In casacca e mutande a pochi passi dalla casa di Romano Prodi per denunciare l'indigenza di uomini e mezzi in cui è costretto il corpo nazionale, per il drastico taglio di fondi iniziato col governo Berlusconi e proseguito con lo stesso impegno dal governo Prodi.
Le rappresentaze sindacali di base denuciano lo smantellamento del corpo nazionale, la mancanza di organico e la politica dei tagli alle risorse finanziarie.
La deriva del corpo nazionale è già iniziata da anni con una progressiva e drastica riduzione dell'organico, che si cerca di tamponare con l'assunzione di discontinui con contratti di venti giorni, precarizzando sempre più il servizio di soccorso.
Questa incredibile situazione economica investe ovviamente anchel’attività di soccorso: la scarsità e la vetustà dei mezzi riducono l’efficienza del servizio ed aumentano i rischi al personale. Infatti negli ultimi anni gli infortuni dei VV.F sono aumentati in maniera esponenziale, mentre il rischio di chiusura di distaccamenti diventa sempre più attuale.
Di fronte a questa situazione i vigili del fuoco chiedono che stipendio e condizioni di lavoro siano adeguati ai rischi e all'impegno della professione.
Il pericolo avvertito è quello del vero e proprio smantellamento del corpo nazionale, una strategia che punterebbe ad un' organizzazione
leggera basata sul volontariato, relegando la parte professionista alle sole aree metropolitane. Le conseguenze di un tale scenario sono facilmente immaginabili e si ripercuoterebbero sulla sicurezza di tutti i cittadini, vista l'importanza del servizio svolto dal corpo.
Per contrastare in maniera decisa questo disegno e i vigili del fuoco intendono lottare per ripristinare sia il diritto dei cittadini ad aver un servizio di soccorso efficiente ed efficace.