Anche quest'anno lo show non poteva mancare, i protagonisti, il palco e la
scenografia era già pronta da tempo. Come da copione è arrivato il
momento della provocazione governativa e la città semi deserta ha dovuto
scoprire tra le pagine della cronaca locale che l'Inpdap, l'istituto di
previdenza dei dipendenti pubblici, ha revocato, con una circolare di
pochi giorni fa, una sua precedente decisione "rendendo provvisorie le
pensioni definitive erogate dal 2006". Si tratta dell'erogazione ai
feriti della strage del 2 agosto del 1980 con invalidità pari o superiore
all'80%, della pensione pari all'ultimo stipendio percepito.
Alla provocazione risponde il signor Bolognesi presidente
dell'associazione parenti e familiari della vittime della strage,
definendo la circolare dell'Inpdap una beffa, l'ennesima umiliazione.
Per un occhio attento e per un intelligenza critica la circolare non è
fonte straordinaria di umiliazione e neanche assume le caratteristiche
della burla, ma rappresenta una delle misure con cui testare il termometro
della "verità" nella società italiana. Quel rendere da definitive a
provvisorie le pensioni è l'atto che segue a decenni di revisionismo
storico e ricollocazione di eventi e di sensi declinati secondo la
geometria delineata dal senator Violante.
Le verità sono definitive se hanno la forza per esserlo, mentre sono
provvisorie quando le controparti hanno la forza, le necessità e la
volontà per rinegoziarle. Cosa si aspettava nel 2009 il signor Bolognesi
che si è sempre prestato a legittimare quella prospettiva di lettura
storica, in vero decisamente democratica, che fa degli anni trascorsi un
magma di violenza dove il rosso non si distingue più dal nero? Perchè
parlare di una beffa oggi quando è da anni che in Italia si è aperta e
ormai consolidata la parificazione delle figure storico-politiche del
partigiano e del repubblichino? Come è possibile sentirsi umiliati oggi
quando da tempo c'è una commissione politicissima, la cosi' detta
commissione mitrokhin, che nelle sale del palazzo tenta di riscrivere la
storia sulla pelle di tutti? E non è forse umiliante e fonte di radicale
indignazione che lassù nel palazzo a costruire certe verità ci siano i
pianificatori della struttura paramilitare stay-behind insieme ai loro
soci, gli architetti smemorati del compromesso storico?
In Italia c'è chi la verità l'aveva e l'ha chiara in mente e nel cuore
dal minuto successivo all'esplosione della bomba alla stazione di
Bologna, ce l'ha intorno ai rottami dell'Italicus, in Piazza Fontana e
via stragi e tentati golpi enumerando.
E' la verità antagonista e definitiva costruita in anni di lotte e
conflitto sociale e che non si interessa delle sentenze dei tribunali se
non per comprendere con quali tattiche il potere vuole riscrivere la
storia e sciogliere le memorie. Se ne facciano una ragione i detektiv del
dipartimento mitrokhin, i teorici degli opposti estremismi e gli
interessati complottisti (come il mai stanco a parlare senatore a vita
Francesco Kossiga) che la verità dei movimenti antagonisti è viva nelle
lotte e nelle battaglie sociali e senza retorica dice "sappiamo chi è
stato!" La verità delle piazze non è mai provvisoria e per queste ragioni
non ha bisogno di commemorare o contestare la celebrazione del 2 agosto
nel 2009. La verità antagonista questa volta vi lascia il palcoscenico,
vi lascia giocare con i corpi dei feriti e degli uccisi dalla bomba con
le vostre sentenze, indagini, interviste e roboanti orazioni.
La memoria come sempre è altrove e mai provvisoria...
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