Centri di detenzione per migranti

Bologna, il CPT non chiude, arrivano 745 mila euro per lavori straordinari

Quello che intendiamo denunciare con questo articolo è la presa in giro (forse, per qualcuno, può essere considerato un tradimento) derivante dalla notizia che il Ministero dell’Interno ha stanziato 775.443 euro per l'ex Caserma Chiarini di Via Mattei.



4 maggio 2007 - Valerio Monteventi

Cpt via Mattei  3 Qualche giorno fa all’agenzia di Bologna della Banca d’Italia è arrivato un mandato dal Ministero dell’Interno per uno stanziamento di 775.443 Euro alla Prefettura di Bologna (secondo la classificazione dello Stato al capitolo “investimenti”) per lavori al CPT di Via Mattei.
E’ un fatto molto grave che va contro la volontà di larga parte della comunità bolognese che, nel corso di questi anni, prima della sua apertura fino ad oggi, ha espresso in varie forme, con continue mobilitazioni delle reti di movimento ma anche con alcuni atti delle assemblee elettive, ha espresso la sua contrarietà alla presenza di un “carcere etnico” nel territorio della nostra città.
La responsabilità politica di questa scelta ricade interamente sul Ministro dell’Interno Giuliano Amato, ma anche il Ministro delle Politiche Sociali Paolo Ferrero non può dire “passavo di lì per caso, non me ne sono accorto”.

Cpt via Mattei 1 Il 6 ottobre 2006, la Commissione di inchiesta e monitoraggio dei CPT italiani, istituita dal Ministero dell’Interno e presieduta da Stephan De Mistura, ha visitato l’ex Caserma Chiarini di Via Mattei. Dal rapporto che ne è scaturito, il CPT veniva “bocciato” perché risultava essere
“il più invivibile d’Italia”. Nel rapporto, il commissario Raffaele Miraglia aveva denunciato infatti che in Via Mattei “esiste un numero esagerato di sbarre e cancelli, che rendono il centro claustrofobico e più simile ad un carcere di massima sicurezza che ad un centro di permanenza temporanea”.
Dopo la presentazione del rapporto, erano uscite indiscrezioni su una sua “chiusura preventiva”.
Evidentemente queste motivazioni non sono state di interesse del Ministero dell’Interno, visto che, questo finanziamento, non fa prevedere certo una chiusura del CPT.
Due voci del mandato (rispettivamente di 556.000 euro e 100.000 euro) parlano di “manutenzione”, mentre una terza (di 119.000 euro) viene riservata a “lavori straordinari”.
Difficile che questi lavori di “messa in sicurezza” siano compatibili con una riconversione in centro di accoglienza, come invece raccontano dal Ministero, è invece molto probabile che la ristrutturazione lo adatterà alla peggiore delle tre funzioni previste per i CPT nel nuovo disegno di legge Amato-Ferrero.
Via Mattei sarà ancora più “blindata”: non bastano le inferriate ogni tre metri a delimitare ogni movimento interno dei detenuti, né le grate che chiudono il cielo dei piccoli cortili per l’aria, né le telecamere e il filo spinato, ora anche le reti che circondano il campetto da calcio saranno sostituite da muri, mentre le brande dei letti saranno rimpiazzate da parallelepipedi di cemento ancorati al pavimento.

La risposta dei movimenti, delle associazioni dei migranti e delle reti antirazziste crediamo non si farà attendere e sarà coerente con i percorsi di lotta e con le mobilitazioni di questi anni.

CPT 1 Invece, vorremmo una presa di posizione, forte e chiara, da quei parlamentari del cosiddetto “cantiere della sinistra”, eletti o che provengono dal nostro territorio e che, in questi anni, non tutti allo stesso modo e con la stessa intensità, si sono interessati alle condizioni dei reclusi del CPT di via Mattei. Credo che sui CPT e sul tema dell’immigrazione vada verificata l'identità politica e culturale del nuovo soggetto unitario di sinistra, annunciato in questi giorni.
Altrettanto chiara presa di posizione la chiediamo ai consiglieri regionali, provinciali, comunali e di quartiere che in questi anni hanno votato ordini del giorno, impegni di mandato e risoluzioni che prevedevano “il superamento del CPT di Via Mattei, individuando soluzioni alternative che ne permettano la chiusura”.

