A Vag 61 venerdì 4 luglio 2008

Looking back at Genova, looking forward to la Maddalena

A sette anni di distanza dalle giornate del G8 di Genova, le verità storicamente acquisite ed ampiamente documentate sulle violenze e le torture praticate dalle forze dell'ordine nella caserma – lager di Bolzaneto e la "macelleria messicana" della scuola Diaz, non troveranno mai riscontro nelle aule giudiziarie. Una serata all’Officina dei Media Indipendenti di via Paolo Fabbri 110, con avvocati del Genova Legal Forum, col "survivor" Mark Covell e la Rete Invisibili.

28 giugno 2008

Genova G8 Robokop 1

H 19:30 – Presentazione del libro a fumetti: "Dossier Genova G8" con F. "Baro" Barilli - Reti Invisibili

H 20:30 – CENA SOCIALE a sostegno del Network di EFA - Emotional First Aid

H 21:30 – Aggiornamento legale sullo stato dei processi con S. Sabattini - Genoa Legal Forum

H 22 – Presentazione del progetto europeo EFA con Mark Covell – Giornalista e "survivor" Diaz
Simon - EFA Network

H 22:30 – Proiezione del video: Don't Clean Up The Blood: The Story of the Diaz Raid (2008, 40')


A sette anni di distanza dalle giornate del G8 di Genova, le verità storicamente acquisite ed ampiamente documentate sulle violenze e le torture praticate dalle forze dell'ordine nella caserma–lager di Bolzaneto e la "macelleria messicana" della scuola Diaz dovrebbero assumere l'ufficialità di verità giudiziaria con l'emissione delle sentenze contro i tutori dell'ordine sotto processo.
E' d'obbligo l'uso del condizionale poiché gli ultimi provvedimenti posti in essere dal governo di destra, lo stesso che si rese artefice nel 2001 delle più gravi violazioni ai diritti civili della storia repubblicana, porteranno al blocco totale di 100.000 procedimenti in corso tra cui quelli relativi ai fatti di Genova, che vedono coinvolti, in veste d'imputati, dirigenti, funzionari, medici e semplici agenti responsabili dell'efferato piano di sospensione dei diritti costituzionali e dello stato di diritto.
La militarizzazione della città, la violenza cieca contro i manifestanti e la criminalizzazione indiscriminata furono i mezzi con cui lo stato tentò di stroncare l'opposizione sociale alle catastrofiche politiche neo-liberiste dei grandi della Terra. Sette anni di lotte e di conflitto hanno invece prodotto movimenti fortemente radicati e determinati nella difesa ad oltranza dei territori e delle risorse comuni.
Da parte sua lo Stato risponde istituzionalizzando la militarizzazione permanente delle città e dei territori "a rischio" (i 2500 militari in strada con funzioni di ordine pubblico nelle grandi città, i vari pacchetti sicurezza, i rastrellamenti contro i migranti, le impronte digitali ai bimbi rom, la clandestinità come reato penale), inasprendo le normative repressive di una legislazione definita emergenziale ormai da trent'anni. Insieme a questo "razzismo-fascismo" istituzionale viene tollerato, quando non alimentato, un "razzismo-fascismo" sociale che ha prodotto veri e propri pogrom contro i migranti e i rom, aggressioni e spedizioni punitive contro gli spazi autogestiti o ragazzi con il look "non confacente".
Sempre più gli eventi di oggi ci convincono che il clima cileno del G8 2001 fosse null'altro che una prova generale di come gli stati nazionali, e quello italiano in testa, declinino la teoria della guerra globale permanente ad uso interno di controllo sociale e di repressione del conflitto.
Ripensare a Genova, preparandoci per contestare il G8 de La Maddalena 2009, vuole dire capire e disvelare la folle corsa distruttiva di un capitalismo in decomposizione che ha costantemente bisogno di milioni di vittime per sopravvivere e un sistema di potere/comando che ha come obiettivo prioritario la distruzione del conflitto sociale.

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