La manifestazione dei migranti del 5 luglio '08

Questo è solo l’inizio!

Le lavoratrici e i lavoratori migranti hanno attraversato le strade del centro di Bologna per urlare a tutta la città la propria rabbia contro il “pacchetto sicurezza” del governo, contro il reato di immigrazione clandestina, contro l’aggravante di clandestinità e la schedatura dei bambini rom, contro i centri di detenzione per migranti, contro il legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno. D’ora in poi, nosi tornerà più indietro, si lavorerà alla costruzione di un percorso comune di lotta verso uno sciopero del lavoro migrante come sciopero di tutti i lavoratori contro la legge Bossi-Fini.

10 luglio 2008 - Coordinamento Migranti Bologna e Provincia

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no al pacchetto sicurezza contro i migranti

“Questo è solo l’inizio”. Prima in arabo, poi tradotta in tutte le lingue, questa frase è stata cantata e gridata da più di mille migranti assieme a decine di antirazzisti che hanno partecipato alla manifestazione del 5 luglio. Le lavoratrici e i lavoratori migranti hanno attraversato le strade del centro di Bologna per urlare a tutta la città la propria rabbia contro il “pacchetto sicurezza” del governo, contro il reato di immigrazione clandestina, contro l’aggravante di clandestinità e la schedatura dei bambini rom, contro i centri di detenzione per migranti, contro il legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno. Contro questo e per una regolarizzazione permanente slegata dal lavoro e dal salario, le centinaia di persone in corteo hanno improvvisato un rumoroso sit-in di protesta davanti alla Prefettura al grido “libertà, libertà” e hanno raccolto le loro impronte in un telo bianco davanti a Piazza Nettuno per dire che “i bambini vanno lasciati in pace!”.
“Se i migranti sono liberi siamo tutti più sicuri”. Questo era scritto sullo striscione di apertura tenuto da migranti e italiani che hanno così dimostrato di non avere più paura! Più di mille migranti in manifestazione lungo via Indipendenza, davanti al Palazzo del Governo e in Piazza Re Enzo hanno dimostrato che è possibile vincere la paura e prendere la parola anche quando tutti tacciano per il timore di suscitare razzismo, di produrre divisioni, convinti che non sia il momento di farsi sentire. Esattamente come quando tutti hanno taciuto davanti all’incapacità del precedente governo di centro-sinistra, che non ha fatto nulla neanche per diminuire i tempi di attesa per il rinnovo del permesso di soggiorno. Anzi li ha allungati con il sistema di rinnovo attraverso le Poste! Più di mille migranti provenienti da tutta la provincia di Bologna, da Ferrara e da Reggio Emilia, hanno dimostrato invece che questo è il momento di vincere la paura, di prendere la parola e lottare per la libertà dei migranti, per la libertà di tutti! Lo hanno dimostrato con una manifestazione come sempre pacifica e colorata, piena di bambini e famiglie migranti che hanno conquistato la città, che ha lanciato anche un forte grido di solidarietà verso i detenuti nel CPT di via Corelli a Milano, da sabato mattina in sciopero della fame. Davanti a tutto questo gran parte dei giornali ha visto solamente un piccolo parapiglia prima della manifestazione. Complimenti. Il Coordinamento Migranti Bologna e provincia guardava intanto avanti con tutti gli altri migranti. E da parte nostra noi continueremo a lavorare giorno dopo giorno, assemblea dopo assemblea, per fare in modo che la voce dei migranti sia più forte della paura, più forte del silenzio che fino al 5 luglio aveva avvolto Bologna.
Guardiamo avanti perché la piazza, il 5 luglio, ha già rilanciato: “Non abbiamo più paura. Vogliamo lo sciopero del lavoro migrante”. Lo sciopero è la parola d’ordine più volte ripetuta durante il corteo e che ha concluso la manifestazione. In centinaia l’hanno urlata denunciando che il pacchetto sicurezza e la legge Bossi-Fini vogliono ridurre in silenzio le lavoratrici e i lavoratori migranti. Lo strumento è ricatto del contratto di soggiorno per lavoro e la minaccia dell’espulsione, che costringono i migranti ad accettare qualsiasi lavoro e qualsiasi livello salariale. Noi sappiamo che indeboliscono il lavoro migrante per indebolire tutto il lavoro. Ma noi non rimarremo più in silenzio: non vogliamo più subire la divisione tra italiani e migranti che queste leggi vogliono imporre. Per questo d’ora in poi lavoreremo alla costruzione di un percorso comune di lotta verso uno sciopero del lavoro migrante come sciopero di tutti i lavoratori contro la legge Bossi-Fini: non torneremo più indietro, questo è solo l’inizio! Torneremo presto, infatti, a denunciare la scandalosa gestione delle pratiche di rinnovo: non è possibile che dopo aver aspettato più di un anno, intere famiglie di migranti si ritrovano con un permesso rinnovato, ma già in via di scadenza, o addirittura scaduto!

Per una cronaca della manifestazione e materiale audio-video:

http://www.coordinamentomigranti.splinder.com/

Coordinamento Migranti Bologna e Provincia
coo.migra@yahoo.it
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