Ieri mattina alle 11.00 una cinquantina di studenti si sono ritrovati in via Zamboni 33, davanti alla sede del Rettorato con striscione e megafono prima di incontrarsi con la prorettrice Paola Monari, per portare le loro richieste e per sentire quale risposta l’Università dà alla protesta di questi ultimi giorni riguardo alla chiusura delle uniche aule studio aperte di sera. La mobilitazione va avanti già da due settimane , che hanno visto susseguirsi una serie di iniziative, partendo dall'assemblea pubblica di Mercoledi 23 che si è poi conclusa con l'azione simbolica in Rettorato, passando per l'occupazione della Biblioteca di Discipline Umanistiche di Martedì 29, quando hanno mantenuto aperta l'aula studio interna sino alle 22.00, fino ad arrivare all'incontro di ieri. Nella mattinata infatti gli studenti hanno organizzato un presidio con volantinaggio davanti al Rettorato, in seguito alcuni di loro sono saliti "ai piani alti" per incontrare la prorettrice Monari, mentre i restanti hanno continuato l'azione comunicativa. Fondamentalmente i nodi cardine della protesta sono due: denunciare la chiusura unilaterale di aule studio, avvenuta con l'assoluta mancanza di comunicazione verso gli studenti da parte dell'Università, e richiedere l'apertura di altre aule studio che siano usufruibili dagli studenti anche in orario serale. Infatti al ritorno dalle vacanze, nel pieno di una sessione d’esame, gli studenti non hanno più trovato le aule studio di via Acri, via Belle Arti e di Santa Maria Maggiore, le uniche che chiudevano alle 23.00. La protettrice risponde che la decisione non è stata presa in sordina dall'Università all'insaputa degli studenti, ma sostiene che quest'ultimi erano stati avvisati, in quanto i loro rappresentanti, facenti parte delle varie associazioni studentesche istituzionalizzate, ne erano a conoscenza da un anno, avendo partecipato nei vari momenti assembleari in cui l’Università discuteva del fatto. Peccato che gli altri studenti non ne sapevano nulla, ma si siano semplicemente ritrovati davanti alla chiusura di tre aule studio fondamentali da una parte, e alla nuova apertura di altre aule studio che non hanno minimamente i requisiti di quelle eliminate, ma che sono gestite e rivendicate da quelle stesse associazioni presenti alla decisione della chiusura, dall'altra. Da qui la necessità per gli Studenti by night di denunciare questi fatti e di reclamare aule studio aperte in orario serale e nei week-end, e lo hanno fatto durante l’incontro di ieri, riportando anche il valore simbolico e sociale che avevano quei luoghi ormai chiusi, dove gli studenti anche a tarda sera, avevano l’opportunità di studiare in un ambiente socievole, insieme ad altre persone, in un centro universitario sempre più volutamente deserto e anonimo. Alla fine dell’incontro la prorettrice Monari ha assicurato, facendosene garante, l’apertura serale delle aule studio già esistenti di via Filippo Re e di viale Pichat, che dovrebbero aprire Lunedì 4 Febbraio, e di portare l’esigenza degli studenti di avere degli spazi di utilizzo pubblico, aperti e attraversabili, sia nelle discussioni interne agli organi d’istituto, sia in quel "Tavolo sulla sicurezza" che si terrà a giorni tra Università, Prefettura e le altre Istituzioni di Bologna. Effettivamente tra gli studenti bolognesi il problema dell’assenza di luoghi d’incontro e di libera socialità all’interno del centro universitario, presidiato da telecamere e uomini in divisa, è fortemente sentito e per questo nel corso della discussione hanno più volte spinto nella richiesta di aule che abbiano questi requisiti, fino a far promettere alla Monari che l’Università provvederà a trovare uno spazio nel centro universitario che risponda a queste esigenze. Al termine si è fissato un prossimo incontro con la prorettrice per Lunedì 11 Febbraio, dove dichiarerà la data in cui sarà effettivamente praticata l’apertura serale fino alle 23.00 delle aule studio di via Filippo Re e viale Pichat e riporterà agli studenti le conclusioni degli organi accademici e del "Tavolo sulla sicurezza". Verso 12.15 finito l’incontro, gli studenti si sono ritrovati all’aula autogestita di via Zamboni 34 decidendo di convocare un’assemblea pubblica per Mercoledì 6 febbraio, sempre nell’aula autogestita, al fine di socializzare e discutere la risposta data oggi dall’Università e per valutare i prossimi passi della protesta studentesca.