Facciamo un gioco, simile a quelli da enigmistica che si fanno in genere sotto gli ombrelloni. Questo è l'articolo uscito oggi su Repubblica Bologna e quella sotto è la trascrizione fedele dei miei otto minuti e 18 secondi con la giornalista Silvia Bignami. Trovate voi le uguglianze. E se ci riuscite scrivetemi.
Se cercavate un motivo per essere presenti domani all'iniziativa a Vag61, eccolo. Viviamo in una città dove il dibattito politico è stato sequestrato per farlo rappresentare in un palla di cristallo. Dove si può vedere, ma non si può toccare. Dove i temi da scegliere, le idee, le visioni e i punti di vista possono essere solo quelli che sono stati decisi a Palazzo D'accursio. Ora con accorte strategie, il Sindaco rinchiuso nella sua stanza e i tanti, troppi colleghi fuori ad aspettare che esca e faccia qualche dichiarazione anche solo "parlerò giovedì" (scusate colleghe e colleghi, vi sentite più "cani da guardia del potere" o cani da guardia dietro la porta del padrone e basta?). Ora con vere e proprie scelte politico/redazionali della stampa che a Bologna sembra più interessata al sensazionalismo della politica che "entra in scena", "mostra i muscoli", "lancia siluri", si inventa cinesi, tex willer e via gossipando, scombina, scarica e produce dichiarazioni a mezzo di dichiarazione, e meno a chiedere conto di quello che sta realmente succedendo.
E così quando ieri Valerio Monteventi ha detto che "il 15 ottobre sarà definitivamente chiuso il blocco degli sfratti e il Comune, a meno di un mese da quella data, non ha ancora fatto nulla" e poi aggiunto "i 700 posti per infermieri ancora vuoti, il rifiuto della vicesindaco di costruire l'albergo popolare, il tema della casa che non è stato affrontato in modo adeguato, visto che non solo non si costruiscono nuove case di edilizia popolare, ma a fronte delle 5.000 domande pervenute ci sono solo 400-430 alloggi disponibili". E ancora, "rispetto all'affitto a canone calmierato, delle 1.700 domande avanzate, ne sono state accolte solo 171, senza contare che, per il fondo sociale per l'affitto, nel 2000 sono stati stanziati 6 milioni a fronte di 2.000 domande, mentre oggi ci sono solo 4,5 milioni per 6.000 domande", in una democrazia normale ci si sarebbe aspettati che qualche collega chiamasse le cariche istituzionali interessatedal problema per una replica, o queste ultime sentissero il bisogno di dire qualcosa. In una democrazia normale, appunto. Non in quella "sequestrata" dove i giornali, praticamente all'unanimità, oggi non portano nulla di tutto questo se non illazioni sulle elezioni.
Oppure quando la camera di commercio ha pubblicato le statiche per le quali in Bologna e provincia la metà dei nuovi assunti del 2006 erano tutti precari. E ancora quando il Sole24Ore ha pubblicato le statiche che vedono Bologna ai primi posti per sfratto dovuto a morosità: 84%. Avete letto qualche dichiarazione da Palazzo D'Accursio per rispondere a questo? No, non ce ne sono state. O pensate che ne leggerete dopo queste domande poste oggi da Bifo?
Parlerò giovedì, ha detto il Sindaco. E tutti ad aspettare, dietro il cristallo.
Perché nella democrazia della palla di cristallo le domande si possono fare, purché senza replica. Come sul forum di Repubblia organizzato qualche tempo fa. O lo show un po' più bipartisan alla Festa dell'Unità dove Aldo Balzanelli di Repubblica ha potuto fare sostanzialmente le stesse domande (ricevendo anche le stesse risposte, ma con tempi diversi: 2 minuti a domanda, 45 per la risposta) e Massimo Gagliardi (Il Resto del Carlino) ha potuto spiegare perché prima, con Guazzaloca, andando sui viali con il figlio, "delle prostitute si vedeva solo la coscia, ora anche il sedere". Il buongusto al governo, e tutti in platea dietro il cristallo.
Perché in fondo parlare di Cofferati, e chiedere ossessivamente se qualcuno lo sfiderà alle prossime elezioni, fa bene a tutti i contendenti dentro la palla di cristallo. A Enzo Raisi, ovvero l'ex assessore alle attività produttive della Giunta Guazzaloca che è passato alla storia più per le ordinanze antialcool "ad razzam" (ovvero contro i Pachistani), le bandiere usa-italia-israele fuori dalla finestra contro il fiorire di quelle arcobaleno in città e la volontà di togliere la parola "fascista" dalla lapide del 2 Agosto, che altro. E infatti ora vorrebbe essere il candidato sindaco del 2009 per il Polo e sbarrare la strada ad un ritorno del suo ex sindaco. E a Cofferati, messo in discussione dai suoi, che preferisce Raisi ad un Guazzaloca sicuramente vincente, e in questo modo pensa di assicurarsi il secondo mandato.
