"Nel cuore della lotta il canto è necessario". Incontro con Rayen Kvyeh, poetessa Mapuche

«nel cuore della lotta, anche il canto è necessario»

incontro con RAYEN KVYEH
poetessa e attivista mapuche cilena

Rayen Kvyeh

sabato 23 aprile 2016 - ore 17

presso il Centro Interculturale delle donne
di Trama di Terre
via Aldrovandi 31, Imola BO

reading poetico - notizie sulla situazione politica cilena - buffet solidale

Organizzano:
EcoMAPUCHE
- Associazione d’amicizia col Popolo Mapuche - www.ecomapuche.com - fb: ecomapuche - ecomapuche@gmail.com
TRAMA DI TERRE/Centro Interculturale delle donne - via Aldrovandi 31, Imola - www.tramaditerre.org - info@tramaditerre.org
BRIGATA36 - Csa antifascista, via Riccione 4, Imola - www.brigata36.it - fb/twitter: brigata36

RAYEN KVYEH

In lingua mapuche mapudungun, rayen significa “fiore”, kvyeh “luna”: nome profetico. Alta figura di intellettuale militante, nata a Huequén (Angol, provincia di Malleco, regione de La Araucanìa, nel Cile meridionale), sotto la dittatura di Pinochet fu incarcerata tre volte, desaparecida per 40 giorni e torturata per le sue opere teatrali, che esprimevano una critica feroce e irridente del regime: ricordiamo El vendedor ambulante (Il venditore ambulante), El sueño de Mariluz (Il sogno di Marialuce), Madame y el General (Madame e il Generale), Historia de los desaparecidos (Storia dei desaparecidos), El misterioso Reino de la Mierda (Il misterioso Regno della Merda). Costretta all’esilio in Nicaragua, Germania e Austria, collabora attivamente alle iniziative politiche e culturali degli esiliati.

Tornata in Cile, nel 1990 fonda a Temuco (e dirigerà fino alla chiusura per motivi economici nel 2001) la Casa de arte, ciencia y pensamiento mapuche “Mapu Ñuke Kimce Wejiñ” (Casa d’arte, scienza e pensiero mapuche “Colmiamoci della saggezza della Madre Terra”), progetto d’autogestione degli artisti del nuovo “movimiento plástico”, dichiarato illegale dalle autorità fino al 1993 in quanto centro promotore della rinascita del mapudungun, l’antica “lingua della terra” mapuche, con laboratori di ricerca filologica, alfabetizzazione e scrittura letteraria; dal 1991 dirige la rivista Mapu Ñuke (Madre Terra) che dà voce all’opera di poeti, scrittori e ricercatori mapuche, a diretto contatto coi temi dell’attualità politica. Dal 2003 solidarizza attivamente con le prigioniere e i prigionieri politici mapuche dell’Araucanìa: assiste ai processi, visita loro in carcere e le loro famiglie, partecipa a manifestazioni per la loro liberazione, raccoglie informazioni giuridiche e testimonianze contribuendo a far luce sui fondamenti storici delle rivendicazioni del popolo mapuche dei propri diritti culturali, sociali, politici, territoriali.

Il suo impegno pubblico ne fa una defensora dei diritti umani[2], ma tale profondo, tenace sentimento di giustizia e libertà forma la sostanza stessa della sua opera poetica, che ci porta «la voce d’un popolo indomito / protetta da miriadi di stelle» (Cascada de flores, traduz. nostra). «Nel cuore della lotta il canto è necessario – ecco ciò che la poesia ci ricorda –, anche se la luna è di cenere e la terra sta diventando un deserto» [3]; «La poesia è il sogno della speranza. Speranza in un futuro migliore. La poesia rompe barriere, attraversa frontiere e difende la vita» [4]. La sua poesia incarna il ruolo fondamentale della cosmovisione indigena nella lotta politica, come fonte di quella «[…] capacità di resistenza che fa parte del patrimonio genetico del popolo mapuche. È una forza che viene dalla mapu ñuke, da quella madre terra che dà il titolo a una delle sue poesie più conosciute. Si manifesta attraverso la natura, ma anche attraverso gli affetti familiari e lo spirito comunitario. Le ragioni della vita si oppongono ai messaggi di morte che provengono da un potere arbitrario. […] La difesa della natura è parte integrante della difesa della propria identità, contro l’assalto dell”uomo progressista”, animato da uno spirito di onnipotenza. […]»[5]: ecco allora levarsi un eterno cantico d’amore e di lotta: «[…] Madre terra, madre terra / le tue viscere partoriscono mapuche / in movimento incessante / di sere e mattine […] per liberarti e difenderti / accarezzarti e amarti / terra madre» (Mapu ñuke, traduz. nostra), «Un bosco di tenerezza / s’annida nel mio ventre / dando vita / a un embrione ribelle» (Luna de cenizas, traduz. A.Melis). Fra le sue raccolte ricordiamo: Wvne coyvn ñi kvyeh / Luna de los primeros brotes (Luna dei primi germogli), Pu kalfv wijuce /Cometas azules (Comete azzurre), Luna de cenizas (Luna di cenere), Pu coyvn apoy kvyeh mew / Brotes de luna llena (Germogli del plenilunio), El grito del xaru (Il grido del xaru),Páginas ancestrales (Pagine ancestrali).

