Lunedì 3 marzo alle ore 16,30 assemblea pubblica in piazza Maggiore

Precarietà: problema risolto. Precari a casa.

Ancora irrisolte le questioni del precariato. Il governo non risolve il problema ma licenzia i precari. La RdB denunciano le possibili conseguenze sul piano locale del decreto, in termini di licenziamento di lavoratori e di smantellamento dei servizi pubblici.
29 febbraio 2008

precarietà

Con il cosidetto "decreto milleproroghe" ormai divenuto legge, iniziano a nascere i primi problemi relativi alla sua applicazione, che toccano soprattutto i lavoratori precari.
Le Pubbliche Amministrazioni, infatti, potranno assumere a tempo determinato o in somministrazione, solo per esigenze stagionali o per periodi non superiori a tre mesi e, in nessun caso, è ammesso il rinnovo del contratto o l'utilizzo del medesimo lavoratore con altra tipologia contrattuale.
A livello locale, le RdB denunciano che "il Comune di Bologna , secondo la maggioranza di Governo, dovrebbe licenziare centinaia di precari, con la conseguente chiusura o appalto degli asili nido".
Secondo il sindacato di base, "l'Unione, i cui esponenti in campagna elettorale si riempiono la bocca di 'lotta alla precarietà', è riuscita in un bel capolavoro: licenziare i precari e chiudere i servizi educativi e scolastici a gestione pubblica, per poi parlare di lotta alla precarietà ora che siamo in campagna elettorale".
Ma chi crede che le cose si possano risolvere con le promesse, sbaglia: "I politici che licenziano i precari, non possono condurre indisturbati la loro campagna elettorale".
Le RdB chiedono al Governo, in particolare al ministro Nicolais, "di emanare una circolare che permetta di non licenziare i precari e di continuare di conseguenza a gestire i servizi in forma diretta".
Per ottenere questo risultato, spiega il comunicato delle RdB "c'è bisogno di una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari e di tutti coloro, lavoratori e cittadini, che hanno a cuore i servizi educativi e scolastici a gestione diretta".
Primo appuntamento della mobilitazione:
lunedì 3 marzo alle ore 16,30 assemblea pubblica in piazza Maggiore.