Se da una parte, uno spazio autogestito, capace con la sua attività culturale e politica di rendere vivo e trafficato un quartiere, è costretto a dover resistere agli attacchi portati avanti da uno dei fantomatici comitati di quartiere ( composto da meno persone di quelle che in un giorno solo hanno firmato l'appello di solidarietà a Vag) che hanno costellato con le loro ottusità gli anni della gestione Cofferati, dall'altra si amplia il meccanismo di controllo sociale cittadino progettando la Bologna Grande Fratello in linea con il dispositivo che anche a Roma Alemanno e l'Unione Industriali sognano di realizzare per la qualità del business che si profilerebbe. E qui sta la chiave. I 500.000 che tra Comune e Regione verranno stanziati per la sorveglianza, sono un ottimo affare per chi si aggiudicherà l'appalto, mentre ahiloro il Vag61, cosi come anche il Lab.Crash, o più recentemente Bartleby, hanno il problema di rendere viva la città, ma a costo zero. Nessuno ci può far soldi sopra.L'innovazione tecnologica che vuole portare avanti il progetto Cofferati-Errani riguarda il passaggio dall'analogico al digitale della videosorveglianza, la sua estensione in periferia, il potenziamento del server della Centrale Radio operativa della municipale e la concessione di maggiori strumentazioni audio ai vigili. Ma l'ampliamento dei sistemi di controllo non ha portato alla diminuzione dei comitati di quartiere "antidegrado", vero esempio di utilizzo politico della società civile, che viene prima portata volontariamente ad esasperarsi - attraverso un'opinione pubblica distorta aizzata da giornali conniventi e una guerra senza quartiere condotta nei confronti di spazi sociali, bar, luoghi di ritrovo in generale - per il degrado (noi preferiamo chiamarlo socialità) e che poi, una volta messa questa socialità a tacere, non vedendo alcun cambiamento continua imperterrita nella sua isteria legalitaria.
Il fatto che la messa a tacere degli spazi di socialità sia tra l'altro stata una pura mossa politica,non motivata da alcun effetto pratico, lo si evince da come oggi sia stata anche firmata con alcuni impernditori un'intesa per riportare l'orario di chiusura dei baretti del QUadrilatero alle due, posto che essi si occupino della cura del dehors e della strada ad esso adiacente. Una soluzione che, per quanto ancora limitativa, poteva essere trovata ben prima e non dopo chiusure plurimensili dei locali in questione. Evidente il passo indietro rispetto alla battaglia portata avanti con rara crudeltà e pervasività da Cofferati nei confronti di bar et similia, solo perchè questi radunavano quantità troppo ingenti di persone. Una prova di come si sia cercato di distruggere la socialità, non per risolvere un qualche allarme sicurezza, ma solo per distruggere quelle reti di cui Bologna viveva prima dell'avvento del cofferatismo.
Come la città reagirà al prossimo insediamento a Palazzo d'Accursio è la sfida che a tutti noi tocca affrontare. Rifiutando la Bologna del Grande Fratello.
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