L'attenzione sull'estrema destra si è riaccesa in questa campagna elettorale, dove il ritorno al proporzionale, obbliga a far salire a bordo quanti più passeggeri è possibile. Anche quelli che vengono giudicati impresentabili. L'
importante che paghino il biglietto con i loro voti. Le vicende nazionali (Milano)e quella bolognese sono state trattate come se ci si trovasse di fronte esclusivamente ad un problema di ordine pubblico. Si è parlato di opposti estremismi, facendo riferimento al passato.
Invece l'estrema destra sta cambiando, guarda al futuro con le vecchie idee,
cresce ed elabora nuove strategie per raccogliere consenso. Accetta alleanze trasversali su temi come l'immigrazione o l'aborto. Poi, soprattutto, impara ad istituzionalizzarsi, e a sfruttarne le opportunità.
Questo è il resoconto di un pomeriggio passato a "navigare" tra i siti di queste formazioni.
Con la considerazione che a sinistra forse è necessario riconsiderare il fenomeno, e gli antidoti ad esso.
"Il fascismo-regime fu il figlio legittimo degli squadristi; esso, infatti agì - e compose con tutte le altre forze di potere - sempre con occhio vigile: il manganello a protezione della virtù." Da un articolo di Gabriele Adinolfi.
Roba del ventennio? No, cose di oggi.
Basta navigare in internet e visitare il sito indipendente di Gabriele Adinolfi, il quale insieme con Roberto Fiore, l'attuale segretario di Forza Nuova, fondò nel 1979 "Terza Posizione".
"Nei momenti felici la gioventù di una nazione riceve gli esempi Nei momenti difficili li dà!" Benito Mussolini
Da "L'inferocito" stampato in proprio dall'Associazione CulturaleVeneto Fronte Skinheads
Amate lo sport? Leggete il comunicato stampa di Roberto Fiore del 13\12\2005. Sembra abbastanza esaustivo, ed è rintracciabile dal sito di Forza Nuova:
"Roberto Fiore, Segretario Nazionale, del Movimento Forza Nuova, esprime
solidarietà e ammirazione al giocatore della Lazio, Paolo Di Canio, che nonostante intimidazioni e multe ha dimostrato il coraggio di salutare romanamente davanti alle telecamere delle televisioni di regime come, lontano dalle telecamere fanno ancora, e per decenni faranno, milioni di italiani."
Volete invece volgere uno sguardo al passato? Tornate sul sito di Adinolfi, e potrete estrapolare da un suo articolo queste considerazioni sul programma sociale della RSI: "Šera d'avanguardia e realistico al tempo stesso, tanto che a tutt'oggi può offrire moltissime soluzioni ai problemi irrisolti; lungi da noi il ridimensionarlo nel paragone con le grandiose realizzazioni del Ventennio."
Vi interessa invece conoscere, a livello politologico, qualcosa che accomuna Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, il Fronte Sociale Italiano di Adriano Tilgher in quello schieramento apparentato, e la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli? Lo sguardo a est, verso la Russia. Una speranza per la Grande Madre Russia, che sappia definire e contenere in sé i confini cristiani di una grande Eurasia, libera dall'incubo della Turchia e di Israele. Proprio così.
Dedicando qualche ora del vostro tempo, potrete trovare in internet queste e molte altre interessanti notizie sulla galassia dell'estrema destra.
Basta leggere nei siti ufficiali di questi gruppi. Non c'è da fare troppa fatica.Tutto il materiale e le informazioni proposte provengono da lì, e dalle pagine di alcuni quotidiani nazionali.
Scopriamo così che secondo la Fiamma Tricolore i millenari valori della Civiltà europea sono di derivazione greco-romana-germanica. Insomma con un
provvidenziale colpo di spugna la Rivoluzione Francese viene definitivamente soppressa.
Alternativa Sociale (Alessandra Mussolini)apre alla Russia e ai paesi dell'est europeo anche per quello che riguarda il modello istituzionale e di difesa, a patto di avere "chiare garanzie sulla loro stabilità politico-economica".
Questa fissazione della Russia colpisce assai. E ti domandi se per caso non sia un omaggio postumo allo zar Nicola che volle la Triplice (santa) Allenza.
Ma il tempo non si ferma, e all'est impazza il liberismo. Chissà se sono stati informati.
