Tra febbraio e ottobre 2008, in diverse città e paesi dell'Europa e del mondo, avrà luogo una serie di eventi, proteste ed azioni contro il regime dei confini, contro la detenzione e le deportazioni, contro lo sfruttamento del lavoro migrante e al fine di una generale regolarizzazione dei migranti. Questa catena di lotta transnazionale si svolgerà in continuità con le tre giornate di azione per la libertà di movimento e il "diritto di restare" lanciate nell'ambito del forum sociale europeo, ma intende rappresentare anche qualcosa di più. L'espressione transnazionale delle lotte dei migranti contro il "mostro" dei controlli delle migrazioni non deve infatti rimanere un evento simbolico che si ripete ogni anno, ma un'occasione per ripensare in scala allargata lo spazio delle lotte dei migranti che hanno luogo ogni giorno nei singoli paesi.
Lo scopo delle varie iniziative a livello internazionale è infatti la cancellazione delle molteplici discriminazioni di cui i migranti fanno esperienza ogni giorno,in Europa e oltre. Dai lavoratori stagionali che sono sfruttati nei campi dell'Andalusia, in Spagna, ai migranti "regolari" che vivono e lavorano ogni giorno nello spazio europeo; dai migranti senza documenti che lavorano in nero in Italia o in Gran Bretagna, nelle fabbriche o nelle case, come molte donne, ai rifugiati "tollerati" che vivono in un campo nella Germania del nord, o che sono rinchiusi in un centro di detenzione in Grecia, in Polonia o sulle frontiere d'Europa esternalizzate in Marocco o Ucraina: tutti loro attraversano e sfidano i confini, combattendo quotidianamente contro quel "mostro" che è il regime di controllo delle migrazioni.
A dispetto delle differenze tra le realtà e le lotte nelle diverse regioni, paesi o continenti del mondo, lo sfruttamento capitalistico è infatti un fenomeno globale, fatto di filtri e zone, gerarchie e ineguaglianze, frontiere interne ed esterne. La clandestinizzazione e le deportazioni da una parte, l'inclusione selettiva ed il reclutamento della forza lavoro migrante dall'altra non sono che due facce della stessa medaglia: le migrazioni sono controllate attraverso un regime di apartheid globale,basato sulle gerarchie dei diritti e sulla discriminazione razziale. I paesi con salari più bassi nel sud sono usati come leva economica per l'abbassamento complessivo dei salari attraverso l'esternalizzazione della produzione, mentre i bassi salari nel nord mettono al lavoro giovani migranti, cercando di mantenerli obbedienti attraverso il ricatto del permesso di soggiorno.
I crescenti movimenti promossi da rifugiati e migranti sfidano così le frontiere sociali e legali all'interno dell'Europa. Le molteplici lotte dei migranti minano alle fondamenta, attraversano e attaccano il sistema brutale e omicida di controllo delle migrazioni e di sfruttamento razzista. In tale contesto, questo progetto su scala transnazionale mira dunque a costruire legami tra le lotte portate avanti in ciascun paese, costruendo una comunicazione e un'organizzazione che attraversino i confini, nella consapevolezza che la rivendicazione della libertà di movimento e del "diritto di restare" punta direttamente al "cuore del mostro" che i migranti ogni giorno, dovunque, stanno combattendo.
Oltre all'Italia, prenderanno parte al movimento anche i Paesi Bassi, la Spagna, il Mali, la Grecia, il Regno Unito, la Polonia, la Germania, la Svezia ed il Marocco, con giornate di protesta organizzate nelle principali città e, soprattutto in quelle zone dove le lotte dei migranti sono supportate da motivazioni particolarmente gravi ed urgenti.
Sul versante italiano è già prevista un'iniziativa di massa per la regolarizzazione di lavoratori migranti irregolari e profughi, che si terrà a Torino il prossimo 8 marzo e vede protagonista il Tavolo Migranti italiano.
Ulteriori informazioni sull'organizzazione delle lotte nei differenti paesi sono comunque disponibili sul sito www.noborder.org o all'indirizzo email frassainfo@kein.org .