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SERGIO BELLAVITA (segretario generale Fiom-Cgil Parma):
La gravità di quanto accaduto a Parma nei confronti di un giovane studente ghanese, Emmanuel Foster è tale che non ci si può fermare alla semplice denuncia.
Assistiamo ormai periodicamente all'affiorare di episodi di brutale violenza, sfruttamento e razzismo che colpiscono i migranti che attraversano questa città vetrina.
Il clima di odio razziale e di violenza che si vive in città è responsabilità diretta del Sindaco Vignali, tanto impegnato ad alimentare l'ossessione sicurezza, tanto poco impegnato a costruire politiche sociali degne di questo nome.
Questo razzismo attraversa ormai tante città d'Italia, promosso dalla legge Bossi-Fini e dal più recente pacchetto sicurezza che favorisce l’equiparazione di migranti e criminali, mentre nulla fa per i permessi di soggiorno che non vengono rinnovati, per le case che è impossibile affittare, per i ricongiungimenti impossibili da ottenere. A Parma come altrove questo razzismo si ammanta del più becero perbenismo di amministratori incolti e gretti la cui unica preoccupazione è quella di offrire una città “ordinata” al crescente malessere sociale che colpisce in primis i lavoratori e le lavoratrici aggrediti da una condizione di precarietà fatta di bassi salari e di sfruttamento intensivo sul lavoro che si estende a macchia d'olio.
Un razzismo che è tuttavia utile alle tante imprese che possono così beneficiare di uomini e donne facilmente ricattabili grazie alle vergognose leggi sull'immigrazione che legano rigidamente il permesso di restare in questa poco accogliente nazione all'esistenza di un contratto di lavoro.
Ciò è ancora più clamoroso se si pensa che Parma è una città che, con la stessa facilità con cui ha rimosso il clamoroso crack finanziario di Parmalat, di cui le responsabilità sono bianchissime e italianissime, si appresta a costruire un nuovo mostro inutile, la metropolitana, con dei costi sociali enormi.
Una città governata con il manganello e il fischietto che non perdona chi si macchia di atti ignobili come gettare mozziconi di sigaretta e lattine per terra o guidare la bicicletta usando il telefonino, ma è clemente con i grandi interessi economici e finanziari.
La condizione di paura e di ricatto in cui pretendono di ricacciare i migranti e le migranti di questa città non può essere in nessun modo tollerata, né taciuta.
Occorre costruire una risposta immediata,di mobilitazione contro le politiche repressive di quest'amministrazione.
A partire dai lavoratori e dalle lavoratrici migranti, dalla loro necessità di riprendersi la parola, per discutere e organizzare le risposte più adeguate a questa situazione sempre più opprimente.
Una mobilitazione in grado di connettersi al mondo del lavoro in generale, di parlare alla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici italiani/e proprio perché la condizione del lavoro migrante è usata da “lor signori” per rendere tutti i lavoratori ricattabili, flessibili, precari, pronti a rispondere ai bisogni dell'impresa e del mercato.
Per queste ragioni il prossimo 18 ottobre vogliamo costruire una grande assemblea operaia dei lavoratori e delle lavoratrici migranti metalmeccanici di Parma.
FEDERAZIONE PROVINCIALE DI PARMA RDB-CUB:
La Federazione Provinciale del sindacato di base Rdb-Cub esprime massima vicinanza e solidarietà a Emmanuel Foster aggredito e picchiato da chi avrebbe proprio il compito di tutelare l'incolumità di tutti i cittadini.
Esprimiamo lo sdegno e la rabbia verso l'ennesimo episodio di vergognosa intolleranza e xenofobia avvenuto in una città che ha un passato di lotta per i diritti civili e per le libertà.
Non è il primo episodio che vede "squadre" di Polizia Municipale intervenire con modalità illegittime ed apertamente in contrasto con la deontologia professionale, l'umanità e la stessa legge.
Vogliamo solo ricordare il trattamento riservato qualche mese addietro alla ragazza nigeriana buttata per terra nelle celle dei vigili.
Nella città della "Carta di Parma"che intende sicurezza solo come ordine pubblico, sono purtroppo tanti gli episodi di razzismo, anche in divisa, che stanno imperversando, come su tutto il territorio italiano, frutto delle scellerate e xenofobe politiche della "sicurezza" cavalcata dalla destra di governo e cittadina che etichetta il "diverso", l'immigrato, come criminale o potenziale delinquente, spesso scordandosi che il vero allarme sicurezza è quello che tocca famiglie, singoli e persone meno abbienti: aumento del costo della vita, bassi salari per tutti (ma alti profitti per pochi), disoccupazione in aumento, precarietà lavorativa, riduzione dei servizi assistenziali e sociali.
Una città che ha visto scandali come quello della Parmalat e da ultimo Guru, dovrebbe interrogarsi cosa c'è veramente di marcio nella sua economia e nella sua società.
Come sindacato presente nelle RSU Comune di Parma esigiamo l'immediata individuazione dei responsabili e la conseguente SOSPENSIONE dal Corpo della Polizia Municipale di Parma, chiedendo allo stesso sindaco, all'assessore competente ed al comandante l'inizio di una seria verifica all'interno del Corpo sulla democraticità di questo e sul rispetto della professionalità e dell'etica che dovrebbero contraddistinguere ogni appartenente alle forze di polizia, siano esse locali o nazionali.
NANDO MAINARDI (segretario Prc Emilia Romagna):
VERGOGNA A PARMA
Il pestaggio dello studente ghanese Bonsu Foster avvenuto a Parma è una vergogna: quando il razzismo indossa una divisa e la violenza viene praticata da chi dovrebbe tutelare i cittadini, significa che siamo davvero messi male.
Questo allucinante episodio – che segue peraltro al maltrattamento di qualche
settimana fa compiuto ai danni di una prostituta nigeriana sempre a Parma – deve
aprire una seria discussione sul vero segno delle politiche securitarie, contro le figure sociali più deboli e contro chi ha un colore diverso della pelle.
Chiediamo perciò un provvedimento immediato e esemplare nei confronti degli autori del pestaggio nei confronti di Bonsu: l'Amministrazione Comunale di Parma dia un segnale di civiltà e di pulizia, e dimostri con i fatti di non condividere quanto avvenuto.