Era il maggio 2006 quando il pm Paolo Giovagnoli chiese le perquisizioni e il sequestro preventivo (firmato dal gip Franco Raffa) delle due sedi del Laboratorio Antiproibizionista Livello 57, di via Muggia (sotto il ponte di Stalingrado) e di Via del Battirame (in zona Roveri).
Secondo Giovagnoli, otto persone erano accusate di aver "adibito i locali pubblici, costituiti dalle sedi di via Muggia, via Stalingrado, via delle Bisce e via Battirame dell'associazione Livello 57, a luogo di convegno di persone che ivi si davano all'uso di sostanze stupefacenti e psicotrope".
Ieri il giudice Alberto Gamberini, che si è espresso a fronte di un'istanza, presentata una decina di giorni fa dal Comune di Bologna, per rientrare in possesso degli immobili ha ordinato il dissequestro dei locali delle due sedi di via Muggia e di via Battirame (e delle relative aree).
Il Comune di Bologna rientra così in possesso degli immobili che sono stati per anni in uso al Livello 57 e che erano sotto sequestro preventivo dal 25 maggio 2006, giorno della retata dei Carabinieri. Il provvedimento di dissequestro è stato notificato oggi a Palazzo D'Accursio ad opera dei Carabinieri stessi.
I locali sono rimasti fino ad oggi sotto sequestro, nonostante ripetute richieste da parte del collettivo "Open the space" (l'ex Livello) di riaverli indietro per le loro attività piuttosto che lasciarli abbandonati al degrado. Non sono valse a questo proposito le numerose iniziative messe in piedi in questi anni: da manifestazioni street parade, da tentativi di occupazioni a denunce pubbliche.
A fine novembre la Procura di Bologna ha inviato l'avviso di fine indagine a sei degli otto indagati accusati di spaccio e agevolazione al consumo di sostanze stupefacenti.
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