Alcuni giorni fa il comitato "Progetto Cirenaica" ha chiesto di fatto la chiusura di Vag61 dipingendolo, attraverso le pagine del Resto del Carlino e un servizio del Tg3 regionale, come una sorta di discoteca che diffonde musica "fino all'alba". Chi conosce davvero il nostro spazio, in quartiere e in città, se bene che non è così. Chi non è mosso da pregiudizi sa bene che Vag61 è spazio pubblico, aperto alle proposte che arrivano da associazioni e singoli, in cui si susseguono quasi quotidianamente iniziative e incontri su tematiche di attualità politica e sociale e sulla storia dei movimenti. Oltre a serate dedicate al cinema indipendente, alla poesia, alla musica, all'espressione artistica e culturale in genere. Un media center in cui si produce informazione indipendente, attraverso la rete (vedi il quotidiano on line Zic.it), il video e la carta stampata, in un continuo processo di elaborazione e confronto collettivo. Un luogo di dibattito politico sulla realtà della nostra città, un luogo di crescita di nuove soggettività e di produzione di conflitto sociale, un luogo dove si lavora "dal basso" alla costruzione di nuovi modelli di società. Uno spazio che ogni settimana ospita un mercatino biologico e attività ludiche per i bambini, frequentatissimo dalle famiglie della zona, ma anche corsi di lingua e autoproduzione musicale. Un centro di aggregazione giovanile che, con un'attenzione rivolta al quartiere, offre i propri spazi e i propri strumenti a due cooperative che seguono numerosi cosiddetti "adolescenti a rischio" della Cirenaica e del Pilastro, togliendoli dalla strada. Un luogo dove gli studenti dell'università hanno modo, attraverso stage e tirocini, di crescere culturalmente e professionalmente. Ci chiediamo come mai la Rai, che è un servizio pubblico, sia sia prestata ad una tale messa in scena, senza per altro darci neanche la minima possibilità di spiegare chi siamo e cosa facciamo davvero.
Chi abita in questa zona da prima dell'arrivo di Vag61, ricorda bene cosa fosse lo spazio di via Paolo Fabbri 110. Un luogo chiuso, spento, morto. Con le nostre attività gli abbiamo ridato vita, sottraendolo al degrado (quello vero) e allo spaccio. Con il nostro lavoro e le nostre risorse lo abbiamo ristrutturato, dotandolo man mano, a nostre spese, degli accorgimenti che servano ad evitare eccessivi disturbi a chi abita intorno e le cui esigenze certo non ignoriamo.Con il nostro lavoro e le nostre risorse paghiamo anche un affitto, non certo simbolico , al Comune di Bologna, come previsto dalla convenzione, denaro che diventa di tutti e con il quale l'amministrazione realizza una valorizzazione da un immobile che altrimenti continuerebbe ad essere abbandonato e inutile.
Le attività di autofinanziamento sono indispensabili per portare avanti i nostri progetti, ma sono anche iniziative di solidarietà per chi solo in spazi come questi riesce ad avere visibilità e sostegno, come nel caso delle cene di raccolta fondi per i lavoratori licenziati o in causa con l'azienda, dei collettivi migranti o di progetti internazionali in Palestina. Non è affatto vero che proseguono fino all'alba e cerchiamo di metterle in campo con il minimo disagio per tutti. Piuttosto, chi ha tanto a cuore la legalità si guardi intorno. In piena campagna elettorale troverà decine di cene e feste elettorali che in nome della raccolta punti (pardon... voti) di legale e autorizzato non hanno nulla.
In via Paolo Fabbri 110 continueremo le nostre attività e continueremo ad immaginare, praticare e difendere una città diversa. Il comitato lascia intendere che chiede attivamente alla Questura di risolvere il "problema", riducendo la nostra esperienza ad una questione di ordine pubblico. Noi sappiamo che sono tanti gli abitanti del quartiere che sanno come stanno le cose e sostengono Vag61. Lo dimostrano gli attestati di solidarietà che spontaneamente sono cominciati ad arrivare dopo l'articolo di giornale e il servizio della Rai. Lo dimostreranno le adesioni che stiamo rapidamente raccogliendo in quartiere ad un appello che dice chiaro e tondo: Vag61 continui ad esistere, appello che presenteremo pubblicamente nel giro di pochi giorni.
Intanto, magari, chi si firma "Progetto Cirenaica" lo renda finalmente noto, un progetto. Così, almeno, capiremo se oltre a chiedere la chiusura di uno spazio vivo del quartiere si ha anche qualcosa da proporre per chi lo abita.
A tutte e tutti diamo appuntamento il 25 aprile per festeggiare insieme, con gioia e determinazione, le Resistenze... quella di chi oltre sessant'anni fa si oppose al fascismo, quella di chi oggi difende gli spazi autogestiti dalla miopia e dal nulla che sta divorando Bologna.
L'assemblea di Vag61
> Leggi e aderisci all'appello: «Noi, residenti con Vag61»
Rivolto a chi vive nele strade della Cirenaica «Come gruppo di cittadini residenti in Cirenaica sosteniamo l'attività del Vag61, lo specifico ruolo sociale di 'rivitalizzazione' di questa prima periferia bolognese in balia della logica degli appalti e lo riteniamo un luogo indispensabile per la vita del quartiere e un'opportunità per il suo stesso futuro»
> Leggi i comunicati di solidarietà
> Conferenza stampa: Vag61 per tutti [audio]
> Vai alla feature: Noi ci autorganizziamo senza il vostro permesso