NOTA PUBBLICATA DOMENICA 21 DICEMBRE 2008, ORE 20.24
Stasera c'è una notizia nuova e se avesse seguito materiale renderebbe definitivamente questo "caso-Grecia" una campana che suona per ognuno e ognuno di noi: il procuratore generale di Atene ha comunicato agli occupanti del Politecnico, protagonisti degli ulteriori fuochi della notte scorsa (in ricorrenza della seconda settimana dall'assassinio di Alexis), che hanno "poche ore" per lasciare il complesso. Lo ha fatto scavalcando il Senato accademico e il Rettorato e consegnando così alla polizia e al Ministero degli Interni potere d'intervento. Come dovrebbe essere vietato dalla Costituzione ellenica stessa, laddove riconosce qualità di diritto prevalente agli statuti autonomi delle istituzioni formative, che tuttora prevedono la "protezione" da simili interventi (il diritto d'asilo) entro le mura di scuole e università. Una protezione finora mantenuta soprattutto per l'interposizione della Chiesa Ortodossa, che è fonte riconosciuta costituzionalmente di tale diritto.
Qualcosa, evidentemente, è cambiato. Se dietro l'usbergo del potere giudiziario, qua per nulla indipendente, il governo Karamanlis devastato nell'immagine e nei consensi sceglie un tale affondo. Un gesto che, se si rendesse concreto con l'intervento violento per sgomberare il Politecnico e arrestarne gli occupanti, nel frattempo definiti dal portavoce governativo, davanti al Parlamento in seduta, "organizzazione terroristica", avrebbe un solo precedente: il massacro compiuto dal regime fascista dei colonnelli nel 1973 per reprimere la rivolta del Politecnico medesimo.
Le e gli occupanti del Politecnico di Atene hanno chiamato a raccolta "tutti i rivoltosi" di queste settimane nel campus e a sua difesa e convocato una "assemblea aperta" per questi momenti (era prevista alle 21 ora locale). La polizia non circonda ancora a vista la cinta del complesso, ma è disposta capillarmente da oggi pomeriggio tutt'intorno, lungo Akademias, Pathission e 3 Settembre.
LUNEDI’ 22 DICEMBRE 2008, ORE 5.30
Anubi osserva l'alba surreale di Atene... quasi sparita la polizia intorno al Politecnico che resta avocato dalla procura... e occupato fino al concerto di stasera...
LUNEDI’ 22 DICEMBRE 2008 ORE 6.30
L'assemblea urgente convocata al Politecnico occupato in seguito ai segnali di imminente attacco della polizia si è svolta nell'aula principale dell'edificio di Architettura, che affaccia sulla Sturnari sguarnita già dalla vigilia dalla presenza dei Mat e della polizia ordinaria e che porta tutti i segni della battaglia della notte precedente.
Composizione varia e mista: parte del nucleo permanente dell'occupazione, tessuto studentesco "largo", pochi militanti esterni, presenze dagli altri poli universitari occupati (Asoee e Legge) che già avevano deliberato l'autosgombero prima dell'inizio della settimana di Natale. Militanti esterni, pochi. Osservatori dal collettivo delle strutture e delle associazioni di quartiere di Eksarchia. Aula gremita.
Assemblea rapida: convocata per le 21, cominciata 40 minuti dopo prima radunando la gente affluita nel cortile interno del Politecnico e poi trasferendosi in aula, report degli occupanti sulla situazione, report di conferma delle decisioni di Asoee e Legge e anche dell'occupazione della sede del sindacato generale Gsee terminata già in serata - tutte si mettono a disposizione per l'eventuale difesa - , discussione breve, proposta finale di deliberazione a restare in occupazione senza scadenza ma indicando come solo appuntamento il concerto gia' previsto dalle 18 (ora di Atene, di oggi lunedì 22/12).
I presidi ai cancelli e sui tetti sono ordinari. Il nucleo notturno di permanenza nel Politecnico anche: l'essenziale del servizio di autodifesa e di logistica, turni di veglia inalterati, solito asilo a dipendenti da sostanze piu' malmessi, bambini rom e migranti senza tetto sicuro.