Facciamo chiarezza riguardo gli apparentamenti delle formazioni di estrema destra. Lo schieramento denominato Alternativa Sociale, contiene al suo interno Forza Nuova (segretario nazionale Roberto Fiore), Azione Sociale (Alessandra Mussolini) e il Fronte Sociale Nazionale (Adriano Tilgher).
Poi, a se stante il Movimento Sociale - Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli.
I quattro raggruppamenti di estrema destra sopra citati, fanno parte dello
schieramento della Casa delle Libertà, con candidato premier Silvio Berlusconi.
A Bologna ci si è accorti di loro quando sul tavolo del Sindaco è arrivata la richiesta della Fiamma Tricolore di manifestare in Piazza Carducci. Il 25 marzo. Richiesta respinta. E conseguente ripiegamento della Fiamma verso l'Hotel Europa.
Poi nuovo tormentone per la settimana successiva, con la Fiamma che rinuncia a Piazza della Pace, e Forza Nuova, che sabato pomeriggio effettua un blitz in Piazza Galvani.
Sullo sfondo i fatti di Milano, e il timore che scontri e scene di guerriglia si ripetano anche a Bologna.
Questa è la nuda cronaca dei fatti, sulla quale si è innestata una polemica politica scontata, e davvero poco producente. Il modo di trattare l'argomento,
la problematica rappresentata dall'interrogativo "deve o non deve Bologna accettare la presenza in piazza di formazioni di estrema destra?" è stata di volta in volta strumentale, o antiquata negli argomenti portati.
Negare la piazza (giusta decisione del Sindaco Cofferati) alla Fiamma Tricolore è stato per Fini "indice di un atteggiamento illiberale". Nel dibattito (citiamo come primizia), si è inserito anche Emanuele Filiberto di Savoia (incredibile ma vero), che ha parlato di "grave atto politico".
Anche Casini dissente. E la lista si allunga. La destra tenta la strumentalizzazione.
A sinistra invece hanno prevalso due atteggiamenti. L'uno è stato quello di accreditare uno scenario vetusto e inattuale, abitato dal fantasma degli opposti estremismi.
L'altra modalità prevalente, nei partiti del centro- sinistra, è stata quella di vivere gli eventi con una sorta di distacco dal punto di vista ideologico e politico.
Era come se da essi provenisse una voce per dier che: "Non è cosa nostra, sono liti tra estremisti, nelle quali non vogliamo entrare. Non vogliamo coinvolgerci oltre l'ufficialità della condanna e del diniego".
In effetti i diversi e pacifici presidi antifascisti sono stati abitati da Rifondazione e dai movimenti. Soltanto in ultima battuta abbiamo visto in piazza la presenza di CGIL, CISL, Arci e Acli.
Ma Bologna deve essere considerata solo un inciso, frutto nella nuova condizione vissuta dall' estrema destra italiana.
Una condizione che dovrebbe imporre di cambiare atteggiamento, e di mutare una visione del fenomeno ormai datata e indifendibile.
Prima di continuare, è opportuno fare una considerazione, tanto scontata quanto dimenticata: più un partito o uno schieramento, si vuole moderato, volto alla socialdemocrazia, o liberale, comunque sostenitore della legalità tout court, tanto più dovrebbe temere in ogni tempo il risveglio delle destre estreme.
L'insegnamento della storia è questo.
La tenuta del sistema democratico italiano oggi, non è in immediata discussione, ma l'erosione ai valori che lo fondano è stata importante in questi ultimi anni di governo delle destre neo-con.
La progressiva riduzione dei diritti acquisiti nel passato dalle classi meno abbienti è stato sistematico, nell'ambito lavorativo, sanitario e sociale.
Più fortemente è venuta meno per i giovani, la prospettiva di un futuro migliore nell'apparenza e nella sostanza.
L'humus politico della destra, che non possiamo più definire conservatrice, bensì restauratrice, poggia le sue radici sul continuo tentativo di disconoscere e scardinare i valori costituzionali sul quale si fonda l'attuale ordinamento, democratico seppur imperfetto. In questo grembo è stata bene accolta la galassia dell' estrema destra.
Che non tenta nemmeno di rifarsi il look per presentarsi alle urne. E che come segretari e dirigenti spesso adotta personaggi già noti alle cronache degli anni oscuri della Repubblica.
