Nelle querelle estive tra escort e dialetti, ci sono notizie che ci riportano alla cruda realtà che, proprio in questi mesi caldi, stanno subendo quelle migliaia di persone che non vedranno il colore del mare: i detenuti delle carceri italiane. Già durante questa primavera le loro voci si erano alzate qui a Bologna a superare le mura di cinta per denunciare le condizioni critiche in cui quasi tutti gli istituti penitenziari della penisola si trovano: sovraffollamento, mancanza di servizi, mancanza di personale (in particolare medici, psicologi e operatori sociali, coloro che dovrebbero fornire l'assistenza di base e offrire e seguire i detenuti nei percorsi di "re-inserimento") ; molti istituti inoltre si trovano in condizioni fatiscenti anche dal punto di vista strutturale e architettonico.
Quest'inverno, poi, la campagna nazionale contro il "fine pena: mai", con scioperi della fame alternati fra le varie carceri italiane protrattisi dal 1 Dicembre 2008 al 16 Marzo 2009.
Sotto queste condizioni già note da tempo, arriva una notizia di grande impatto che ovviamente è già smorzata dal fatto di essere stata resa pubblica il 4 di Agosto: lo Stato italiano ha perso un processo presso la Corte Europea per i Diritti Umani, in data 16 luglio; il detenuto Izet Sulejmanovic, di origini bosniache e in carcere per reati minori (9 mesi e 5 giorni la sua pena), aveva denunciato le pessime condizioni della sua permanenza nel carcere romano di Rebibbia: la condanna del 16 Luglio da parte della Corte Europea si riferisce in particolare all spazio disponibile per detenuto all'interno della cella, ritenuto insufficiente per poter garantire un soggiorno "umano".
La pena pecuniaria si attesta a mille euro: sanzione simbolica (3,6 euro per ogni giorno di dentenzione), ma che sancisce alcuni principi importanti in questi tempi di "caccia alle streghe": che i detenuti sono persone e come tali hanno anche loro dei diritti e soprattutto hanno il diritto ad essere trattati dignitosamente; se ce ne fosse ancora bisogno, la sentenza rimarca che la situazione delle carceri italiane è critica.