Riportano le agenzie di stampa che tre attivisti del Tpo sono stati iscritti nel registro degli indagati per i fatti avvenuti durante il volantinaggio dello scorso 21 febbraio nell'ambito della campagna «Chiudere CasaPound». Un trentacinquene di Padova, un trentasettenne bolognese e un ventisettenne di Pescara sono indagati per manifestazione non autorizzata, lesioni aggravate in concorso, percosse e tentata violenza privata. Questo ultimo capo d'accusa si riferisce alla denuncia di un negoziante che sostiene di aver subito minacce per non aver voluto esporre il volantino antifascista. Sotto indagine per lesioni personali aggravate (una cinghiata), invece, un fascista di CasaPound. L'indagine, ancora in corso, è in mano al pm Valter Giovannini del pool antiterrorismo.
Sembra dunque riscuotere un certo successo anche presso i pubblici poteri la strategia di autovittimizzazione sulla quale i fascisti del terzo millennio costruiscono la loro fortuna.