Fino all'alba la polizia lascia presidi solo sul retro del Politecnico, sulla Zaini all'altezza della cinta del Museo epigrafico. Mat solo là e sulla Temistoclou, solito servizio imponente attorno alla sede del Pasok. Niente sulla Solonou, sulla Akademias e nelle traverse. Niente neanche sulla Pathission e nelle traverse della Sturnari, nemmeno nella Kaningosw oramai bruciata per un terzo. Riserva di pullman blu dei poliziotti presente, tenuta dietro la 3 settembre. Molti passaggi di auto civili della polizia politica ai confini di Eksarchia e intorno alla Pathission.
Quartiere di Eksarchia piombato in un semideserto totalmente insolito dei locali, a partire da quelli dichiaratamente alternativi. Ronde continue della rete informale di autotutela dei vicini, con auto e moto di vedetta tutta la notte e "sentinelle" a piedi negli incroci strategici. Vigilanza diffusa anche dei migranti. Scomparso anche il "traffico" ordinario all'ombra degli alberi sulla piazzetta Eksarchion.
Via vai di singoli, coppie e piccolissimi gruppi solo all'angolo della Missolungi dove il 6 sera è stato assassinato Alexis. Fiori freschi a decine di mazzi, raddoppiati i ceri, le candele, i disegni, le foto e i testi che tappezzano i muri del corner, i doni ad Alexis: orsetti, bottiglie, sigarette, accendini, cioccolate, dolcetti, bandiere, sciarpe di varie tifoserie di calcio e di basket, magliette con scritte a mano, dvd, libri, ciclostilati, quaderni, fogli con messaggi, poesie, riflessioni, pietre...
Prima dell'assemblea al Politecnico, dopo la notizia data da un prorettore della sottrazione del controllo sull'ateneo da parte della procura generale e delle conferme da parte di questa - che aveva mandato l'avviso agli occupanti di "poche ore per lasciare gli edifici" - , azioni contro gli sportelli bancomat in coda alla manifestazione serale (alcune centinaia) a Kaisariani. A Ilion il corteo convocato dagli anarchici, attaccati un ufficio governativo, quattro banche e varie sedi di Nea' Demokrathia, distrutte le installazioni di videosoveglianza. Un gruppo mobile di comunicazione di 150 partecipanti ha interrotto con lettura di comunicati, esposizione di striscioni e distribuzione di volantini gli spettacoli in corso in 15 teatri di Atene. Sulla Solonos, all'angolo di Legge, gli impanti idraulici fuori controllo della centralina elettrica bruciata allagano ancora la strada dall'edificio della Tyresia, societa' di servizi alle banche attiva principalmente nel censimento delle insolvenze e data alle fiamme la notte fra sabato e domenica.
Due sole ipotesi circolano sugli eventi delle prossime ore:
1) un raid della polizia nel Politecnico prima del concerto di stasera, al mattino, che avrebbe il solo senso di "segnare il punto" e infrangere il tabù del diritto all'asilo nelle scuole e nelle universita', per la prima volta dal 1973 senza alcuna autorizzazione del senato accademico, diversamente dal precedente del 1995 quando furono 600 gli arresti degli occupanti nel campus sgomberato: ma quanto a questo, stavolta sarebbero pochi gli "organizzati" e gli "anziani" nel bilancio degli arresti;
2) vista questa politica degli occupanti, la polizia non interverrà fino allo svolgimento del concerto, aspettando che con la sua conclusione si chiuda anche l'occupazione: seguirebbero i giorni natalizi, con il corollario di una vasta operazione repressiva mirata ad arresti "selettivi", direttamente a domicilio dei singoli identificati dai video e dagli infiltrati e delle strutture più esposte. Una sfida dilazionato e più insidiosa, ma comunque una sfida al prosieguo e allo sviluppo d'un movimento di ribellione che nessuno ritiene semplicemente rifluibile.
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