One Billion Rising 2017: le parole e le immagini delle donne che hanno danzato in piazza il 14 febbraio a Imola
Alle 18, in Piazza Matteotti, si è tenuto il flash mob "One Billion Rising", una danza sulle note di Break the Chain, canzone che invita le donne a "rompere le catene" e a "rovesciare tutto sottosopra" (qui potete leggere il testo integrale e ascoltare la musica). Una piazza contro la violenza maschile sulle donne, antirazzista, antisessista e antifascista, culminata in un grande cerchio danzante!
Riportiamo, di seguito, il comunicato letto durante la manifestazione:
L’enorme successo della manifestazione, con adesioni da oltre 200 nazioni, ha trasformato ONE BILLION RISING in un appuntamento annuale, il cui spirito battagliero ha ricevuto consensi crescenti aprendo un nuovo dibattito sui diritti, il razzismo, le disuguaglianze economiche e le guerre dichiarate sui corpi delle donne in tutto il mondo.
QUELLA DI OGGI È UNA PIAZZA ANTISESSISTA, ANTIRAZZISTA E ANTIFASCISTA.
OGGI SIAMO IN QUESTA PIAZZA PER:
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manifestare la nostra ferma volontà di porre fine ad ogni forma di violenza maschile contro le donne e le bambine;
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chiedere politiche di prevenzione contro la violenza maschile sulle donne e contro laviolenza assistita, aumentando la formazione degli/delle operatrici/operatori di tutti i Servizi e degli/delle insegnanti;
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condannare la violenza sessista che si esprime attraverso il linguaggio quando una donna, sia essa una parlamentare o l’ultima delle ultime, viene denigrata e ridotta a oggetto sessuale, chiamata orango o bambola gonfiabile, quando si incita allo stupro sui media, come successo a nostre compagne anche qui a Imola, violenza che ha portato talvolta le donne al suicidio;
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promuovere laboratori di educazione alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado per superare gli stereotipi di genere che sono all’origine della cultura della violenza;
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denunciare il carico di lavoro riproduttivo e di cura che pesa sulle spalle delle donne, scarsamente o per nulla retribuito, considerato invisibile e di scarso valore, spesso delegato alle donne migranti in condizioni di estremo sfruttamento. Questo lavoro sostituisce, di fatto, una grossa fetta di welfare state in questo Paese.
OGGI SIAMO IN QUESTA PIAZZA PER:
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chiedere che le donne che si liberano dalla violenza siano sostenute maggiormente nell’accesso al lavoro, alla casa , ai servizi e per le donne migranti l’ottenimento di un permesso di soggiorno autonomo, slegato da quello del marito o del padre violento;
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sostenere i Centri Antiviolenza che nascono dal movimento femminista e che ogni anno sostengono migliaia di donne nei loro percorsi di autodeterminazione e al tempo stesso svolgono un fondamentale lavoro di sensibilizzazione e di cambiamento della cultura patriarcale e di quella legata alle varie forme di violenza;
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dire NO all’obiezione di coscienza negli ospedali pubblici e nei consultori e garantire il diritto delle donne a una maternità libera e consapevole .
OGGI SIAMO IN QUESTA PIAZZA:
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perché vogliamo che tutti i nostri figli e le nostre figlie, che sono nati/e o cresciuti/e in questo Paese, abbiano diritto alla cittadinanza;
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perché nessuna di noi può essere considerata cittadina di serie B: vogliamo assicurare a tutte le donne migranti o non, un pari accesso ai Servizi e di godere pienamente dei diritti;
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per denunciare che il permesso di soggiorno non personale è un’arma di ricatto per le donne straniere che vogliono essere libere: perché le tiene legate alla famiglia e le rende estremamente ricattabili sui luoghi di lavoro;
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contro tutti i fondamentalismi e le guerre, per il rispetto della laicità delle istituzioni e il contrasto dell’ingerenza delle religioni nelle scelte delle donne.
OGGI SIAMO IN QUESTA PIAZZA:
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per chiedere che le/i migranti non siano obbligate a fare richiesta di asilo politico nel primo Paese europeo in cui vengono prese le loro impronte digitali, cosa che rende di fatto l’Italia e la Grecia prigioni a cielo aperto;
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perché alle donne richiedenti asilo sia permesso ricongiungersi con le persone a loro care che si trovano in altri Paesi d’Europa;
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perché siano abbreviati i tempi delle Commissioni Territoriali per la richiesta d’asilo, e perché a tutte le donne venga riconosciuta comunque una forma di protezione;
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perché le discriminazioni sessiste e la violenza maschile sulle donne vengano effettivamente riconosciute come elementi che danno pieno diritto all’asilo politico in quanto atti di persecuzione legati al genere;
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per dire che i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali femminili, la tratta a fini di sfruttamento sessuale, gli stupri correttivi per le donne lesbiche sono violenza maschile sulle donne e non permettiamo nessuna giustificazione culturale;
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per ribadire che nei centri di accoglienza misti deve essere prevista e organizzata una specifica presa in carico di genere.
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dire NO al decreto legge su immigrazione e asilo approvato il 10 febbraio scorso dal governo e firmato dal Ministro Minniti, che criminalizza le persone che migrano per motivi economici e limita il diritto a vedersi riconoscere la protezione internazionale;
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dire NO alla riapertura dei Centri di Identificazione ed espulsione, che d’ora in avanti saranno chiamati Centri di Permanenza per il Rimpatrio: sono luoghi di privazione della libertà per donne che non hanno commesso alcun crimine se non quello di emigrare;
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dire NO ai rimpatri forzati, che oggi in questo Paese avvengono addirittura su base “etnica”. È quanto è avvenuto con un telegramma del Ministero dell’Interno che chiede alle Questure di intensificare identificazioni ed espulsioni delle donne nigeriane;
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dire NO ai rimpatri volontari utilizzati come finto strumento di protezione delle donne appartenenti a categorie vulnerabili e vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale;
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dire NO alla militarizzazione e alla chiusura dei confini, alle ronde anti-migranti e alla costruzione di muri e barriere che limitano il diritto di fuga di donne e uomini che scappano dalla guerra, dalla miseria e dai fondamentalismi.
OGGI DA QUESTA PIAZZA CI UNIAMO A TUTTE LE DONNE CHE NEL MONDO INVOCANO UN CAMBIAMENTO RADICALE NELLA SOCIETÀ, NELLA CULTURA, NELLA POLITICA, NELL’ECONOMIA, PER ABBATTERE LA DISCRIMINAZIONE E LO SFRUTTAMENTO DELLE DONNE! LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA RIVOLUZIONE!
SIAMO TUTTE ANTIRAZZISTE, ANTIFASCISTE, ANTISESSISTE!
Di seguito gli articoli apparsi sui giornali locali: