Poco prima dell'inizio della Conferenza Stampa dei ragazzi di MetrLab, all'ex mensa di via dello Scalo, si è fatto vedere il presidente dell'Azienda per il diritto allo studio di Bologna, proprietaria dei locali, Marco Capponi che non ha usato mezze parole contro l'occupazione: "La denuncia arrivera' in giornata. Non ho intenzione di aspettare, a sporgere denuncia contro i ragazzi del collettivo "Metrolab" che questa mattina verso le 7 hanno occupato gli spazi già Bestial Market. Si tratta di un'area già destinata e assegnata per la costruzione di alloggi per gli studenti, non è pensabile che rimangano occupati senza titolo per il weekend.
Mi vuoverò immediatamente ed entro la giornata si rivolgerò alle autorità
competenti per cercare di riottenere gli spazi di proprietà dell'Arstud".
Alla fretta dello zelante presidente Capponi, i ragazzi di MetroLab, durante la conferenza stampa, hanno presentato un loro comunicato di tutt'altro ritmo e tenore:
Bologna, 23 marzo 2007
Pochi giorni dopo l'inizio della primavera anche MetroLab inaugura una nuova stagione.
*2 marzo*: l'inizio
Alcune settimane fa un vecchio cinema in via Azzo Gardino divenne per
incanto uno spazio pubblico restituito alla città, il luogo di lancio di una
campagna "Rumori metropolitani" che parlava di bisogni, di cittadinanza, di
reddito, di accesso alla città.
In seguito quel cinema venne (ri)chiuso, mattoni e cemento come strumenti
del dialogo da parte del "governo" della città, e lì cala il sipario.
Era solo un trucco per aumentare la *suspense*…
*12 marzo*: la primavera s'avvicina
*Blitz* serale, sedie, microfoni e lo spirito MetroLab attraversa la SalaBorsa,
per una sera *agorà* metropolitano, i racconti della "città di sotto"
s'intrecciano con le rivendicazioni dei lavoratori della Sala Borsa e
diventano presa di parola collettiva: le istituzioni tacciono, stavolta
neanche un mattone…
*Oggi, 23 marzo*: una nuova stagione
Pausa di riflessione, necessaria per riprender fiato, e *MetroLab riparte*.
Questa mattina *liberando i* *locali dell'ex mensa *situata* tra Via Berti e
Via dello Scalo,* *torniamo a dar voce al precariato metropolitano*, a
raccontare i bisogni della città nascosta, a parlare di reddito come chiave
d'accesso alla città, *a partire dalla presentazione*, alle *ore 18,00 di
questo pomeriggio*, di una *proposta di legge regionale per l'istituzione
del reddito sociale*.
Continua inoltre la mappatura di un territorio che non è più lo stesso.
MetroLab ospitando luoghi diversi, dimessi da anni, non ne cambia la natura
ma il modo di "descriverli". Il cinema Embassy, la Sala Borsa, l'ex-mensa,
rappresentano le prime tappe di un viaggio che porterà alla costruzione di
una nuova mappa della città: perché è liberando nuovi spazi che occupiamo
porzioni d'immaginario collettivo, perché è (ri)partendo ogni volta dai
bisogni che inauguriamo la nostra primavera.
Bologna
Primavera '07
In una lettera aperta al sindaco e alla sua Giunta i ragazzi si sono presentati: "Come sicuramente avrete appreso dai giornali, siamo un gruppo di studenti medi e universitari, dottorandi, ricercatori, lavoratori precari ai vari livelli e migranti che, in quanto parte di quei soggetti che oggi a Bologna, come nel resto del Paese, non godono di piena cittadinanza, venerdì 3 marzo ha dato avvio a una campagna contro la precarietà dal nome "Rumori metropolitani", tentando di parlare di bisogni, di nuovo welfare locale, di reddito e di accesso alla città.
Parte integrante di tale campagna è stata la riapertura e la restituzione alla cittadinanza dello spazio pubblico da tempo dismesso dell'ex cinema Embassy, in via Azzo Gardino 61, che, nei pochi giorni concessici, abbiamo tentato di trasformare in un laboratorio metropolitano per il precariato sociale (MetroLab appunto).
Dal 3 marzo ad oggi dunque, MetroLab è stato sia uno spazio pubblico che un progetto, attraversati entrambi da centinaia di persone.
Cosa ancora più importante però, in questo piccolo lasso di tempo MetroLab ha saputo parlare e ha dato voce a un pezzo di città molto più ampio di quello a cui noi stessi apparteniamo e a cui in primo luogo volevamo rivolgerci, dimostrando che esiste a Bologna una grande domanda di partecipazione, socialità e sicurezza sociale tuttora irrisolta e che non trova risposte adeguate e/o sufficienti".