La Destra di Storace alla Coop

La Coop sei tu: io no!

Nel parcheggio sotterraneo dell'Ipercoop Lame gigantografie invitano all'adesione online al manifesto della Destra
5 novembre 2007 - Carlo Loiodice

Ragazzi, non vi si può lasciar soli un momento! Ieri l’altro, 3 novembre, mi trovavo in Austria. Senza computer e con il cellulare che costa una fortuna per le chiamate dall’estero, l’unico legame con la patria lontana poteva essere il televisore in albergo che, provvisto di antenna parabolica, mi recava colà le onde di Rai1 e Rai2. In tarda serata accendo e mi trovo davanti un presunto giornalista, Gigi Moncalvo, già direttore della Padania, impegnato in un “approfondimento” sulla terribile vicenda di Tor di Quinto: Giovanna Reggiani violentata e uccisa da un immigrato rumeno. Chiamati ad approfondire, o meglio a sprofondare, sono il compagno Vittorio Agnoletto e il fascista Francesco Storace. I quali, detto in via preliminare, non hanno alcuna competenza per aiutare lo spettatore a capire che cosa è veramente accaduto lungo la strada che dalla stazione di Tor di Quinto conduce al villaggio residenziale della marina militare; strada che, ad onore del democratico sindaco Veltroni, è senza asfalto e senza illuminazione. Ma perché proprio loro? Semplice: perché, a parere dell’intervistatore, nient’affatto mediano rispetto ai due, essi rappresentano gli opposti punti di vista sul problema dell’immigrazione. Pensate che un giornalista si occupi dei fatti? Per carità! A noi interessano i punti di vista. Così possiamo creare lo show: facendo scendere sul terreno due galli da combattimento. Volete sapere com’è andata? Agnoletto ha cercato tutto il tempo di fare il gentleman e per nulla il gallo da combattimento. Per contro Storace, che gentleman non è, ha fatto ciò che resta. Una cosa per tutte. Agnoletto dava a Storace del lei, mentre quest’ultimo rispondeva arrogantemente con il tu, senza che il gentleman trovasse la strada per un uppercut capace di mettere dialetticamente al tappeto quell’essere immondo di cui persino la Mussolini ha schifo.
Né del resto io ne parlerei se non fosse che di solito chi parte poi ritorna. E così, al mio ritorno, in un pomeriggio domenicale, mi trovo a percorrere via Zanardi all’altezza del Centro commerciale Lame: un ipermercato della Coop. E’ aperto e decidiamo di approfittarne. Scendiamo con la macchina nel parcheggio sotterraneo ed ecco che l’uppercut sopra desiderato colpisce noi in pieno viso. Ci sono dei cartelli pubblicitari formato gigante. In uno un’azienda cerca sarte e prototipiste; in un altro Alessandro Bergonzoni promuove la “Casa dei risvegli” o viceversa. In un terzo, riprodotto in più esemplari lungo l’intero parcheggio sequenza di manifesti nel parcheggio dell'ipercoop Lame , si chiedono adesioni al soggetto politico a cui hanno dato vita Francesco Storace e Teodoro Bontempo (er pecora) manifesto di "La Destra" nel parcheggio Ipercoop Lame ; adesioni che dovrebbero esser date online a questo indirizzo: http://www.la-destra.it/. Intendiamoci, a bocce ferme, niente di illegale o di illegittimo. Ma di incongruo sì. Sarebbe come trovare una bandiera rossa con falce e martello in chiesa oppure un crocifisso in una moschea. Il minimo che si potrebbe dire è che non c’entrano. A meno che… A meno che simili incongruità non siano la spia di qualcosa che sta radicalmente cambiando nel nostro paese. Da un lato si sente un esponente DS affermare che le occupazioni non sono di sinistra; dall’altro si consente all’estrema destra la possibilità di occupare spazi che la sinistra ha sempre considerato propri, almeno dal punto di vista dell’appartenenza, come le coop. Oppure ci si presta a dialogare sullo schermo con un tardofascista, non rendendosi conto che un round del genere non lo si può vincere in quanto le carte sono truccate, se l’arbitro è dei loro. Cos’è accaduto, se la sinistra si è messa a rispettare gli irrispettabili?

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