La mobilitazione contro i tagli del mistro Gelmini

Precari della scuola: “No ai contratti di disponibilità”

Molto dure le prese di posizione. I provvedimenti licenziati ieri dal Consiglio dei Ministri vanno rifiutati. Quello che il governo ha deciso non è un sostegno al reddito, ma è solo un palliativo, teso a dividere ancora una volta gli insegnanti. La posizione assunta dai precari a livello nazionale e il comunicato del nodo bolognese, riunito ieri a Vag61.

10 settembre 2009

Sono molto dure le prese di posizione dei Coordinamenti dei precari della scuola nei confronti dei cosiddetti “contratti di disponibilità” decisi ieri dal Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi. Secondo gli insegnanti in lotta i “contratti di disponibilità” vanno rifiutati perchè «non risolvono l'emergenza istruzione del Paese, ma sono un palliativo che favorisce, solo per i prossimi 8 o 12 mesi, il parziale mantenimento del reddito di alcuni precari. Invece di essere un ammortizzatore sociale, diviene un detonatore per ulteriori conflittualità».
I precari che stanno organizzando mobilitazioni in tutto il paese chiariscono che «col contratto di disponibilità verrebbero esclusi coloro che hanno lavorato per l'intero anno scolastico con incarichi dei dirigenti scolastici (e non con l'assegnazione annuale come previsto dal provvedimento) e tutti quelli che hanno maturato un anno di servizio cumulando più periodi in diverse scuole o per vari insegnamenti. Quello che il governo ha deciso non è altro che un sostegno al reddito, già in parte disponibile, a carico dell'Inps, noto come disoccupazione ordinaria che, di norma, viene erogata ai docenti disoccupati per la durata di 8 mesi per un ammontare di circa 860 euro al mese. Il Consiglio dei Ministri, poi, non è intervenuto in alcun modo sulla questione nodale dei tagli indiscriminati nella scuola pubblica, non solo al personale ma anche a tempo scuola, istituti, classi».

 


 

L'Assemblea del C. P. S. di Bologna, di fronte alla truffa di un governo che tenta di scaricare sulle Regioni le conseguenze di tagli indiscriminati all'organico della scuola pubblica e offre, solo per questo anno, miseri ammortizzatori sociali di contro alle legittime aspettative di assunzione e stabilizzazione dei lavoratori, si dichiara fin da ora indisponibile ai cosiddetti contratti di disponibilità.

Indisponibile perché non collaboriamo a iniziative politiche finalizzate a spaccare il fronte della protesta. Dal contratto di disponibilità verrebbero esclusi, infatti, non solo coloro che hanno lavorato per l'intero anno scolastico con incarichi dei presidi (validi fino al termine delle lezione, e non fino al 30 giugno o al 31 agosto), ma anche tutti quelli che hanno maturato un anno di servizio cumulando più periodi in diverse scuole o per vari insegnamenti. Inoltre nulla si dice del personale ATA.

Indisponibile perché tali contratti sono un esperimento interistituzionale con il quale si anticipa il metodo di reclutamento "Aprea", cioè un sistema di lavoro a chiamata incompatibile tanto con un normale progetto esistenziale quanto con un progetto educativo consapevole;

Indisponibile perché gli interstizi orari che dovremmo occupare sono, almeno in parte, ciò che resta del lavoro che agli insegnanti viene progressivamente tolto dall'ultimo progetto finanziario (art. 64 e 66 del DDL 133/08) e dalla cosiddetta "Riforma Gelmini";

Indisponibile perché alle nostre istanze di stabilizzazione si risponde con un progetto serio e di lungo respiro, non con una offerta commerciale in stile pubblicitario valida 12 mesi;

Indisponibile perché le risorse utilizzate dalle Regioni per finanziare i contratti di disponibilità verrebbero sottratte ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo destinati alla formazione;

Indisponibile perché si tratta di un modello di accordo tra MIUR e Regioni che potrebbe ingenerare disparità di trattamento tra una regione e l'altra dal punto di vista economico e di punteggio;

Pertanto, le Istituzioni realmente intenzionate ad una civile risoluzione del conflitto in atto - conflitto che col passare del tempo può solo esasperarsi - sono invitate dal C.P.S. bolognese a non collaborare al progetto ministeriale di smantellamento del sistema scolastico pubblico italiano.

In difesa del proprio futuro e di una scuola pubblica che sia ancora ispirata ai principi costituzionali, il C.P.S. Bolognese annuncia iniziative di informazione e sit in di protesta per le prossime settimane e durante tutto l'anno scolastico.

Il 14 settembre alle ore 10 e il 15 settembre alle ore 17 presidio sotto l'USR in via dei Castagnoli n°1.

Nodo bolognese del Coordinamento dei precari della scuola