Pensiamo sia cosa utile, soprattutto per quelli che, in questo periodo hanno la memoria corta, ricordare la storia delle mobilitazioni e delle prese di posizione a Bologna contro il Centro di permanenza temporanea di Via Mattei.

Tutto comincia il 22 febbraio 2000, con il cambio di destinazione d'uso dell'ex caserma Chiarini, uno stabile di circa cinquemila metri quadri, nella prima periferia della città. Il giorno prima in Consiglio Comunale il Gruppo di Rifondazione Comunista attua l’ostruzionismo contro la delibera, tra il pubblico presente nell’aula di Palazzo d’Accursio un centinaio di attivisti delle reti di movimento si incatena alle sedie e si fa portare fuori di peso, facendo resistenza passiva.
Ecco come veniva ricostruita la vicenda dall’intervento di un consigliere del Prc: "Uno degli ultimi atti della precedente amministrazione Vitali, prima delle votazioni che portarono a Palazzo D'Accursio il centro-destra, fu proprio una liberatoria ai lavori per il Cpt, decisa in riunione straordinaria il 12 giugno 1999. Il 13 settembre '99, il nuovo sindaco Guazzaloca sottoscrive un Protocollo d'intesa con la prefettura, il ministero delle finanze e quello della difesa, un passaggio di testimone tra Vitali e Guazzaloca, degno dei migliori stafettisti . Come opera dello stato non soggetta a concessione edilizia, occorre un parere di conformità urbanistica della Regione. L'appalto di dieci miliardi di lire è per un numero limitato di imprese, perché il progetto è "secretato". Nella documentazione delle commissioni urbanistiche, si parla solo di "recupero funzionale", senza ulteriori descrizioni sul'organizzazione della vita e la gestione del centro. Una settimana dopo, un centinaio di tute bianche decidono di incatenarsi dentro il cortile dell’ex Caserma Chiarini, violando per la prima volta il territorio soggetto a tutela militare. Per le elezioni regionali di aprile 2000, nel patto di governo di centro-sinistra, viene messa anche la costruzione di tre Cpt, a Bologna, Rimini e Modena, accordo firmato con riserva, e con molte critiche da parte del movimento”.

Cpt via Mattei  4 - 9 febbraio 2001, un gruppo di tute bianche entra nel cantiere di Via Mattei e si arrampica sulla gru attaccando striscioni e riprendendo con videocamere la situazione del lager al grezzo.
- 19 ottobre 2001, manifestazione del Bologna Social Forum contro l’apertura del CPT.
- 31 dicembre 2001, ancora un blitz con scale per scavalcare il muro di cinta e vedere l’avanzamento dei lavori in via Mattei: appaiano per la prima volta le “gabbie”.
- 25 gennaio 2002, azione di disobbedienza civile, con smontaggio della durata di quattro ore che rende inservibile la struttura, ritardandone l’apertura di quattro mesi.
- 15 febbraio 2002, manifestazione del Bologna Social Forum contro l’apertura del CPT.
- 2 marzo 2002, manifestazione nazionale a Bologna del movimento no global contro l’apertura del CPT (15 mila perone).
- 1 giugno 2002, manifestazione del movimento bolognese dal Tpo a via Mattei.
- 31 gennaio 2004, più di 5 mila persone in corteo a Bologna contro i CPT e la Legge Bossi Fini.
- 25 settembre 2004, più di 500 persone accerchiano il perimetro del Cpt in via Mattei.
- 14 aprile 2005, all’interno del CPT di Via Mattei parte uno sciopero della fame in seguito ad una retata da parte delle forze dell’ordine contro lavoratori rumeni che abitavano in baracche sul Lungoreno: nove di loro erano stati condotti in seguito al CPT.
- 23 aprile 2006, durante giornata internazionale dei migranti grande manifestazione contro la Legge Bossi Fini e i CPT.
- 3 marzo 2007, 7/8 mila compagni partecipano al corteo nazionale, promosso da un cartello di centri sociali, contro i CPT (sia che siano nella versione di centro-destra o in quella di centro-sinistra).

