Quasi tutte le moderne società, oggi soffrono degli stessi problemi: la disoccupazione, la scarsa scolarizzazione, la crisi da sovrapproduzione che grava sui produttori, che non hanno a chi vendere ciò che producono, la concorrenza dei paesi emergenti come Cina e India, la globalizzazione della produzione.
L'effetto visibile di ciò, che molti di noi sperimentano quotidianamente, è la difficoltà di arrivare alla fine del mese, di trovare un lavoro stabile, di poter pagare affitti e bollette, la quasi impossibilità di poter accedere alla scuola avanzata, alla cultura ed all'intrattenimento. Tutti sintomi di uno stato di carestia.
Ma se andiamo a guardare, siamo in una fase definibile come l'opposto della carestia. Le aziende, soprattutto quelle medio-piccole, magari agricole, hanno i magazzini colmi di merce invenduta perchè non riescono a competere a livello internazionale. Inoltre oltre i 2/3 dell'economia sono ormai formati dai servizi, lavoro immateriale che non dovrebbe conoscere la scarsità di materia prima in quanto essa è essenzialmente il lavoro mentale e fisico delle persone. La disoccupazione, in termini semplicistici, può essere vista come una situazione in cui c'è gente con tanto tempo libero, che potrebbe impiegare per produrre beni e prestare servizi e riceverne altrettanti in cambio, ma che è impossibilitata a farlo perchè mancano i soldi per dar corso alle transazioni. Sia come paese, che come continente, produciamo più di quello che ci serve, l'unica risorsa scarsa sono i soldi.
Bernard Lietaer, uno dei più grandi esperti al mondo di questioni monetarie ed uno degli architetti dell'Euro presso la banca centrale del Belgio, sostiene che " il denaro è come un anello di ferro che ci siamo messi al naso. Abbiamo dimenticato di averlo progettato noi, ed ora è esso che ci trascina."
Secondo lui, quello che dicono i libri universitari di economia, Cioè che le persone e le corporation competono per i mercati e le risorse, è errato. Essi competono per il danaro, usando i mercati e le risorse per ottenerlo. Quindi progettare ed usare denaro differente vuol dire in effetti ri-orientare gran parte dello sforzo collettivo dell'umanità.
Lietaer parte dalla convinzione che l'avidità e la paura della scarsità che la genera, non siano tratti immutabili della natura umana, ma sentimenti continuamente amplificati dal tipo particolare di moneta che usiamo, dal come essa è tecnicamente progettata per agire. Ma Lietaer dice altro: è possibile progettare monete complementari che si oppongono alla finanziarizzazione dell'economia e che centrino di nuovo l'attenzione delle persone sulla produzione e sul lavoro. Strumenti di opposizione fattiva alla delocalizzazione produttiva, alla perdita di posti di lavoro locali ed alla loro precarizzazione.
Margrit Kennedy, la nota economista tedesca promotrice delle monete locali in Germania, è solita raccontare questa storiella, che ciascuno di noi potrebbe vivere domattina: Una donna va in un hotel e tira fuori un biglietto da 100 euro per prenotare una camera per la notte. Con quella banconota l'albergatore paga il panettiere, la cui moglie esce e va a comprarsi un vestito, il sarto porta la macchina a riparare, e il meccanico, sempre con la stessa banconota, paga un venditore ambulante di cellulari, che poi va in albergo a prendere una camera per la notte e paga con quella banconota da 100 euro. Ma proprio in quel momento arriva la donna dell'inizio della storia, che dicendo di non volere più la camera, si riprende i 100 euro e la banconota torna quindi nelle sue mani. Appena esce dall'albergo, con l'accendino le da fuoco...perchè, dice, era falsa!
La morale della storia è che per mezzo di una sola banconota da 100 euro si sono scambiati in un solo giorno almeno un valore di 500 euro di beni e servizi. Con una sola banconota, peraltro falsa. Traiamo da questa storia qualche conclusione: il denaro non ha un valore intrinseco, infatti i soldi erano falsi; il valore che attribuiamo al denaro è dato dalla fiducia che riponiamo in esso; essendo il denaro una misura di valore, misura tanta più ricchezza scambiata, tanto più velocemente circola.
Di fatto già esistono molte "monete" complementari in uso, anche se non le chiamiamo cosí. I buoni pasto (ticket-restaurant) o i coupon dei frequent flyer delle compagnie aeree, che sono addirittura scambiati nel mercato grigio..
Possiamo definire come complementare una moneta che non si sostituisce alla moneta nazionale (nel nostro caso, l'Euro), ma che la affianca, permettendo lo scambio tra persone, nella comunità in cui si diffonde, che hanno tanto da scambiare ma poca unità di scambio per farlo. Ma perché fare, progettare, una moneta complementare? Quali sono i vantaggi reali che può offrire?
Innanzitutto c'è da notare che una moneta complementare per sua natura, non essendo a corso forzoso, cioè non essendoci uno Stato che punisce chi non la accetta, si diffonde normalmente in una ristretta area locale, in cui produttori e negozianti l'accettano, e cosí facendo, diminuisce la scarsità di unità di scambio e crea ricchezza aggiuntiva.
