Le centinaia di morti e feriti a Gaza City ,di queste ultime ore ( 28 dicembre 2008),non è solo il risultato dell’ennesima dimostrazione di forza dello Stato d’Israele contro Hamas , ma anche l’effetto della sperimentazione su campo delle tecnologie militari d’avanguardia delle industrie israeliane ed occidentali nel campo della guerra in contesti urbanizzati.
L’attacco massiccio, in una delle zone più densamente popolate del pianeta quando avrà termine diverrà oggetto di studio di arte militare per gli strateghi del complesso militar-industriale mondiale.
I morti e i feriti di Gaza e le distruzioni di infrastrutture civili e militari, ben presto diverranno asettiche cifre catalogate in obbiettivi strategici e tattici raggiunti e danni collaterali, come lo sono divenuti quelle di Mogadiscio, Grozny, Fallujha, Bint Jbeil e tante altre stragi.
Li ritroveremo così nei manuali degli eserciti di tutto il mondo nel capitolo:-“ Guerre Urbane future, come affrontarle?”-
Un capitolo che ogni giorno diventa sempre più voluminoso con l’aumentare della crisi del sogno del Nuovo ordine Mondiale in nome della Globalizzazione Capitalistica, un capitolo su quale esperti o sedicenti tali scrivono col sangue di innocenti la ricetta che dovrebbe fermare la rabbia incontenibile dell’umanità futura dinanzi al baratro in cui il Capitale globalizzatore l’ha gettata.
Negli studi sull’operazione”Gaza dicembre 2008” verrà analizzata l’efficacia degli UAV ( gli aerei senza pilota) nell’acquisizione e distruzione dei bersagli , nell’uso di missili guidati da telecamere capaci di funzionare fino all’impatto sui bersagli o guidati da illuminatori laser trasportati da agenti infiltrati israeliani o da mini robot UAV capaci di appollaiarsi su alberi, davanzali o pali telefonici.
Necessariamente all’offensiva aerea seguirà quella terrestre con carri armati e mezzi degni di guerre da fantascienza. Carri che sembrano fortini medioevali, con torrette telecomandate e blindati capaci di resistere non solo agli RPG ma anche ad esplosioni di mine terrestri.
I carri israeliani Achzarit son divenuti i battistrada per le linee guida delle industrie militari mondiali che si stanno adeguando nel produrre le armi per le prossime Guerre Urbane, quelle che si combatteranno nel negli anni futuri nelle banlieu delle Megalopoli sovrappopolate dell’Impero.
Dopo le lezioni apprese in Iraq , Afghanistan ed in Libano è un proliferare di soluzioni: quelle occidentali propendono a Kit modulari da aggiungere ai carri armati di serie, mentre gli israeliani si sono orientati nel blindato NAMER equipaggiato con il nuovo motore della Continental Motors o dell’azienda tedesca MTU.
Ma in questo campo anche le industrie italiane stanno facendo progressi grazie alla collaborazione con le omologhe israeliane (ed anch’esse riceveranno un utile contributo dal fiume di sangue che sgorga oggi da Gaza) ma che già adesso hanno sfornato i loro prodotti d’avanguardia come le protezioni aggiuntive e le torrette telecomandate montate sulle autoblinde Puma ed inviate in Afghanistan ma anche , primi al mondo, a far rifornire in volo un velivolo non pilotato a getto come lo Sky-X dell’Alenia Aeronautica: un ottimo passo per le guerre robotiche future , quelle in cui le macchine opportunamente programmate decideranno chi è il nemico del giorno e come e quando colpirlo in qualunque ora del giorno e della notte.