lle accuse di intralciare i lavori sulla rete informatica regionale causando pesanti spese all'Ateneo, lanciate dalla prorettrice Monari attraverso una lettera pubblica sul sito dell'Università, gli studenti di Bartleby rispondono, carte alla mano, dimostrando come i lavori fossero già iniziati e misteriosamente interrotti all'improvviso, nonostante la piena disponibilità degli occupanti a farli terminare al più presto, sospendendo persino le iniziative pubbliche nello spazio. L'interruzione dei lavori è solo una scusa per sgomberarci, affermano gli occupanti, e mostrano le foto con gli operai al lavoro all'interno del cortile dello spazio e i fax spediti all'ufficio del Rettorato al fine di ribadire la volontà di favorire i lavori. Quello della Monari è quindi solo un tentativo di risolvere per via amministrativa un problema che è politico, proseguono i ragazzi, che denunciano anche i tentativi di intimidazione attraverso ipotesi di sanzioni disciplinari recapitate a casa di alcuni attivisti. Nei confronti di chi collettivamente porta avanti percorsi di autoformazione e produzione culturale e artistica in università, affermano gli studenti, si risponde mettendo a repentaglio la carriera universitaria di singoli, e sottoponendoli a processo. In risposta un appello pubblico rivolto a docenti e ricercatori verrà diffuso nei prossimi giorni per dimostrare non solo il sostegno che il progetto Bartleby ha costruito in questi mesi all'interno dell'università ma anche la per denunciare la gravità dell'ipotesi di sanzioni disciplinari, fatto mai verificatosi nella storia dell'Ateneo di Bologna.
Intanto le iniziative proseguono, giovedì 25 nei giardini di via Filippo Re si terrà la Garden Art, notte della libera espressione metropolitana, con musica, performance, esposizioni.
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