTA fatto di donne di tutte le età, le origini, le classi sociali, che faccia sentire forte il nostro rifiuto della guerra, dei fondamentalismi e di tutte le violenze e le ingiustizie che ricadono sulla nostra pelle perché siamo donne. Il corteo culminerà in piazza Matteotti, dove danzeremo ancora una volta sulle note di Break The Chain.
In questa pagina potete leggere le idee chiave intorno alle quali intendiamo costruire il corteo.
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"Trama di Terre vive la bellezza delle miscellanee, un’unione di lingue, di parole, di sguardi, di pianti, di abbracci, di carezze e di mani che si stringono. La rabbia contro le ingiustizie c’è, ma per lo più si tramuta in lotta. Le diseguaglianze sono una spina da togliere per camminare insieme verso una rotta che è di tutte le donne: quella di rivendicare “un giusto posto nel mondo”.
Un posto che spetta sempre e non solo una volta l’anno. Ecco perché ho scelto di raccontare Trama di Terre in un giorno qualsiasi di questo consueto periodo natalizio".
Un articolo di Mimma Scigliano per "La rotta dei poeti", sul sito di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
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Riprendiamo dal Gruppo Abele:
"Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne, una violenza che ha mille declinazioni: femminicidi soprattutto ad opera di mariti ed ex compagni (solo in Italia accade ad una donna ogni 3 giorni); in altre zone del mondo, come ad esempio in India, la cronaca ci porta molti casi di donne sfregiate con l'acido; in altri Paesi ancora la violenza si concretizza in una totale segregazione del mondo femminile e nel negare l'accesso all'istruzione e ai diritti fondamentali. I matrimoni forzati sono una di queste forme di violenza e negazione dei diritti, molto spesso ai danni di minorenni. Abbiamo intervistato Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione Trama di Terre, una Onlus che si occupa di donne straniere provando ad affrontare una problematica globale in chiave locale."
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Pubblichiamo questo articolo di Giovanni Bucchi su "Business People". Ci voleva una “militante femminista non pentita” come Tiziana Dal Pra per mettere in piedi la prima associazione che dal 2008 in Italia si occupa di contrasto ai matrimoni forzati, in difesa delle donne immigrate. Non che Trama di Terre faccia esclusivamente ciò, anzi. La lotta alle unioni coatte è solo una delle tante attività che svolge questa onlus di Imola, città cerniera tra la Romagna e l’Emilia. Dal centro antiviolenza a quello interculturale, passando per i corsi di italiano, l’accoglienza abitativa, la biblioteca, il sostegno alle rifugiate fino alla mediazione culturale, è tutto un fiorire di iniziative tra le mura di quei locali, dove un tempo erano ospitati i Testimoni di Geova, mentre oggi c’è un crocevia di culture, lingue e tradizioni.
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Sono arrivate le nuove borsine di Trama di Terre e del Centro Antiviolenza! Acquistandole a 10€ e regalandole ad amiche e parenti sosterrete il Centro Antiviolenza e tutti i progetti dell'associazione!
Potete ordinarle scrivendo a
info@tramaditerre.org o chiamando 3347311570, oppure passare a prenderle al Centro Interculturale delle donne (in via Aldrovandi, 31 a Imola) o ai nostri banchetti del sabato mattina in piazza Matteotti, dalle 9 alle 12,30.
Grazie!!
Le donne di Trama
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Ieri sera, 2 ottobre 2013, il Teatro Comunale Ebe Stignani era pieno di gente, la platea, i palchi e perfino il ridotto, il pubblico ha deciso di accogliere il 'maestro' con il più generoso degli applausi. Uno schermo enorme, uno sgabello rosso e un teatro che respira insieme, tutte e tutti in attesa di ascoltare, ancora una volta, una delle voci più libere, anticonformiste e lungimiranti che abitano questo paese: Dario Fo.
Per noi, che abbiamo avuto il piacere e la sorpresa di accoglierlo, è la commozione di una camminata breve che va dal teatro ad un tè caldo, lui sottobraccio, gentile, amichevole che protesta perché i testi di Franca Rame non vengono messi in scena in Italia, mentre all'estero sono perfino studiati a scuola: “Bisogna fare sapere!”
