Dopo due settimana di mobilitazione degli studenti in risposta alla chiusura unilaterale di tre aule studio in zona universitaria (unica possibilità di stucio e di socialità oltre le sette), oggi c'è stato un primo confronto con la prorettrice Monari.
Dopo numerose assemblee partecipate che hanno portato all'occupazione del rettorato prima e della biblioteca del 36 di via zamboni poi, la prorettrice ha dovuto concedere durante l'ultima occupazione, di fronte a 300 studenti e studendesse, l'incontro di oggi.
Le istanze emerse con forza e incisività rivendicavano la riapertura delle sale studio in centro, garantendo così a tutti e tutte la possibilita di studiare anche di sera, e ponevano come nodo centrale la chiusura di spazi di socialità e di cooperazione tra studenti nel cuore della città universitaria, determinando sempre di più una sistematica desertificazione e limitazione dello spazio pubblico.
La Monari ha riposto alle richieste garantendo la riapertura delle aule studio in viale Berti Pichat e di via Filippo Re oltre l'orario stabilito (19) fino alle 23 nei giorni feriali.
Inoltre la prorettrice, ricoscendo la validità e l'importanza della socialità che si costruiva in quelle aule studio, ha garantito l'impegno a porre sia di fronte agli organi accademici, sia al tavolo cittadino sulla scurezza del prossimo 7 febbraio, la questione dell'individuazione di uno spazio idoneo a ricreare momenti di aggregazione e di libera espressione degli studenti all'interno della zona universitaria. E' emersa inoltre la volontà di riaggiornare l'incontro all'11 febbraio per mettere a verifica gli impegni assunti.
Nonostante questa parziale vittoria la mobilitazione non si arresta.
Sarà una settimana di comunicazione e allargamento della lotta in vista dell'assemblea di mercoledì 6 (alle 16 nell'aula autogestita di via Zamboni 34) convocata dagli studenti by night per continuare la mobilitazione.