Il fenomeno estrema destra, oggi non è solo nostalgia. E' in crescita soprattutto tra i giovani delle periferie cittadine del sud e del nord-est. L'estrema destra sembra attiva anche nelle carceri, come testimonia una interpellanza parlamentare presentata al Ministro della giustizia Castelli.
Ma contiene in sé alcune differenze sostanziali rispetto al passato che convenzionalmente richiamiamo alla memoria.
Oggi per chi plaude al saluto romano dell'attaccante laziale con un comunicato stampa, è in attesa un posto in Parlamento. Il segretario della Fiamma Tricolore, già oggi siede al Parlamento Europeo.
E sarebbe un errore richiamare per rasserenarsi la marginalità politica dell'MSI di Giorgio Almirante. Quel partito può entrare nel primo governo Berlusconi, nel 1994, solo dopo aver avviato al proprio interno un percorso che porta all'abiura di una ideologia che si rifaceva al fascismo. Già questo non bastò, si gridò allo scandalo in Italia ed in Europa. Sotto quella pressione arrivò la svolta di Fiuggi, dove le tesi di Fisichella vennero tradotte da un fantasioso Gennaro Malgieri, allora direttore del "Secolo d'Italia" che arrivò a citare Antonio Gramsci tra gli ispiratori dei valori del partito. Si può discutere se si trattò di svolta formale o sostanziale,
ma la via per lo "sdoganamento" era obbligata.
Quelle elezioni, ci hanno dato comunque un chiaro esempio su come possano andare le cose in momenti di crisi istituzionale. Siamo a ridosso del terremoto Tangentopoli, che ha decretato la fine della Prima Repubblica, e la
Marginalità dell'MSI-Alleanza Nazionale, è solo un ricordo. Il partito guidato da Gianfranco Fini fà il pieno di preferenze, arrivando al 13,47% dei voti. Vincono le destre.
E per uno straordinario paradosso, se osservato a distanza di dodici anni, diviene primo ministro, colui che delle attenzioni politiche di Bettino Craxi ha più beneficiato: Silvio Berlusconi.
La morale che si trae da questi eventi è di grande semplicità: in un passato recente governare era subordinato alla abiura di ideologie che si rifanno al fascismo, oggi tale abiura non è più necessaria.
Se serve una conferma continuando a navigare in Internet troverete "il candidato militante!" Cosa promette? "Se sarò eletto m'impegnerò a richiedere l'abrogazione della legge nr. 205\93 meglio nota come "Legge Mancino", e della XII disposizione transitoria della Costituzione tradotta nella Legge Scelba contro la ricostituzione del disciolto Partito Fascista".
Il messaggio appare sufficientemente chiaro.
E' inutile guardare a queste posizioni con gli occhiali del passato. Bene sarà invece adottare a sinistra nuove forme di contrasto politico e di vigilanza istituzionale.
Perché, ed è solo un esempio, il gruppuscolo del "candidato militante", riceverà per legge finanziamenti pubblici per essere stato iscritto nelle liste elettorali. Fatto impensabile fino alla fine degli anni '90.
L'altra riflessione necessaria riguarda la tentazione semplificante e liberatoria di ridurre l'estrema destra a puro ed esclusivo problema di ordine pubblico, o di tenuta della piazza. Non è così semplice purtroppo. Alle spalle di questi gruppi ci sono persone in grado di elaborare strategie politiche avanzate, di stringere alleanze trasversali, che spaziano dall'estremismo religioso di matrice cattolica, alla galassia leghista, uniti da temi specifici come la lotta all'immigrazione, o contro l'aborto.
Tematiche queste facilmente gestibili politicamente in termini populistici.
Sono cambiati anche i target di riferimento. Le strategie di acquisizione
del consenso prevedono di agire negli spazi lasciati vuoti dai partiti politici tradizionali. Si "lavora" nei pub, nelle discoteche, nei centri sociali. Essere di destra non significa più automaticamente essere borghesi. Come accade nei momenti critici di un paese, le destre estreme sanno rivolgersi ai ceti deboli, messi in crisi di rappresentanza da scelte politiche nazionali sbagliate o velleitarie.
Tutto questo è il frutto di quell'erosione dei valori democratici di cui parlavamo poco sopra. Una erosione, che ha avuto la sua ripercussione più visibile sui modelli economici, ma che dietro di sé ha portato altre trasformazioni, meno evidenti, ma altrettanto difficili da curare.