Sabato 11 luglio'09 alle 18 da porta Santa Croce

Reggio Emilia, In-security day

Prosegue la campagna "Io non ho paura" contro l'ordinanza che limita il diritto a manifestare nel centro della città.
10 luglio 2009

LA LIBERTA´ FINISCE QUANDO INIZIA LA PAURA

Il movimento IO NON HO PAURA, promotore della campagna che dallo scorso 18
aprile si batte contro l´ordinanza limitativa del diritto di
manifestazione nel centro storico di Reggio Emilia, ritiene doveroso e
importante riconfermare la manifestazione cittadina dell´11 luglio.
Pensiamo che l´ ulteriore proroga della sospensione dell´ordinanza dal
30 giugno al 30 settembre non sia motivo sufficiente per mandare
l´iniziativa politica in vacanza. E´ chiaro che se sindaco, prefetto e
questore hanno scelto di rimandare la scelta all´autunno, sia frutto
delle pressioni dei movimenti e della campagna Io Non Ho Paura lanciata da
diverse soggettività organizzate del territorio. Rimandata l´ordinanza a
settembre verrebbe da dire, anzi più precisamente al 3 ottobre, il primo
sabato utile dopo la tregua. Giorno in cui non avremo paura di infrangere
il divieto e dimostrare tutta la debolezza di misure che di sicurezza ne
creano ben poca.

Vogliamo manifestare ancora una volta la netta contrarietà al pacchetto
sicurezza Maroni ed al clima politico che fin nella nostra città provoca
l´adozione di stupide ed ingiuste ordinanze liberticide per tutti e
tutte. A Reggio Emilia, dopo le ordinanze anti-immigrazione, le retate ai
campetti sportivi e ai luoghi di ritrovo abituali dei cittadini migranti,
l´ordinanza che impone la chiusura dei kebab dalle 22, i provvedimenti
contro l´alcol e l´aggregazione nel centro storico, il Prefetto, di
concerto con il sindaco Delrio, ha alzato il tiro, facendo propria una
direttiva del ministro dell´interno Maroni, vietando le principali vie e
piazze del centro storico alle manifestazioni politiche per tutto il
weekend. Stessa linea che il rieletto Delrio "sceriffo a norma di
legge" accentua, dichiarando che il suo nuovo mandato calcherà in
maniera decisa il leit motive securitario. Tendenza inaugurata con la nuova
ordinanza contro ambulanti abusivi e mendicanti. Arrendetevi illusi: legge
contro i poveri non contro la mafia, norme contro chi sopravvive non contro
chi specula, agevolazioni per le boutique e ordinanze contro chi vuole
vivere il centro storico come bene comune gratuito...

D´altronde il teatrino politico-economico visto con l´assemblea
generale di Confindustria dello scorso 22 giugno al teatro Valli rende bene
l´idea di quale sicurezza si parli: soldi pubblici a banche e industriali
e briciole per gli espulsi dal mercato del lavoro. Una sala gremita di
grandi e medi imprenditori locali, alla presenza della presidente
Marcegaglia, del segretario Cisl Bonanni e di quasi tutto il mondo politico
reggiano, ha richiesto a gran voce l´impegno della politica per
rilanciare l´economia in crisi. E, ovviamente, la politica risponde in
modo affermativo, chinando la testa agli industriali, promettendo mari e
monti e facendo ben capire a chi andrà l´occhio di riguardo per i
prossimi cinque anni di amministrazione locale. In questo senso possiamo
scorgere una nuova funzione prospettica del divieto a manifestare: se la
crisi accentuerà ancora i disagi (soprattutto nei portafogli) delle
persone, esse tenderanno a ribellarsi, per cui serve necessariamente un
argine contro eventuali insorgenze. La piazza in questo momento è
territorio pericoloso, è zona rossa.

Ritenendo la grave situazione economica-sociale- politica reggiana figlia
di meccanismi globali che travalicano i confini provinciali, vogliamo dare
alla mobilitazione dell´11 luglio ampio respiro guardando a quello che in
quella settimana succederà nel travagliato territorio della città
dell´Aquila. Contestiamo la scelta ignobile di questo governo di voler
svolgere in quel territorio il G8, ovvero il vertice dei governi che questa
crisi hanno generato. Aderiamo all´appello dell´assemblea riunita
all´Aquila il 21 giugno per una mobilitazione contro il G8 diffusa nelle
varie città italiane. Appoggiamo chi, nei territori colpiti dal sisma, si
vive oggi la lotta contro la crisi come il sacrosanto diritto di
auto-organizzarsi nei campi e decidere come, dove, quando ricostruire la
propria città.