E poi fa bene a chi si appassiona per queste diatribe, pontifica o storce il naso da fuori. Perché c'è spazio per interviste, commenti, forum. Per parlare di tutto e non toccare niente, dentro la palla di cristallo. Perché se ci provi, se metti in discussione la palla di cristallo, non hai scelta. Ti tocca candidarti e parlare solo di quello, come quando partono i fischi durante una manifestazione e il giorno dopo è l'unico argomento ammesso sulla scena. E allora ti rendi conto che nella palla di cristallo c'è anche certo giornalismo che a furia di stare dietro la porta del Sindaco non batte più le strade della città. E scrive articoli dove la conclusione è scelta prima di documentarsi. Come quella volta che il due agosto la piazza fischiò Casini e la giornalista di Repubblica scrisse che era stato il movimento e poi affranta scrisse al forum per scusarsi (a proposito sono 900 e passa giorni senza contratto, ovvero di vertenza contro ulteriori giri di precarietà nella categoria, anche e soprattutto perché non siano i capiredattori a scegliere taglio delle cose che gli inviati-ricattati vedono sul posto, ne vogliamo parlare?). Allora come adesso, siamo tutti fuori dalla palla di cristallo.
Ma in questo gioco c'è sicuramente una vittima: la città tutta intera. Quella che non crede più a nessuno, che ha perso la parola, rimesso dentro le bandiere della pace, zittita e avvilita. Che guarda la palla di cristallo e non ci vede più nessun futuro, e quello che appare fa solo paura. A Bologna come nel governo nazionale che in tanti aspetti è stato anticipato anche qui: disprezzo verso il mandato elettorale ed il programma, maggioranze variabili, fastidio per il dissenso, uso del tema della sicurezza contro la crisi di consenso, ecc.
E in fondo è questa la scommessa della assemblea domani. Quella di dire che ora non ci sono più alibi. Che la Bologna che ha sperato, sudato, è scesa nelle piazze gli anni scorsi, meticcia e carica di desideri, o si fa sentire ora o rischierà di non farlo per molto tempo ancora. Perché non ci sono salvatori della patria a cui appellarsi, solo il coraggio di uomini e donne che non vogliono scivolare dal grottesco ruolo di cittadini-comparse a quello di sudditi spazientiti.
Ce la faremo? Certe volte penso di no. Poi guardo i commenti all'articolo di Silvia Bignami e credo che per fortuna nella storia ci sono finali imprevedibili. Anche per la palla di cristallo.
Marco Trotta
La Repubblica Bologna - 26/09/2007
Monteventi e Bifo, prove di lista dei movimenti
Domani sera al Vag61 imprimo incontro per rilanciare il "Bologna social forum". Scontro nella Margherita sulla sicurezza. La Forgia: sindaco autoritario
IL CONSIGLIERE indipendente del Prc Valerio Monteventi e l''ex leader del''77 Franco Bifo Berardi hanno convocato una assemblea del movimenti al Vag61 per domani sera - giovedì - alle 21 per dire no «a una sinistra schiacciata dal cofferatismo» e per iniziare a discutere di una lista elettorale in vista del 2009. Con loro Marco Trotta già portavoce del Bologna social forum. Monteventi è pronto a dimettersi dap residente di commissione in Comune. «Senza il simbolo del Prc non vedo liste» avverte Tiziano Loreti di Rifondazione.
