Il 25 luglio era toccato a tre tendopoli sul Lungoreno, il giorno dopo ad un accampamento in via Marco Polo distrutto dalle ruspe (FOTO) e, dopo una breve pausa estiva, forze dell'ordine di nuovo in azione il 29 agosto contro una roulotte in viale Togliatti. L'amministrazione comunale prosegue così la caccia ai rom che giovedì 12 luglio erano stati sgomberati da un casolare abbandonato in via
Malvezza, nei pressi di Villa Salus, per mano di polizia, carabinieri e municipale (FOTO). Diverse decine di rom rumeni, tra cui molti bambini, sono finiti in mezzo alla strada nell'ambito del "Patto per la Sicurezza a Bologna", sottoscritto meno di un mese prima da comune, prefettura e ministero degli interni.
Dopo la conferenza stampa convocata dai rappresentanti della comunità rom, botta e risposta con l'amministrazione comunale che ha tentato scaricare ogni responsabilita nonostante l'evidente impiego nelle operazioni della polizia municipale. Nel frattempo, alle famiglie sgomberate è toccato dormire per terra, in mezzo alla strada (FOTO).
Nei giorni successivi lo spettacolo si è ripetuto in un parco di viale Marx, dove i rom si erano rifugiati. Circondati da una decina di volanti della polizia, sono stati di nuovo gettati in mezzo alla strada. Una vera e propria caccia ai rom che portato il Prc a parlare di emergenza umanitaria.
Dopo una settimana passata senza un tetto sulla testa, giovedì 19 luglio il gruppo di rom sgomberati si è recato in viale Vicini per dare vita ad un presidio sotto l'ufficio dei Servizi sociali del Comune di Bologna. Nessun assessore ha ritenuto di doversi scomodare. Su tutti l'assessore alle Politiche Sociale, la vicesindaco Scaramuzzino: "No, non vado in viale Vicini. Li conosco, già in passato hanno rifiutato le opportunità segnalate dall'amministrazione".
Dopo ore di attesa, i rom hanno deciso di convocare una conferenza stampa sotto casa del sindaco Cofferati (FOTO). Negli stessi momenti si è venuto a sapere di nuovi sgomberi avvenuti nelle ore precedenti per mano di polizia e municipale: una trentina di rumeni allontanati dalle baracche abusive allestite in via del Triumvirato e altre quattro persone, sempre rumene, da un accampamento di fortuna in zona Roveri. A conferma delle linea dura cofferatiana, sempre più in sintonia con Alleanza Nazionale sul tema sicurezza, e della volontà non solo bolognese di fare dei rom il capro espiatorio ideale per procedere con la militarizzazione delle città.
Intanto è passato un anno dallo sgombero del "Galilei", l'ex centro polifunzionale di Casteldebole in disuso da anni: fu occupato da un centinaio di rom che ne avevano iniziato il recupero. Ad oggi non sono ancora partite le procedure per la nuova destinazione d'uso allora addotta a motivo dello sgombero.
Ma la furia sgomberatrice non risparmia neanche i sinti. Lo dimostra l'assurda storia della famiglia Gallieri, composta da cittadini italiani di etnia sinti, che da anni vive stabilmente sul territorio bolognese.