In vista della giornata di mobilitazione contro le limitazioni al diritto di manifestare che si terrà a Bologna sabato 21 marzo (un’iniziativa promossa da un cartello di sigle che va dai sindacati di base ai centri sociali), questa mattina, come una sorta di antipasto, la Questura ha annunciato che saranno denunciati cinque attivisti di Bologna Città Libera per il sit-in non autorizzato di sabato scorso. La protesta era stata organizzata in Piazza Maggiore contro il provvedimento del prefetto che vieta di manifestare nei fine settimana nel centro di Bologna dalla lista che sostiene la candidatura a sindaco dell'attuale consigliere comunale Valerio Monteventi. I cinque denunciati sono lo stesso Monteventi, Franco Bifo Berardi, l'ex segretario del Prc Tiziano Loreti, e due consiglieri Serafino D'Onofrio e Roberto Panzacchi. La Digos contesta loro il reato di manifestazione non autorizzata: hanno violato l'articolo 18 del Testo unico di pubblica sicurezza che prevede l'obbligo di presentare in Questura un preavviso per le manifestazioni di piazza. Inoltre, la Digos ha segnalato in Procura la probabile inosservanza del provvedimento del Prefetto: starà ai magistrati stabilire se i cinque di BCL, oltre che per aver manifestato senza preavviso, sono responsabili anche del reato previsto dall'articolo 650 del Codice penale, che punisce l'inosservanza a un provvedimento dell'autorità in materia di pubblica sicurezza o igiene. In questo caso, è stato violato il divieto stabilito dal Prefetto Tranfaglia in applicazione della direttiva del Ministro dell'Interno Roberto Maroni. Per l'art. 18 del Tulps (manifestazione non autorizzata) Monteventi, Bifo, D’Onofrio, Loreti e Panzacchi rischiano una pena fino a sei mesi e l'ammenda fino a 413 euro. Per l'art. 650 la pena prevista è fino a tre mesi e l'ammenda fino a 200 euro.