Scenderanno in piazza il prossimo 18 settembre, si accamperanno per 24 ore in Piazza Re Enzo, si vestiranno da fantasmi il 15 settembre, il primo giorno di scuola. Queste decisioni sono uscite da un’affollata assemblea che si è tenuta alle scuole Guido Reni di vicolo Bolognetti.
La voce della scuola si farà sentire dunque ancora una volta in piazza, l’hanno ribadito nei tanti interventi insegnanti, genitori, precari che hanno fatto da megafono a un sentimento comune che alleggiava tra le cento persone presenti in un aula stipata in ogni ordine di posti.
Oltre ai precari era presente anche una delegazione degli studenti universitari dell’Onda.
Nella fase iniziale dell’incontro, rappresentanti delle varie scuole hanno fatto il resoconto dei tagli avvenuti in diversi istituti. E’ stato raccontato lo stato d’animo di tanti bambini che sono andati in vacanza lasciando una classe con il tempo pieno e al ritorno hanno scoperto con stupore che i loro due insegnanti non ci sono più, che sono state eliminate le compresenze per coprire la mancanza di insegnanti in altre classi, che è stato snaturato un metodo di insegnamento. Qualcuno ha detto che la battaglia per una scuola di qualità è una lotta per i diritti civili.
Altri interventi hanno accentuato l’attenzione sul fatto che, in alcuni istituti, gli insegnanti delle medie inferiori hanno dato la disponibilità a far lo straordinario per coprire la mancanza di colleghi in altre classi (mancano all’appello almeno 70 docenti per l’inglese, per le classi del carcere della Dozza, per le ore alternative alla religione, per sdoppiare 31 classi alle medie incompatibili con le norme di sicurezza). Dall’assemblea è uscito un biasimo per i colleghi che hanno fatto questa scelta, insieme a un appello accorato: “Non date la disponibilità alle ore eccedenti al normale orario perché tolgono lavoro ai precari ed aggravano l’instabilità delle classi”.
Sono poi state proposte diverse iniziative per ostacolari i tagli della Gelmini: dalla controinformazione nelle scuole per informare i genitori della grave situazione a momenti di protesta ogni 15 giorni da organizzare a gruppi di scuole.
Uno studente dell’Onda ha proposto iniziative più eclatanti e radicali, seguendo l’esempio delle “arrampicate sociali” che hanno dato finalmente visibilità alle lotte degli operai contro i licenziamenti.
I precari hanno dato la l’adesione alla manifestazione del 18 settembre spiegando che la loro lotta non è solo per difesa del loro posto di lavoro, ma è per salvaguardare la scuola pubblica, intesa come scuola di qualità. Nei prossimi giorni sono previste le adesioni dei COBAS e della CGIL scuola.
Un gruppo di insegnanti di Ravenna ha chiesto di costruire un momento di mobilatazione regionale.