Queste sopno state le iniziative più significative, ma altre decine (dai presidi all’appoggio delle proteste interne) si sono succedute nel corso di questi anni.
Dalla sua apertura nel 2002, l’accesso allo stabile di via Mattei è stato negato a chiunque (salvo i parlamentari), eccetto forze di polizia e personale dell’ente-gestore, che attualmente è la Confraternita della Misericordia di Modena.
Da uno dei pochi rapporti disponibili, redatto nel 2004 da Medici Senza Frontiere, emerge che le forze dell’ordine hanno un atteggiamento intimidatorio nei confronti dei novantasette stranieri residenti e scarsa cognizione delle leggi sull'immigrazione.
Nel corso di questi anni sono state diverse anche le prese di posizione che chiedevano la chiusura del CPT di Via Mattei proposte dai sindacati Rdb-Cub, Cobas, Fiom e Cgil.
Per quanto riguarda, quello che è venuto avanti in città, a livello istituzionale ecco una breve cronistoria.

Atti votati e approvati

- Ordine del Giorno del Quartiere San Donato
n.8/2002 PGN 34453/2002 del 27 febbraio 2002
Votato all’unanimità
Esprime contrarietà all’apertura a Bologna, ed in altre città della Regione, del CPT per gli immigrati non in regola con il permesso di soggiorno.
Giudica inaccettabile la detenzione di persone che di fatto sono costrette a compiere un reato sanzionabile in via amministrativa
Preso atto delle dichiarazioni del Presidente RER Errani che ha esplicitamente detto che il Ministero degli Interni dovrebbe sospendere ogni iniziativa al proposito per aprire un confronto tra cittadini e istituzioni sul ruolo e le finalità dei CPT.
Chiede al Sindaco di Bologna di farsi interprete presso la RER e presso il Ministero dell’Interno dei dubbi del consiglio di quartiere, chiedendo la sospensione di ogni iniziativa che renda operativo il CPT di via Mattei.

- Ordine del Giorno del Quartiere San Vitale
n.64/2004 PGN 23336/2004 del 11 novembre 2004
Votato e approvato a maggioranza 12 voti favorevoli su 16 votanti
Esprime un giudizio fortemente negativo sulla Legge Bossi-Fini, dimostratasi incapace di rispondere alle necessità poste dalla presenza di cittadini stranieri in Italia e rappresenta un contesto estremamente negativo per le politiche di accoglienza e di incontro delle diverse culture e identità.
Esprime un giudizio fortemente negativo sulla struttura CPT, considerandoli contrari alle norme costituzionali.
Chiede il superamento del CPT di via Enrico Mattei, individuando soluzioni alternative che ne permettano la chiusura.
Propone di verificare con i cittadini come utilizzare le strutture dell’ex caserma Chiarini così da dotare l’area di strutture fruibili dall’intera comunità, in un’ ottica di supermanento del CPT.
Chiede agli assessorati del Comune di avviare, d’intesa con tutte le istituzioni interessate, l’istruttoria per individuare una serie di procedure atte a favorire la migliore integrazione dei cittadini extra comunitari.
Chiede che una delegazione dei consiglieri del Quartiere possa visitare la struttura per accertare il rispetto dei principi di eguaglianza sanciti dal dettato costituzionale

- Ordine del Giorno del Consiglio comunale
n.99/2006 PGN 87569/2006 del 26 aprile 2006
Votato per parti separate e approvato a maggioranza
OGGETTO: ordine del giorno per ribadire la necessità di arrivare al superamento dei cpt e per esprimere solidarietà agli uomini delle forze dell'ordine coinvolti e rimasti feriti nei disordini avvenuti ieri 25 aprile 2006, presentato dal consigliere Merighi e altri nella seduta del 26 aprile 2006 e votato nel corso della seduta stessa
Prima parte 22 voti favorevoli su 23 votanti
Invece, diversi ordini del giorno presentati in Consiglio Comunale da consiglieri dell’Altra Sinistra sono stati tutti respinti.

Di tutto questo il governo se ne è fatto un baffo!!!
Complimenti!

Valerio Monteventi