PROVE tecniche di una lista "movimentista" che verrà. Si parte per ora da una assemblea per contarsi, lanciare l'offensiva a Cofferati e prepararsi alla campagna elettorale 2009. Questi gli obiettivi della riunione convocata, domari sera alle 21 al Vag61, dall'indipendente di Prc Valerio Monteventi insieme a all'ex leader del ''77 Franco «Bifo» Berardi, e al portavoce di quel che fu il Bologna Social Forum (Bsf) Marco Trotta. Un processo al sindaco che flirta con An sulla sicurezza, ma anche un modo per misurarsi, mostrare i muscoli con lo sguardo rivolto al futuro, a una lista Bsf. «E" una possibilità» ammette Monteventi, che dopo aver firmato con l'Altrasinistra l'ultimatum a Sergio Cofferati ieri ha fatto un passo in più e si è detto pronto a dimettersi da presidente di commissione prima ancora del via libera del suo partito di riferimento. «La mia decisione è chiara» dice. E intanto prepara, all'esterno, la via dei movimenti. «Partiamo dalla discussione dei problemi della città in un momento in cui la situazione sembra precipitata» spiega l'indipendente di Prc, che già un anno e mezzo fa lanciò l'idea di un cartello elettorale antagonista. «Non c'è solo la lista, ma qualcuno ne ha parlato» ammette ora. In quest'ottica la riunione di domani sera è un modo, per centri sociali e associazioni, di capire quale sia la loro forza d'urto. L'obiettivo è verificare «se la sinistra può ancora stare in una maggioranza in cui il sindaco considera Enzo Raisi di Alleanza nazionale il suo interlocutore privilegiato», ma anche «ragionare sul futuro cittadino, sui programmi che possono restituire credibilità a una sinistra che appare soffocata dal cofferatismo». Nodo della discussione sarà soprattutto l'accordo politico bipartisan del sindaco con An. Il più duro, contro questa scelta, è Bifo, che ha firmato ieri un editoriale dalle colonne del quotidiano Liberazione. «Se An è l''interlocutore privilegiato del sindaco allora tanti saluti. La maggioranza fatela con loro» spiega l'ex leader del'77. In questa ottica «l'intenzione dell'incontro al Vag61 è quella di ricominciare un discorso progettuale sulla città». A chiamare a raccolta i movimenti c'è anche, non a caso, Trotta, ex leader degli anni d'oro del Bologna Social Forum, dal 2000 al 2003, che raccoglieva in uno «spazio libero» tutte le forze associative e no-global nate attorno alle giornate bolognese dell'Ocse -l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo - fino al G8 di Genova. «L'idea dell'incontro - chiarisce Trotta - è quella di parlare e capire. Di ridare voce alla vera controparte di Cofferati in città. Quella che non ha voce nemmeno a Palazzo D'Accursio». In previsione di una lista? «C'è chi lo pensa. Io credo che l'ottica elettorale non sia l'unica da considerare». Resta a guardare, invece, il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Tiziano Loreti: «Faccio molta fatica a pensare a una lista dei movimenti senza il Prc. Piuttosto non sarebbe male se dentro a una lista di questo genere ci fossero i simboli dei partiti». Mentre il resto della «sinistra in consiglio», Verdi, Cantiere e Sinistra Democratica, con l'aggiunta dello Sdi, si preparano a rispondere al sindaco, che domani alle 13 in conferenza stampa farà sapere se intende fare retromarcia o no sul patto perla sicurezza con An.
SB: Ti chiamo per la riunione che avete indetto a Vag giovedì sera. Volevo capire se oltre a una discussione sui temi della città c’era anche un’idea, o comunque la possibilità, di una lista dei movimenti.
MT: Una lista elettorale?
SB: Sì, lui non me l’ha eclusa.
MT: Lui chi? Bifo?
SB: No, Monteventi
MT: Ah
SB: Bifo ho provato a parlarci ma ha solo un numero fisso al quale non risponde nessuno. Non so… è via?
MT: Sì, ti confermo che ha solo un numero fisso ma non so in questo momento dove sia.
SB: Infatti, ho parlato con Monteventi. Lui non mi ha escluso questa possibilità ma mi ha detto che è una discussione e dice sostanzialmente non c’è solo la lista, non è sostanzialmente la prima cosa, ma non la esclude in sostanza.
MT: Ma io ti dico perché ho firmato quell’appello. Nel senso che…
SB: L’appello a incontrarvi?
MT: Esatto
SB: Ah
MT: Nel senso che è stata una idea di Franco ma come è successo tante volte a Bologna che in mezzo a tutta la discussione generale si sentisse il bisogno di parlare e di capire un po’ di più. Io penso che a questa giunta manca una controparte nella città, una controparte fuori dal palazzo. Ed è più importante questo di qualsiasi altro ragionamento elettorale. Anche se immagino che sia un elemento di discussione in città perché è partita la campagna elettorale da un pezzo. Ma proprio perché è una discussione di questo tipo, non fa vedere problemi reali. Non fa discutere la società, e non solo il palazzo, di quali tipi di soluzioni si voglia adottare visto poi che le politiche non si fanno soltanto a palazzo. E che quindi è la vera controparte che manca in città.
SB: Ma in questo senso, è vero che le elezioni non sono domani, però in prospettiva mi sembra di capire che vi ponete come l’altra parte di Bologna. No? Quella che comunque non ha una rappresentatività a palazzo.
