Estate "calda" a Milano

Sgombero alla INNSE Presse

Con un blitz a sorpresa la Polizia è intervenuta ieri mattina per sgomberare il presidio degli operai alla INNSE Presse di Milano, in mobilitazione da più di un anno contro la chiusura della fabrica. Le forze dell'ordine hanno quindi scortato una quarantina di lavoratori assunti per l'occasione per smontare pezzo per pezzo i macchinari dello stabilimento, destinati alla vendita. Il passaparola della solidarietà ha portato nel corso della giornata sempre più persone davanti ai cancelli. Occupata l'uscita della tangenziale, la Polizia ha manganellato operai e solidali con estrema solerzia. In serata, ottenuta una "tregua": usciti gli "smantellatori a cottimo", gli operai hanno ripreso possesso del presidio, costantemente fronteggiati dalle forze dell'ordine che hanno promesso di riprendere il lavoro interrotto questa mattina (3 Agosto, ndr). Gli operai della INNSE Presse hanno lanciato un presidio alle 7 per cercare di impedire lo smantellamento della fabbrica.
3 agosto 2009 - gattorosso

L'Estate si fa già bollente a Milano, e siamo solo al 2 di Agosto.

Questa mattina le forze dell'ordine sono intervenute a sgomberare il presidio degli operai dell'INNSE Presse, che da oltre un anno (dal maggio del 2008) sono in lotta contro lo smantellamento della fabbrica e per salvare i propri posti di lavoro, le proprie vite. Tanto che in molti reparti si continuava la produzione di fatto in uno stato di autogestione, di fronte al totale silenzio della proprietà che attendeva "solo" di poter alzare gli ultimi spiccioli vendendo i macchinari, avendo già venduto il terreno ad una agenzia immobiliare.

La storia

Dopo essere stata posta sotto sigilli dalla Magistratura su denuncia della proprietà e dissequestrata nel mese di Settembre del 2008, la fabbrica era stata di fatto occupata, con un presido permanente, e autogestita fino a questa mattina. Già il 10 Febbraio 2009 il primo tentativo di sgombero aveva generato "cariche indiscriminate sugli operai da parte dei Carabinieri" (Luciano Mulhbauer, consigliere regionale del Prc; fonte: Corriere Milano) insieme all'indignazione generale che aveva fatto tornare Prefettura e proprietà a più "miti consigli".

Perfino la Regione Lombardia del prode Formigoni era intervenuta per dedicarsi alla vicenda alla ricerca di un'acquirente. Il 30 di Luglio, tre giorni fa, l'ultimo incontro fra tutte le parte in causa i proprio in Regione, dove - attaccano gli operai INNSE - si era "deciso all'unanimità di impegnarsi a garantire l'operatività della fabbrica".

Ma evidentemente, grazie all'intervento dell'ormai famoso anti-cilone dell'Azorre, il caldo torrido di questa estate ha "riscaldato i cuori" rispettivamente del proprietario, della Magistratura ma soprattutto del Prefetto che ha deciso la tempistica dello sgombero: sebbene possa sembrare bizzarra come motivazione, il caldo torrido dell'estate rimane la sola spiegazione possibile, quando perfino "gli stessi funzionari di polizia non sapevano spiegare le ragioni di questo sgombero" - fanno sapere gli operai INNSE.

La cronaca

Presidio operai INNSE

Alle 8.30 di ieri mattina un ingente schieramento di forze dell'ordine si presenta ai cancelli dell'INNSE e procede allo sgombero del presidio degli operai in lotta. Al proprio seguito, Polizia e Carabinieri hanno una quarantina di lavoratori assoldati per l'occasione: bisogna smontare pezzo per pezzo i macchinari, già venduti dal proprietario dello stabilimento, e porre fine, così, alla vita dell'INNSE e dei suoi operai, per aggiungere qualche "fiorino" nel taschino del proprietario.

In pochi minuti la solidarietà raccoglie un centinaio di persone davanti ai cancelli della fabbrica ormai sgomberata: come prima iniziativa si decide di bloccare l'uscita della tangenziale, non troppo distante. Pochi minuti e cominciano le cariche dei Carabinieri. Ricompattatisi davanti ai cancelli della fabbrica, comincia una lenta ma decisa opera di pressione per fermare i lavori di smantellamento e per riprendere possesso del presidio, situato, peraltro, nei locali della fabbrica abbandonata adiacente, aldi fuori della proprietà dell'INNSE.

Alle 19.30 il braccio di ferro con le forze dell'ordine sortisce i primi effetti: i lavori sono interrotti, gli "smantellatori a cottimo" sono scortati fuori. Dopo un'ora, alle 20.30 circa, 7 operai riescono a rientrare nei locali del presidio, mentre fuori dai cancelli dell'INNSE prosegue il fronteggiamento tra operai e solidali (circa 150) e Carabinieri.

Il primo tempo si chiude quindi con un sostanziale pareggio, ma le forze dell'ordine hanno promesso di tornare stamattina alle 7 attrezzati per proseguire i lavori di smantellamento. Gli operai dell'INNSE hanno lanciato un presidio e un appello: "Adesso è importante rimanere attenti a quello che succede ed essere pronti ad intervenire e portare solidarietà. Agosto è un periodo un po' difficile perciò serve l'aiuto di tutti e tutte".

 

> Leggi delle dichiarazioni rese alla stampa dal proprietario, Silvano Genta

> Leggi gli aggiornamenti e ascolta gli audio dal presidio INNSE

> Leggi il comunicato di solidarietà dalla GD di Bologna