Questa mattina, sui giornali, si è potuto leggere di una polemica tra il comandante dei vigili urbani, Romano Mignani, e Rifondazione Comunista sul fatto che, nella giornata di ieri, ci sarebbe stato un altro intervento contro il gruppo di rom rumeni, allontanati una decina di giorni fa dal casolare di via Malvezza.
Lo sgombero sarebbe avvenuto nei pressi di un’area, situata in via Marco Polo.
In un lancio di agenzia di ieri sera, infatti, lo staff del sindaco Cofferati e il comandante della Polizia Municipale affermavano: “I vigili urbani non hanno mandato via i nomadi, accampati nei pressi della rotonda di via Marco Polo e nessuna pattuglia della polizia municipale era in servizio in quella zona”.
Il “giallo” dello sgombero negato si è chiarito questa mattina, quando le ruspe, accompagnate da agenti della Polizia di Stato e della Polizia Municipale, sono entrate in azione in via Marco Polo e hanno rimosso e tritato tutto quello che ostacolava il loro percorso.
Ieri comunque, gli sgombratori non erano rimasti con le mani in mano: tre tendopoli sorte, in questi giorni, sul Lungoreno erano state sgomberate dai vigili urbani. I rom, fuggiti all’arrivo degli agenti, si sono poi rifugiati a qualche centinaio di metri di distanza, sotto il ponte della tangenziale.
Insomma, a Bologna continua la guerra quotidiana contro quelli che una direttiva europea definisce “cittadini UE non in grado di dimostrare di avere i mezzi di sussistenza”, per i quali è prevista la possibilità di espulsione.
Bologna fa scuola anche in regione: ieri, al Consiglio Provinciale di Rimini, vicepresidente del consiglio di Forza Italia, Samantha Coelati Rama, facendo riferimento a quello che sta facendo il sindaco Cofferati sotto le Due Torri, ha presentato un ordine del giorno in cui si chiede a presidenza e giunta della Provincia di “adoperarsi in tutte le sedi opportune, affinché il governo si decida ad applicare la direttiva europea”.
Ritornando allo sgombebro di questa mattina, iniziato alle 8, dal campo sono state allontanate 12 persone, 11 delle quali denunciate per invasione di terreni e edifici. I denunciati sono otto rumeni (cinque adulti e quattro tra i 14 e i 18 anni) e tre magrebini. "Immune" dalla denuncia solo un bambino rumeno.
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