La croce delle SS, il teschio e il pugnale delle Brigate Nere, la svastica, il saluto romano, questo bell’armamentario iconografico lo abbiamo potuto ammirare sul giubbotto nero con distintivo di Forza Nuova che faceva da divisa ad uno dei quaranta fascisti di Alternativa Sociale che ha partecipato al raid/blitz che i mussoliniani hanno fatto sabato primo aprile, verso le otto di sera, in Piazza Galvani, per ascoltare il breve comizio dei due caporioni neri Roberto Fiore e Gianni Correggiari. A completare lo squallido scenario, i coretti e gli slogan della tradizione nera nazionale: “boia chi molla è il grido di battaglia”, “duce… duce”, “sieg heil”.
Se c’è una cosa che manca nelle crape rapate dei naziskin è sicuramente la fantasia, quello che abbonda al contrario è il cattivo gusto razzistoide: “meglio fascisti che froci” è stato infatti il grido conclusivo con cui Roberto Fiore ha congedato i camerati.
«Espulsione di tutti i clandestini indistintamente e marcia indietro nella politica dell’immigrazione», aveva gracchiato, in precedenza dentro il megafono. «No a questa invasione degli extracomunitari perché noi vogliamo il rispetto delle nostre leggi. Noi vogliamo portare in questo centro-destra una destra che non si inginocchia».
Erano gasati quelle poche decine di fascisti che sabato sera, soddisfatti del loro blitz, si glorificavano tra di loro per la loro tattica militare “vincente”.
Nel pomeriggio, Correggiari aveva dichiarato alle agenzie che sarebbero calati in 200 su S. Lazzaro e si sarebbero presi quella Piazza Bracci che il sindaco aveva vietato. Durante la partita Bologna-Cesena venivano lanciati messaggi di “mod’s” e “felsinei” che alla fine del match sarebbero arrivati dalla via Emilia. Altri fascisti erano previsti da Verona, dove Fiore, verso le 18, stava tenendo un comizio. Una quindicina si era radunata presso un pub di Piazza dei Martiri, 4 macchine cariche di militanti di Forza Nuova erano date in partenza da Modena.
Poi, poco dopo le 19, ecco l’azione diversiva di una decina di fasci che si posizionavano all’altezza del Tpo facendo balenare l’ipotesi di un assalto al centro sociale.
Intanto, al presidio antifasscista di San Lazzaro cresceva la tensione per l’annunciato imminente arrivo degli squadristi neri.
E, invece, eccoti uscire dal cilindro il manipolo di teste rasate che occupa la piazzetta dietro san Petronio, di fronte al bar Zanarini. Si accendono i flash dei fotografi e delle telecamere, riescono ad immortalare tutta la pochezza dei contenuti e il becerume degli atteggiamenti degli alleati “estremi” di Silvio Berlusconi.
E’ stato giusto essere preoccupati dal ripresentarsi dei nazi in questa campagna elettorale? Noi crediamo di sì.
E’ stata importante la mobilitazione dal basso per impedire che le “carogne nere” avessero le piazze e le strade della nostra città (Fiamma Tricolore, Alternativa Sociale, Forza Nuova non fa nessuna differenza).
E’ stato giusto essere sabato 25 marzo in Piazza Carducci e in Piazzale Jacchia, sabato 1° aprile ai giardini 2 Agosto a San Lazzaro e lunedì 3 aprile al Sacrario dei caduti delle Resistenza in Piazza Nettuno. Se le reti di movimento e la sinistra radicale non avessero lanciato queste scadenze, non si sarebbe riaperto un dibattito su come fare antifascimo oggi.
Una cosa, però, deve essere chiara: va contrastato il pericoloso “folklore” della destra radicale e fascista, ma politicamente vanno ancora di più osteggiate le ideologie razziste della Lega Nord e quelle ancora più irte di pericoli della supremazia della cristianità e del manifesto per i valori dell’occidente che possono attecchire nel tessuto sociale creando danni irreparabili e determinando una guerra contro i più deboli e contro i “diversi”.
Abbiamo di che discutere, soprattutto all’interno delle reti di movimento, su cosa ci aspetterà dopo il 9 aprile.