MT: Ma io ti posso dire che il problema della rappresentatività è un problema che se si affronta soltanto avendo come punto finale il presentarsi alle elezioni, secondo me non porta a nessuna discussione utile. E’ già stata fatta a Bologna con queste modalità ed è poco interessante per quello che mi riguarda.
SB: Ma forse in questa fase… Ma quindi tu la escludi?
MT: Io personalmente non ho firmato quell’appello perché pensavo che ci fosse in quell’appello, tra le persone che hanno proposto quell’appello, una direzione di questo tipo….
SB: Ma non credo che sia neanche la direzione di Valerio. Cioè…
MT: Ma Valerio si è già candidato due volte alle elezioni ed è già stato eletto…
SB: Certo, no, questo senz’altro. Però anche lui mi ha detto non è la priorità, ma comunque è una possibilità. Questo in sostanza è il discorso.
MT: Che qualcuno in città voglia discutere per fare scelte di questo tipo, io lo immagino come lo immaginano tutti. Tra l’altro ci sono state discussioni come quelle dei Formidabili che ovviamente avevano quell’aspetto. Quel gruppo era nato esattamente in quella direzione. Io dico un’altra cosa. Io dico che questo tentativo, come ce ne dovranno essere anche altri in futuro, perché qui non è questione di far nascere un movimento ma cominciare un percorso e far circolare delle buone idee in città. Perché in questo momento non circolano buone idee in città. E’ semplicemente il tentativo di vedersi fuori dal palazzo e dalle dinamiche che riguardano il palazzo. Compreso il presentarsi alle elezioni. Poi se questo accadrà in futuro, io non lo so. Personalmente non è l’aspetto che mi interessa. E non gli do neanche priorità. Però il problema reale è che manca questo aspetto.
SB: Senti, ma Rifondazione non è rappresentativa secondo voi?
MT: Il problema non è Rifondazione. Il problema sono le regole democratiche che sono state lese dal fatto che questo signore si era presentato con un preciso mandato elettorale ed adesso sta facendo un accordo con Alleanza Nazionale. Tra l’altro anticipando uan dinamica che per certi versi è più avanti e più inquietante di quello che sta succedendo a livello di nazionale. Quindi il problema è a monte, sono le regole democratiche. Io ho letto come tutti quanti voi le 31 pagine che ha presentato la sinistra in comune. Non c’è nulla di rivoluzionario. Tutto quello che si chiede è attenersi al mandato di governo. Quello che succede nelle democrazie rappresentative in questo momento è che ci sono attori terzi che influenzano gli operati dei governi e che non hanno niente a che fare con la democrazia rappresentativa. Un sindaco deve sempre spiegare alla sua cittadinanza se non fa quello che c’è scritto nel programma per quali motivi non l’ha fatto.
SB: Perfetto. Ti volevo chiedere una cosa perché io non ero a Bologna negli anni scorsi, quindi… Il Bologna Social Forum è nato nel 2001, se non sbaglio…
MT: Il Bologna Social Forum è nato dall’esperienza del Noocse che era del 2000… E quindi…
SB: Ma è finito o no?
MT: Formalmente il Bologna Social Forum era l’assemblea che si riuniva. Questa cosa non avviene più da almeno il 2003. Quindi da questo punto di vista no c’è più il Bologna Social Forum. Però esistono ancora gruppi che continuano a occuparsi dei temi di cui si occupava il Bologna Social Forum visto che esiste un World Social Forum. Esistono movimenti internazionali che si occupano ancora di queste tematiche con mobilitazioni, ecc.
SB: Senti, questo appello che tu dici, chi lo ha firmato oltre a te, Bifo e Valerio
MT: In questo momento ci sono queste tre firme e poi si verà giovedì…
SB: Sì…
MT: Come dire è una prima reazione, se vuoi di pelle e di pancia… Perché tra l’altro quell’appello parla di aspetti sui quali bisognerebbe riflettere. E che sono anche nelle 31 pagine del documento della sinistra. Abbiamo avuto Bauman che è venuto a Bologna che ha detto che il livello internazionale è del tutto inutile per risolvere alcune dinamiche che sono epocali. A livello locale bisognerebbe attuare meccanismi di partecipazione. Dopodiché io prendo atto che abbiamo avuto un ministro degli interni che ha detto, quando si è parlato di “sociologia d’accatto”. Enzo Raisi sul locale ha detto più o meno la stessa cosa. Evidentemente il problema è, continuo a dirlo, di buone idee che girino. Non di persone che si presentano alle elezioni. A me mancano le persone che le portino fuori dai palazzi e le portino in città. Altrimenti l’unica rappresentazione di questa città sarà la Bologna incattivita e incranchenita che vediamo tutti quanti.
SB: Perfetto, grazie.