Sembrerebbe strano chiamare un vicino agricoltore e dirgli: ho visto che hai molte pere nel tuo frutteto che non raccogli, me ne dai un pò? Ti sentiresti in obbligo di dargli qualcosa in cambio, ma se poi devi pagare in moneta scarsa (Euro), tanto vale andare al supermercato. Cosí le sue pere marciranno perchè tu comprerai quelle importate, vendute a prezzi stracciati. Prodotte, chiaramente, in qualche paese dove la manodopera è vicina ad un costo zero e dove non ci sono diritti sindacali. E comprando quelle pere, contribuirai inevitabilmente a mandare in rovina i produttori locali ed a distruggere posti di lavoro sul tuo territorio! Un gatto che si morde la coda, insomma.
Avendo invece una moneta locale abbondante, comprare le pere dal vicino diventa una scusa per interagire. E da li parte una esplosiva economia locale che da lavoro a tanti che non ce l'hanno, mantenendo in loco la ricchezza che questo lavoro produce, e senza inquinare il pianeta con trasporti energivori ed imballaggi. Magari, senza neanche la necessità di fare una TAV per trasportare velocemente merci da una parte all'altra dell'Europa!
Un altro effetto poi di avere molte monete complementari su base locale è quello di disporre di un ammortizzatore rispetto alle crisi finanziarie mondiali - ai su e giù della finanza impazzita - come dicono i fondatori del circuito "Regiogeld" tedesco, che conta più di 50 monete complementari. Uno strumento di stabilità dei prezzi locali e quindi di mantenimento del potere di acquisto individuale.
Ma la prima ragione per cui sono nate le monete complementari è la lotta alla disoccupazione. Le prime monete contemporanee nascono infatti nell'Inghilterra della de-industrializzazione della Thatcher, come risposta dal basso dei disoccupati all'impossibilità di procurarsi reddito sufficiente per i propri bisogni. Come sostiene Rifkin nel sul libro "La fine del lavoro" la disoccupazione è strutturale; i lavori (jobs) saranno sempre meno, dato che l'aumento di produttività dovuto alle tecnologie permetterà nei prossimi 30 anni di produrre tutto il necessario per il pianeta con il lavoro di una piccolissima frazione di persone. Bene, cosa farà il resto? Morirà di fame?
Una delle monete complementari più di successo è Ithaca Hour, creata da Paul Glover nel 1991 in una città dello stato di New York, Usa. Ithaca Hour ha un valore di $10, l'equivalente teorico di un ora di lavoro, molti milioni di dollari di valore equivalente sono stati movimentati dai residenti, più di 500 aziende e 100 organizzazioni non profit la accettano, programmi popolari sono stati finanziati attraverso di essa tramite prestiti a tasso zero, ed è anche stata donata dall'ente di gestione all'amministrazione locale per fare lavori pubblici senza alzare le tasse.
Gli agricoltori di Ithaca la accettano e la usano per assumere qualcuno che li aiuti con i raccolti, o con lavori di riparazione e migliorie, alcuni proprietari (specie se non hanno a loro volta mutui) accettano un affitto pagato in Hours, in tutto o in parte. I negozi locali accettano ovviamente questa moneta, riuscendo a sopravvivere alla concorrenza delle grandi catene di ipermercati come Wal-Mart, e vendendo soprattutto prodotti locali. C'è anche una banca di credito cooperativo di Ithaca, la Alternative Credit Union, che ha conti correnti in moneta locale.
Usando monete complementari locali si crea insomma un vantaggio a favore della sostenibilità locale, sia in termini ecologici che sociali.
Ma la moneta complementare è anche un volano per facilitare innovazione sociale a livello locale. L'ultima fatica di Glover, sono le mutue sanitarie cooperative: in USA non c'è una sanità pubblica, ma con il controvalore di $100/anno, sia a Ithaca che a Philadelphia si può avere una copertura sanitaria ed a Ithaca ha appena aperto una clinica gratuita, creata con le Hours. Glover sta anche lavorando alla creazione di "Ecolonies", nuove forme abitative, totalmente eco-compatibili, che uniscono spazi individuali a spazi comunitari (co-housing), finanziate anche attraverso le Hours.
Per concludere, quindi, abbiamo visto come le monete complementari possono essere una "macchina" per superare, o almeno mitigare, i fattori negativi di questa economia globalizzata, e possono, nel farlo, generare una nuove forme di socialità coesa che riesce ad autoprodursi e ad autogestirsi molti dei servizi essenziali.
Che aspettiamo a "farci il nostro denaro" anche qui in Italia?
Paul Glover, il fondatore di Ithaca Hours, sarà in Italia nel mese di maggio per una serie di incontri in diverse città italiane. Maggiori informazioni sulle date e sui luoghi, si possono trovare sul sito Socialforge (www.socialforge.net).
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