Abdul è morto poche ore fa, a 19 anni, ucciso a colpi di spranga. Era semplicemente uno dei tanti ragazzi che ieri sera hanno trascorso o concluso il loro sabato sera allo spazio pubblico Leoncavallo. Lui non ci è arrivato.
In queste ore sentiamo parlare del "clima" entro cui l'omicidio di Abdul è maturato. Forse sarebbe più opportuno superare le immagini meteorologiche e esplicitare la concreta degenerazione dei rapporti sociali, il crescere dell'intolleranza nella città di Milano e nel Paese. Processo che ha molti responsabili, a partire da coloro che costantemente esasperano il tema dell'immigrazione.
La normalità del razzismo, la banalità del pogrom, la leggerezza dell'odio, formano la cornice entro cui si legittima e giustifica ogni singola azione.
Abdul è uno dei tanti illuminato dal fuoco sui campi rom da parte dei bravi cittadini, dalle vetrine delle sedi neonaziste, dai sorrisi con cui la politica dichiara ormai impunemente cose prima impensabile se non penalmente rilevanti.
Anche in questo caso, come altre volte, si dirà che la politica non c'entra: è il solito gioco dello scaricabarile di una responsabilità oggettiva. Ma a questo gioco noi non ci stiamo.
lunedì 15 alle ore 21,30 al Leoncavallo Spa è convocata un'assemblea pubblica.
AGGIORNAMENTO. Nella giornata di lunedì è stato poi rettificato che:
L'assemblea pubblica convocata presso lo Spazio Pubblico Leoncavallo alle 21 di questa sera si svolgerà alla medesima ora ma in Via Zuretti angolo Via Zuccoli nella forma di un presidio.
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