«Yo decido». Io decido sul mio corpo e nessun governo potrà farlo per me: il 22 settembre in Spagna è stata ritirata la controversa riforma sull’aborto che era stata presentata nel dicembre precedente e fortemente contestata dai movimenti femministi spagnoli. Non solo, si è dimesso anche il ministro della Giustizia, l’ultraconservatore Alberto Ruiz-Gallardon, che aveva preparato la proposta di legge. Non è una mossa indolore perché si apre così una crisi di governo per Rajoy che in queste ore ha ammesso che la legge è stata ritirata «per mancanza di consenso sociale».
È decisamente una vittoria per le femministe spagnole, ma anche per la rete europea [
http://womenareurope.wordpress.com/] che si era subito attivata all’indomani della presentazione della riforma che prevedeva, fra l’altro, la soppressione del diritto di aborto in caso di malformazione del feto. Ma l’Asamblea femminista di Madrid invita a non fermarsi qui con le mobilitazioni, perché il rischio di un arretramento sul piano dei diritti non è scomparso del tutto.
Nel 1995, a Pechino, la IV Conferenza Mondiale sulle donne individuò tre punti fondamentali per un Programma d’Azione: 1) guardare il mondo anche con gli occhi delle donne, 2) facilitare e sviluppare l’empowerment femminile, 3) “mettere le donne al centro”, considerando i bisogni e le necessità che la differenza di genere crea a livello di tutti i ministeri e delle politiche.
Son passati ormai 20 anni dalla Conferenza di Pechino e l’Italia, proprio come gli altri Paesi, è stata sollecitata a formulare il proprio rapporto quinquennale.
Da fine maggio, Fondazione Pangea ha riunito e coordinato una rete di organizzazioni per la promozione dei diritti umani, associazioni delle donne (tra cui anche Trama di Terre), ong, coordinamenti sindacali e singole esperte di genere, per la redazione del contributo da inviare al governo. A sorpresa, però, a giugno il governo invia autonomamente un proprio rapporto senza attendere né avvisare le associazioni che da ormai un mese stavano lavorando...
L'European Femminist Initiative IFE-EFI sostiene le negoziazioni di Geneva 2 e un futuro democratico per la Siria chiedendo di riconoscere il ruolo delle donne nella rivoluzione Siriana, di autorizzare la partecipazione di chi difende i diritti delle donne nel processo di pace, di introdurre adesso i diritti delle donne nell'agenda di pace, come parte inseparabile dell'agenda democratica.
Gatteo. Il comune di Gatteo ha aperto la rassegna “Pace: voci-diritti-danze”, promossa dall'Unione dei Comuni del Rubicone, ospitando all'Oratorio San Rocco, nell'ambito dell'iniziativa “Passi di donna”, la tavola rotonda dal titolo “Violenza tra le mura domestiche: esperienze e saperi a confronto”. L'evento è poi proseguito nella corte del Castello, con una festa fatta di musica, giochi e laboratori multietnici.
Rebecca Solnit, TomDispatch, Stati Uniti. In famiglia, a scuola, in strada, in caserma. Ogni giorno nel mondo le donne sono vittime di violenza. Nessuno ne parla. Ma è un problema di diritti umani e civili che riguarda tutti.