Da Bruxelles a Nizza... unite contro i fondamentalismi e la guerra

Unite contro i fondamentalismi e la guerra 15 luglio 2016
Dopo la notizia terribile di quanto avvenuto stanotte a Nizza pubblichiamo questa lettera scritta dalle donne di Trama di Terre in occasione degli attentati di Bruxelles, il 23 marzo scorso. A scrivere eravamo circa 15 donne, la maggior parte straniere, provenienti da Nigeria, Eritrea, Albania, Marocco, Bosnia, Costa d'Avorio, Serbia, Italia. Eravamo pronte per leggerla in piazza durante la commemorazione delle vittime, ma dopo il minuto di silenzio rituale non c'era stato modo di prendere parola. Crediamo che manchino spazi dove le persone possano esprimere veramente la paura, la rabbia, il dolore per tutto quello che ci sta accadendo intorno. Allora ripubblichiamo queste parole scritte da donne che hanno attraversato guerre e violenze di ogni genere e ci insegnano quotidianamente che si può ricominciare a vivere, nonostante tutto. C
ontinuiamo a cercare insieme spazi in cui prendere parola e costruire insieme una cittadinanza condivisa. Unite contro i fondamentalismi e la guerra.

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Oggi pomeriggio, al Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre, ci siamo riunite per discutere di quello che è avvenuto ieri a Bruxelles. Eravamo circa 15 donne provenienti da Nigeria, Eritrea, Albania, Marocco, Bosnia, Costa d'Avorio, Serbia, Italia.

Esprimiamo la nostra solidarietà alle persone care delle vittime degli attentati: continuiamo a chiederci come sia possibile che degli umani uccidano altri esseri umani, causando ad altri lo stesso dolore che se venissero uccisi i propri fratelli e le proprie sorelle.

Il fondamentalismo non ha colore, non ha religione, non ha cultura. Alcune di noi hanno subito sulla loro pelle gli attacchi dei terroristi, nei loro Paesi di origine o durante il viaggio per arrivare in Italia. Sappiamo bene che cosa si prova e siamo riuscite a trovare la forza per andare avanti.

Il primo bersaglio dei terroristi sono i diritti e le libertà delle donne: il diritto alla scuola, al lavoro, a scegliere se sposarsi, chi sposare e se fare figli, a vestirci come ci pare e a decidere autonomamente del nostro corpo.

Vogliamo che l'Europa riconosca che il problema da cui ha origine il terrorismo non sono i migranti ma un'ideologia fondamentalista che si alimenta nell'esclusione sociale e nelle discriminazioni che le persone vivono. La chiusura, infatti, crea derive identitarie. Vivere delle discriminazioni sulla tua pelle ti fa chiudere in te stessa, fa crescere dentro un sentimento di rabbia e ti fa radicalizzare nelle tue posizioni ideologiche per sentirti più forte. La chiusura dei confini dell'Europa e gli accordi con la Turchia per ricacciare indietro i/le migranti non aiuteranno a risolvere il problema del terrorismo e non faranno che aumentarlo.

Vogliamo ricordare anche che il terrorismo è frutto delle politiche coloniali e delle politiche economiche che, in tutto il mondo, hanno causato, e causano tutt'ora, l'esproprio delle risorse naturali dei nostri Paesi, la povertà, le guerre, le dittature, lo sfruttamento e la schiavitù da cui siamo dovute fuggire.

Ci piacerebbe che ogni volta che nei nostri paesi c'è un attentato, un colpo di stato, un massacro di innocenti, ci fossero le stesse manifestazioni di solidarietà che ci sono per i Paesi europei, ma purtroppo tutto questo, quasi sempre, passa sotto silenzio.

Le donne migranti che sono scappate da guerre e terrorismo dovrebbero essere considerate una risorsa per tutta la società italiana ed europea, per comprendere certe dinamiche e per costruire un futuro senza attentati e senza guerre. Vorremmo poter fermare questa guerra ma non abbiamo potere: abbiamo bisogno di politiche che aiutino le donne migranti ad acquisire maggior potere.

 

Le donne di Trama di Terre, Imola, 23 marzo 2016