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Gli audio della conferenza stampa tenutasi questa mattina in via Zamboni 38 sugli arresti relativi ai fatti del G8 di Torino. Interventi di Nicolò, Andrea e Roberto, studenti dell'Onda anomala, di Fulvio del laboratorio Crash e dell'avvocato Carlo Pressan. Tre i capi di imputazione: violenza e resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata relativamente ad un blocco praticato su una banca torinese, e condotta minacciosa nei confronti del titolare di un agenzia interinale. I quattro studenti arrestati frequentano, rispettivamente, la Facoltà di Scienze Politiche, Scienze della Formazione, Biologia e Lettere. Intanto dalla Questura fanno sapere che i quattro sono stati tutti trasferiti al carcere della Dozza.
6 luglio 2009 CONTINUA
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Gli studenti dell'Onda sono ripartiti in corteo lungo via Zamboni. Scandendo lo slogan "liberi tutti / liberi subito" i manifestanti sono arrivati sotto le due torri dove hanno improvvisato un presidio con il blocco del traffico di via Rizzoli. Due blindati della polizia sono in attesa poco distanti e una ventina di poliziotti in tenuta antisommossa si sono parati di fronte agli studenti. Intanto gli studenti lanciano un assemblea pubblica per questa sera alle 21 in via Zamboni 38.
6 luglio 2009 CONTINUA
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12.39 - Dopo una breve conferenza stampa ed un'improvvisata assemblea svoltesi nell'Aula III della Facoltà di Lettere e Filosofia, via Zamboni 38, circa un centinaio di studenti si sono mossi in corteo con l'intenzione di raggiungere il Rettorato e chiedere alle autorità universitarie una presa di posizione sugli arresti degli studenti dell'Onda. Giunto alla sede del Rettorato il corteo ha trovato le porte chiuse e nessuna volontà di dialogo delle istituzioni universitarie. In questo momento gli stuenti stanno deicdendo come muoversi e già annunciano che le azioni di solidarità andranno avanti per tutta la giornata e per quelle successive, continuando a richiedere la liberazione di tutte e tutti.
6 luglio 2009 CONTINUA
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I comunicati di solidarietà per gli studenti dell'Onda arrestati questa mattina nell'ambito di una azione nazionale coordinata dalla procura di Torino.
6 luglio 2009 CONTINUA
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Ventun ordinanze di custodia cautelare di cui sedici in carcere per i militanti che da varie città italiane hanno preso parte alla contetsazione del G8 sull'Università svoltasi a Torino tra il 17 e il 19 maggio. Le accuse variano da resistenza, lesioni, violenza, danneggiamenti.
6 luglio 2009 CONTINUA
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Questa mattina gli agenti della Digos hanno fatto irruzione in casa di diversi attivisti in tutta Italia, procedendo ad arresti e perquisizioni per la manifestazione contro il G8 di Torino dello scorso maggio. Il bilancio è di 20 arresti in tutta Italia, di cui 4 a Bologna, 15 a Torino, 1 a Padova ed 1 a Milano. Alcuni attivisti sono già sotto la questura di Bologna e, contro gli arresti, è indetto un presidio alle ore 12 in via Zamboni 38.
6 luglio 2009 CONTINUA
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E' gia da qualche anno che in alcuni quartieri di periferia bolognese si sta attuando una politica non riconosciuta di integrazione tra popoli e culture.
Questa politica si sviluppa grazie ad eventi che vengono organizzati in parchi e centri sociali che permettono confronto conoscienza e relazioni tra gente di tutto il mondo. Una di queste è Il Giardino dei popoli che, per il secondo anno consecutivo, si svolge nel parco Ca' bura nel quartiere Navile. Il festival è iniziato nella giornata di venerdì 3 luglio e si è concluso oggi. Nel corso di queste giornate la polizia, sull'onda dell'approvazione del pacchetto sicurezza tanto caro al ministro Maroni, ha messo in atto atteggiamenti repressivi e intimidatori. Un nostro lettore ci scrive: "La cosa che mi ha colpito è stata la poca presenza di extra comunitari che fino all'anno scorso sono stati l'anima dell'evento.Dopo qualche ora è giunta voce che 4 pattuglie della polizia erano appostate vicino un'ingresso del parco, e chiedevano i documenti ai migranti che si apprestavano ad andare al Festival". Insomma le forze dell'ordine non perdono tempo e colgono l'occasione per effettuare i controlli, e quale occasione migliore di un Festival rivolto alle culture migranti? Una scelta che, di fatto rende inutile lo sforzo fatto per costruire percorsi che permettano di incontrare e parlare con queste persone.
5 luglio 2009 CONTINUA
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Secondo quanto riportato dal blog "scheggia", da sabato 4 luglio gli "ospiti" del CIE di Via Mattei sono entrati in scipero della fame. Al momento non si sono verificati particolari episodi di tensione tra i detenuti e gli agenti di sicurezza. La situazione all'interno del centro di detenzione rimane comunque estremamente delicata. Seguiranno aggiornamenti.
5 luglio 2009 CONTINUA
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Domani, dopo trentadue udienze, si conclude il processo per la morte di Federico, incappato una notte di settembre del 2005 in un fermo di polizia che gli è costato la vita. Gli avvocati della famiglia di "Aldro" hanno sempre sostenuto che il ragazzo sia morto per l'asfissia causata dalla pressione esercitata dai poliziotti nell'ammanettarlo supino, linea sposata dall'accusa che ha chiesto tre anni e otto mesi per omicidio colposo: sproporzionate e improprie tanto le modalità dell'ammanettamento, durante il quale il ragazzo, secondo più testimoni, chiedeva ripetutamente aiuto, tanto le percosse sul cranio con gli sfollagente. Debole la linea defensiva, che imputa la morte all'assunzione di stupefacenti e ad una sindrome da "delirio eccitato" che altro non è che una ascientifica invenzione della criminologia psichiatrica americana. Gli amici di Federico, riuniti nel "Comitato Verità e Giustizia per Aldro" hanno indetto un sit-in davanti al tribunale: i poliziotti «sono colpevoli perché l´hanno ucciso procurandogli una sofferenza atroce, nella consapevolezza di farlo», si legge nel comunicato che riportiamo di seguito.
5 luglio 2009 CONTINUA
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Di nuovo in piazza contro la nuova base americana nella città palladiana, inserita nel calendario di mobilitazione contro il G8. La determinazione dei vicentini e dei manifestanti provenienti da tutta
Italia ha permesso al corteo di proseguire nonostante il tentativo delle forze dell'ordine di bloccare un percorso già autorizzato, non lesinando manganelli, gas urticante e lacrimogeni. Grandissima la partecipazione, circa quindicimila persone hanno manifestato per liberare Vicenza dalla base militare nonostante la presenza di duemila tra poliziotti, carabinieri e militari che hanno tentato di impedire
lo svolgimento del corteo.4 luglio 2009 CONTINUA