Molti i riconoscimenti internazionali: l’omaggio dell’Unión de Escritores y Artistas Cubanos (Santiago de Cuba, 1993), la Medaglia “José María Heredia” dl Festival internacional de poesía del Caribe (Santiago de Cuba, 1995), la nomina a Presidente onoraria del Centro internacional de Culturas Indígenas (Santiago de Cuba, 1998), il Premio “Bruno Carli” al Festival del cinema alternativo della Val di Susa (2006) e la menzione speciale al XXIII Premio internazionale di poesía “Nosside” (Reggio Calabria, 2007). Le sue opere sono antologizzate in Venezuela, Messico, Cuba, Cile, Italia, Spagna, Austria; le sue poesie sono tradotte in francese, inglese, tedesco, italiano, olandese, maori.

[2] v. la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui/sulle “Human Rights Defenders”, 1998, testo in diverse lingue e commentario qui: www.ohchr.org/EN/Issues/SRHRDefenders/Pages/Declaration.aspx .

[3] citazione riportata in “Presentación de libro y canto poético «Luna de Ceniza» de Rayen Kvyeh”, 2 maggio 2011, puertomontt.blogspot.it/2011/05/presentacion-de-libro-y-canto-poetico.html (traduz. nostra).

[4] dall’intervista rilasciata il 19 gennaio 2008 ad Annalisa Melandri, “Rayen Kvyeh: los crimenes de Chile contra los Mapuche que Europa quiere ignorar”, www.annalisamelandri.it/2008/01/rayen-kvyeh-los-crimenes-de-chile-contra-los-mapuche-que-europa-quiere-ignorar/ ; versione italiana: “Rayen Kvyeh: i crimini del Cile contro i Mapuche che l’Europa vuole ignorare”, www.latinoamerica-online.info/2008/0_indigeni08_poetessa_mapuche.htm .

[5] Antonio Melis, “La luna dolente di Rayen Kvyeh”, recensione a Luna de cenizas, 2006, www.nuoviorizzontilatini.it/2011/02/13/rayen-kvyeh/ .

[6] Baila la muerte, traduz. A.Melis. http://www.annalisamelandri.it/2008/02/rayen-kvyeh-balla-la-morte/ .

 

EcoMAPUCHE è un’associazione italiana, senza fini di lucro, autofinanziata e indipendente da qualsiasi entità economica, politica, religiosa o d’altra natura, che promuove l’amicizia col popolo mapuche della Patagonia cilena e argentina e la solidarietà con tutti i popoli originari vittime del genocidio attuato dai governi dittatoriali e neoliberali. Il popolo mapuche è vicino a noi, perché innalza la bandiera della difesa della Vita, della Terra, dell’Acqua, dell’Aria, della Natura. EcoMapuche è stata fondata da persone che hanno vissuto in prima persona la repressione, la violenza, l’esilio, la solidarietà – la discriminazione e l’uguaglianza, la partenza e il ritorno. In quanto associazione che promuove la conoscenza rispettosa delle culture di questi popoli, la lotta alle violazioni dei loro diritti umani e la ricerca della verità, nella consapevolezza dei tempi che stiamo vivendo – memori sempre delle atrocità perpetrate dai regimi di Pinochet e Videla, e da ogni regime totalitario della storia passata e odierna; compenetrate/-i della bellezza di tutte le culture espresse dall'umanità e coscienti della ricchezza insostituibile rappresentata da ogni gruppo umano e da ogni singola persona; consapevoli che ogni conflitto umano ha per conseguenza indiretta o diretta una ferita inflitta a nostra Madre Terra – noi rigettiamo con fermezza la discriminazione in ogni sua forma (razzismo, sessismo, classismo, specismo, dogmatismo religioso o ideologico), il militarismo e la violenza che essi generano inevitabilmente, così come ogni tipo di discorso che anche implicitamente tenda a giustificare tale violenza. La nostra associazione fa della solidarietà un lavorare insieme, in rete con le associazioni sorelle e con singole persone e associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani. Chiunque condivida questi principî e voglia darci una mano è benvenut@. Grazie!

I nostri obiettivi e metodi:

La nostra rete: CEDHPA “Harald Edelstam” Comisión europea para los derechos humanos y los Pueblos ancestrales (Commissione europea per i diritti umani e i popoli originari, Goteborg, Svezia); Comitato “11 Ottobre” (che da molti anni si batte per il diritto all’autodeterminazione dei popoli indigeni di tutto il pianeta, allo scopo di diffondere la conoscenza di una storia diversa da quella scritta dai vincitori e promuovere iniziative di sostegno a tutte le rivendicazioni che oggi, faticosamente, i popoli nativi portano avanti); Associazione “Terre Madri”; Associazione “SAL Solidarietà con l’America Latina”; “Bucanero” (trasmissione di Radio Popolare Roma); il “Blog Latinoamericanista” di Annalisa Melandri; Associazione “A Sud - Ecologia e cooperazione” (Roma); Associazione “Amici di Rekko7” (Ravenna); Associazione per i Popoli minacciati (Bolzano); “Latinoamericando” (trasmissione di Radio Cooperativa FM); Latinoamerica-online.it; Campagna nazionale “Stop ENEL - Per un nuovo modello energetico”; Campagna nazionale “Patagonia senza dighe”; Associazione “Il Sud siamo noi” (Ravenna)…