In un paese in cui si cerca di diffondere in tutti i modi il bisogno di "sicurezza"e in aziende che se ne occupano professionalmente, è paradossale (ma non tanto) che l'unica cosa insicura sia il posto di chi ci lavora.
Anche a Zola Predosa i lavoratori sono costretti a forme di lotta eclatanti ed estreme per cercare di difendere il loro "diritto alla vita".
A loro cui - come a tutte le persone che in giro per l'Italia si stanno mobilitando in forme analoghe - va la nostra totale solidarietà e sostegno, vorrei però anche parlare di un sogno che ho fatto.
In questo sogno sui tetti ci stanno gli imprenditori che speculano e giocano sulle vite di donne e uomini colpevoli solo di essere dipendenti.
In questo sogno i lavoratori e le lavoratrici che si vedono messi da parte, sono dentro i luoghi di lavoro e non fuori, occupandoli e (dove possibile) autogestendoli.
In questo sogno chi parla di "occupazione delle fabbriche a settembre", è conseguente e le organizza (se non ora quando?).
In questo sogno questa è la realtà.
La domanda è: sogno o son desto?
Terre Libere