Sabato scorso, nel pomeriggio, 80 rom rumeni, sgomberati dal casale abbandonato di via Malvezza e che si erano rifugiati nel parco di viale Marx, sono stati circondati da una decina di volanti della polizia e costretti ad andarsene.
Dopo avergli tolto l'unico tetto, materasso e pentola da cucina che avevano, adesso li buttano fuori da un parco costringendoli a stare per strada.
Anche questa volta uno sgombero ha provocato un'emergenza umanitaria a cui le istituzioni non hanno voluto dare una risposta. Accanirsi contro i deboli con strumenti di polizia è, lo ripetiamo, una violazione dei diritti umani sanciti dalla Convezione Europea dei Diritti Umani a cui l'Italia aderisce. Non approntare una risposta sociale e un dialogo diretto con i migranti in condizioni di indigenza è il modo più sicuro per procrastinarne le condizioni di emarginazione e gli effetti negativi sulla collettività intera.
L'Assessora alle Politiche Sociali, Adriana Scaramuzzino, ha affermato nei giorni scorsi che finché queste persone non chiedono aiuto ai servizi sociali questi ultimi non possono intervenire, ma come possono delle persone che mancano di tutto, dal cibo per sopravvivere a un riparo per riposare, essere a conoscenza ed esercitare questa semplice richiesta di aiuto.
Che tipo di politica dell'immigrazione è questa, si domanda Armando Quattrone del circolo migranti di Rifondazione comunista che, con un gruppo di suoi compagni, sta seguendo in questi giorni la vicenda dei rom?
“Noi crediamo sia una politica criminale. – sono parole di Quattrone - Come si potrebbero altrimenti definire azioni di polizia che costringono circa 40 minori, di cui alcuni al di sotto dell'anno di vita, a vivere per strada, senza assistenza sanitaria, senza la possibilità di cucinare del cibo, senza accesso ad acqua potabile, senza rifugio alcuno. Che politica di integrazione sociale è quella che butta per strada migranti lavoratori che ora, essendo rimasti senza abitazione, perderanno il proprio posto di lavoro e l'unica fonte di sussistenza per sé e la propria famiglia?”.
- Cosa chiedete, come Prc, al Comune di Bologna?
“Chiediamo di smetterla di perseguitare persone senza riparo né cibo. Chiediamo alle istituzioni cittadine di affrontare l'emergenza umanitaria originata dall'ultimo sgombero offrendo accoglienza e assistenza in centri attrezzati, luoghi di cui abbiamo invano chiesto per mesi l'allestimento. – prosegue Quattrone - Chiediamo alle istituzioni cittadine di dare risposte sociali di lungo termine ai problemi dell'emarginazione e dell'indigenza dei migranti rom soggetti a ripetuti sgomberi, risposte che non prevedano la separazione dei nuclei familiari né campi abbandonati a se stessi, bensì micro-aree attrezzate per ospitare e facilitare l'inserimento sociale, lavorativo e scolastico”.
- E se non arriveranno risposte?
“Se non arriveranno risposte ci appelleremo alla Corte Europea dei Diritti Umani”.
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