Il 25 settembre del 2005 "Aldro" viene fermato per un controllo di polizia, percosso ripetutamente, e muore. A Ottobre 2007 inizia il dibattimento, quattro agenti accusati di omicidio colposo. Nella feature i resoconti di tutte le udienze. I consulenti di parte civile attribuiscono il decesso alla concausa di fattori (dovuti al comportamento degli agenti) che avrebbero portato all'asfissia e non agli stupefacenti, per quelli della difesa Federico sarebbe morto anche a casa per le sostanze assunte. A novembre 2008 il "colpo di scena", agli atti del processo una foto che mostrerebbe inequivocabilmente come causa di morte sia un ematoma cardiaco causato da una pressione sul torace, escludendo ogni altra ipotesi. Su questa immagine è acceso il dibattito, nelle ultime udienze della fase istruttoria, tra i periti chiamati a deporre dai legali dalla famiglia e quelli della difesa. Infine la condanna degli agenti. Il giudice: «Ucciso senza una ragione»6 ottobre 2009 CONTINUA
23 settembre 2009 CONTINUA
4 settembre 2009 CONTINUA
26 luglio 2009 CONTINUA
13 luglio 2009 CONTINUA
11 luglio 2009 CONTINUA
7 luglio 2009 CONTINUA
Domani, dopo trentadue udienze, si conclude il processo per la morte di Federico, incappato una notte di settembre del 2005 in un fermo di polizia che gli è costato la vita. Gli avvocati della famiglia di "Aldro" hanno sempre sostenuto che il ragazzo sia morto per l'asfissia causata dalla pressione esercitata dai poliziotti nell'ammanettarlo supino, linea sposata dall'accusa che ha chiesto tre anni e otto mesi per omicidio colposo: sproporzionate e improprie tanto le modalità dell'ammanettamento, durante il quale il ragazzo, secondo più testimoni, chiedeva ripetutamente aiuto, tanto le percosse sul cranio con gli sfollagente. Debole la linea defensiva, che imputa la morte all'assunzione di stupefacenti e ad una sindrome da "delirio eccitato" che altro non è che una ascientifica invenzione della criminologia psichiatrica americana. Gli amici di Federico, riuniti nel "Comitato Verità e Giustizia per Aldro" hanno indetto un sit-in davanti al tribunale: i poliziotti «sono colpevoli perché l´hanno ucciso procurandogli una sofferenza atroce, nella consapevolezza di farlo», si legge nel comunicato che riportiamo di seguito.5 luglio 2009 CONTINUA
Quella che pubblichiamo è la presa di posizione di Dante De Angelis sull’incidente che ha sconvolto la città della Versiglia. E’ stata diffusa nella nostra città da un gruppo di rappresentanti della sicurezza dello scalo ferroviario bolognese, da ferrovieri e macchinisti che nei mesi scorsi hanno sostenuto l’eroico macchinista licenziato da Treni Italia a causa della sua battaglia per la sicurezza dei lavoratori di FS e dei passeggeri che viaggiano sui treni italiani.
3 luglio 2009 CONTINUA
Situata a pochi metri dal luogo della tragica esplosione del GPL fuoriuscito dalla ferrocisterna deragliata, la sede dell'associazione è rimasta gravemente danneggiata. Nonostante ciò è diventata il quartiere generale da cui si sono organizzati i soccorsi, dopo poche decine di minuti erano già in allestimento un ospedale provvisorio e una tendopoli. Abbiamo raggiunto ieri pomeriggio al telefono Andrea, uno dei volontari: «La gestione dei soccorsi è stata assolutamente locale, Bertolaso è arrivato solo la mattina dopo, e quando il premier si è presentato dicendo "penso a tutto io" secondo me ha mancato di rispetto alle centinaia di persone che si sono date da fare per tutta la notte. Comprensibile che qualcuno la prendesse male, ma la contestazione è stata assolutamente non organizzata.». «E' stato colpito un quartiere popolare» aggiunge, «Molti dei morti erano migranti maghrebini che lavoravano a Viareggio, e vivevano a fianco dei Viareggini. Sono morti che la città sente come propri.»3 luglio 2009 CONTINUA