“Escludo che possa essere avvenuto un fatto del genere. Sarebbe impossibile o quanto meno ce ne saremmo accorti. Comunque sarà la magistratura a decidere”. Le dichiarazioni rilasciate dalla direttrice del Cie Annamaria Lombardo destano qualche perplessità: all’interno di istituzioni totali come l’ex Cpt di via Mattei è probabile che si verifichino degli abusi ed è ancora più probabile che passino sotto silenzio. Intanto l’ipotesi del pestaggio da presunto che era assume consistenza: la vittima ha sporto denuncia per lesioni volontarie tramite l’avvocato Ettore Grenci. E di conseguenza ha inizio il valzer delle interpretazioni. A quanto se ne sa al momento, il fatto ha inizio nel momento in cui la donna tunisina entra in infermeria senza permesso. La sua intemperanza coinciderebbe con questo: nel non osservare una prassi e nell’infrangere una regola. Quando due giorni fa si scriveva del fatto non si sapeva niente del comportamento assunto dalla donna. Va da sé che aveva, evidentemente, bisogno di medicine e questo non è certo un dettaglio di secondo piano. Secondo la prima ricostruzione, ella è stata quindi picchiata e lasciata a terra svenuta. Non ha ricevuto assistenza medica né prima né dopo il pestaggio. Secondo la ricostruzione dei fatti che viene fatta dalla direttrice del Cie, invece, la donna si è scagliata contro il poliziotto in servizo, egli l’avrebbe allontanata e lei si sarebbe lasciata cadere a terra e poi sarebbe stata assistita. Razionalità vuole che a parlare siano, se ci sono, i lividi sul corpo della donna, lo stigma che le è stato impresso, uno dei tanti con cui è costretta a fare i conti.
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