Dario l'ha ricordata come un'instancabile lottatrice: “Lei ha fatto uno spettacolo in cui raccontava il proprio stupro, dietro cui c'era lo Stato italiano. Eppure ha scelto di raccontarla centinaia di volte, per informare. Per dare alle ragazze il coraggio di mettersi in campo, far capire cosa significa violenza. Per questo bisogna applaudire queste ragazze di Imola” .
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Una donna uccisa ogni due giorni non è una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella società civile. Lucia, Antonella, Maria Grazia, tanto per citare le ultime della lista, sono state ammazzate dall’ex fidanzato, dal marito e dal compagno nei giorni successivi al decreto varato dal governo il 9 agosto scorso. La prova che misure soltanto repressive non sono la soluzione del problema perché il femminicidio non ha natura emergenziale ma sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno. E che, soprattutto, favoriscano la percezione delle donne non come vittime e soggetti deboli bisognosi di tutele, ma persone a tutto tondo da sostenere contro antiche imposizioni patriarcali, in grado di autodeterminarsi e scegliere liberamente il proprio modo di vivere.
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Pensavamo che l’uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L’insulto che è stato rivolto alla ministra Cècile Kyenge – da un’altra donna – dice molto più di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.
Non basta più il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo più limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di più.
Leggete tutto l'appello e aderite!
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Il racconto "Trame intorno ad un tavolo", scritto a più mani dalle donne del corso di italiano di Trama di Terre è stato scelto tra le dieci finaliste del Concorso Letterario Lingua Madre. Scritto da 31 donne provenienti da quasi altrettanti paesi, racconta di una scuola di italiano dove le donne incominciano a prendere parola e, attraverso la parola, a farsi protagoniste delle loro vite... LEGGETE IL RACCONTO E SE VI PIACE VOTATELO!!
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Il 20 febbraio diverse donne migranti e italiane si sono incontrate a Bologna per ragionare insieme sul conquistare una visibilità verso lo sciopero e le manifestazioni del prossimo primo marzo, ma non solo.
Già l’anno scorso molte donne hanno scioperato e sono scese in piazza, accettando la sfida di mostrare che cosa succede se i migranti e le migranti che vivono in Italia decidono di incrociare le braccia per un giorno, e con loro tutti gli italiani e le italiane stanchi di vedere attaccati il loro lavoro e i loro diritti, stanchi del razzismo istituzionale.
Già l’anno scorso c’erano molte donne ma non quante avrebbero potuto, e soprattutto non quante avrebbero voluto esserci. Perché scioperare, determinare la propria presenza, far sentire la propria voce è per le donne, migranti e italiane, una doppia sfida.
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Siamo di nuovo di fronte alla morte di una donna, e al grave ferimento di un’altra per mano di un familiare.
Siamo di nuovo di fronte al femminicidio e alla violenza in nome e per conto del senso di possesso maschile delle vite femminili.
Siamo di nuovo di fronte al criminale intreccio tra ossequio della tradizione patriarcale e negazione dei diritti inalienabili della persona: come nel terribile caso di Hina Salem e di Sanaa Dafani, anche qui la parte maschile di una famiglia di migranti pakistani ha cercato di mettere a tacere la ribellione di una giovane contro una visione fondamentalista della religione e della tradizione, che vuole ogni donna destinata a vivere senza poter decidere di sé e della sua libertà.
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La rivista Marea dedica a Trama di Terre il numero 4/2009, che riporta gli atti del convegno "Il multiculturalismo fa male alle donne?",che si è tenuto a Imola il 7-8-9 dicembre 2007, in occasione del decimo compleanno della nostra Associazione.
Anche se in ritardo, ci rendiamo disponibili per la presentazione a gruppi e associazioni che ne fossero interessate.
E' possibile richiederne l'invio tramite posta all'indirizzo:
centrointerculturaledelledonne@tramaditerre.org
(il costo è di 7 euro + spese postali).
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Un appello nato da associazioni e singole che lavorano sul tema dell'interculturalità