Siamo increduli e sdegnati per l'approvazione in Senato del disegno di legge sulla sicurezza pubblica, in particolare per quel che riguarda l'emendamento proposto dalla Lega , che cancella il divieto di segnalazione da parte del medico all'autorità giudiziaria per gli immigrati irregolari che si rivolgono ai servizi sanitari.
Come studenti di medicina, e quindi futuri medici, ma ancor prima come persone, membri di una società civile, ci uniamo al coro, trasversale e composto dalle voci più autorevoli, di proteste contro tale approvazione.
Riteniamo che non sia superfluo ribadire i disastrosi e prevedibili effetti che la nuova normativa comporterebbe:
* rottura dell'indispensabile rapporto di fiducia tra medico e paziente, che porterà gli immigrati irregolari a non rivolgersi più alle strutture sanitarie pubbliche per timore di essere denunciati;
* incentivazione di una sanità parallela, clandestina e pericolosa, a cui i migranti irregolari faranno ricorso per le proprie esigenze di salute;
* diffusione, in mancanza della possibilità di effettuare una efficace sorveglianza epidemiologica, delle malattie infettive di cui i migranti si ammalano sul nostro territorio, in conseguenza della loro precarietà e marginalità (ricordiamo che i microrganismi patogeni, non fanno distinzione tra un corpo regolare, irregolare, italiano o straniero...);
* creazione di condizioni di salute particolarmente gravi e aumento dei costi della Sanità Pubblica, per aumento delle prestazioni emergenziali a cui i migranti si troveranno costretti ad arrivare, in mancanza della possibilità di un utilizzo tempestivo ed appropriato dei servizi;
Riteniamo quindi questa norma ingiusta, immorale e cieca.
Da un punto di vista etico, è palese l'inconciliabilità con qualsiasi codice che tratti della salute o della professione medica, a partire dal Codice Deontologico, passando per la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, per finire con la nostra stessa Costituzione Italiana, che prevede, all'Art. 32, la "salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività", specificando individuo e non cittadino, perché la salute sia garantita all'essere umano, al di là del suo stato giuridico.
E' moralmente inaccettabile pensare che di fronte ad un medico esistano cittadini regolari e irregolari, non più persone, e che questi ultimi debbano essere penalizzati nell'accesso alle cure dal ricatto della denuncia.
Infine definiamo questa norma cieca, perché, pur volendo sospendere ogni giudizio etico o morale, cosa che ci è peraltro impossibile, è evidente come la stessa non produca alcun beneficio né in termini di salute pubblica, né in termini di sicurezza, né in termini di legalità, ed infine neppure in meri termini economici.
Noi studenti di medicina, futuri medici, cittadini italiani e stranieri, esseri umani, auspichiamo che la voce della società civile, e soprattutto la voce di chi non ha voce, non resti, ancora una volta, inascoltata da chi ha la responsabilità di guidare questo Paese verso una sempre maggiore Civiltà.
Gruppo Prometeo
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