Il Sutti, presidente della ATC, ha annunciato il suo gran rifiuto di continuare la gestione dell'azienda trasporti di Bologna perché i tagli decisi ai manager delle società pubbliche porterebbero il suo stipendio a 90.000 (NOVANTAMILA) Euro.
Una decisione che sicuramente non ci lascia con l'amaro in bocca ma che è offensiva nei confronti delle decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani che nella nostra città sono costretti a tirare avanti con 1.000 euro al mese.
Gravissime, considerando le parti che lo hanno espresso, le prese di posizione da parte del sindaco Cofferati e dell'assessore Zamboni, che come rappresentanti e amministratori dei cittadini di Bologna dovrebbero avere più pudore nell'esprimere comprensione e solidarietà al super pagato presidente dimissionario, considerando la condizione di immiserimento e di precarietà che sta coinvolgendo una sempre più larga fetta della cittadinanza bolognese.
La vergogna non è nel "tagliare" lo stipendio a Sutti ma averlo pagato fino ad ora 250.000 Euro.
Provino: Sutti,Cofferati e Zamboni a vivere per un mese solo con lo stipendio di un dipendente ATC, magari precario, poi ne riparliamo.
Invece di stringersi attorno al boiardo di turno, noi pensiamo piuttosto a come scongiurare i processi di smantellamento del servizio di trasporto pubblico locale, e a calmierare la crescita "nascosta" che abbiamo registrato nel costo degli abbonamenti al servizio di trasporto pubblico.
Per fare tagli e privatizzazioni, non serve certo una "testa d'uovo" ma un altro tipo di "testa" che non oggettiviamo per non essere volgari.
Forse con un presidente meno esoso si riesce ad avere qualche piccolo risparmio che una volta tanto non si basi sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini utenti.