"In corso Buenos Aires non si vedeva nè l'inizio nè la fine"

Da che parte stare / In 20.000 a Milano [report+audio]

Oggi da Milano parte un forte segnale: non è più tempo di aspettare, non servono più equilibri o tatticismi: così come ieri il legame tra permesso di soggiorno e lavoro istituito dalla Bossi-Fini funzionava da meccanismo di precarizzazione di tutto il lavoro, oggi l'azione congiunta del pacchetto sicurezza e il pieno funzionamento della liberticida legge sull'immigrazione rappresenta il dispositivo attraverso il quale i governanti vorrebbero governare la crisi. Scegliere la parte dei migranti ha quindi valore generale anche quando si presentano come soggetto politico autonomo all'interno delle lotte per cambiare la società italiana in tempi di crisi.
23 maggio 2009 - Ramon & Gato Rojo

> Ascolta l'intervista a Giorgio del Coordinamento migranti di Bologna

Fonte: Repubblica Milano

Foto tratta da Repubblica.it

 

Report manifestazione nazionale "Da che parte stare", Milano 23 Maggio

La risposta dei migranti alla crisi e al razzismo, istituzionale e non, è stata gridata quest'oggi per le strade di Milano. In 20.000 hanno rivendicato diritti e dignità. Apriva uno striscione recante la scritta "Da che parte stare", nome dell'organizzazione e della campagna che i vari coordinamenti migranti territoriali hanno promosso tramite un lungo ciclo di assemblee autonome. Subito avanti i "Latin Kings"milanesi con lo striscione "Sono arrivati gli stranieri", riconoscibili dalla loro tipica bandana gialla. Appena dietro tutti i vari coordinamenti territoriali, veri artefici della giornata di oggi. Anche l'Onda presente in piazza. Già stamattina gli studenti si erano resi protagonisti di un'azione comunicativa rivolta alle future matricole della Statale di Milano. Alla manifestazione hanno portato con loro lo striscione già aperto all'Open day: "Per un'università libera, ribelle, multiculturale e antirazzista Ale e Domenico liberi!". Già da piazzale Duca d'Aosta l'Onda parlava e informava di questo atto repressivo di cui è stata bersaglio dopo la rivolta di Torino. Ma il corteo, com'era normale aspettarsi, è stato caratterizzato dalla presenza massiccia di migranti accorsi da ogni parte d'Italia e in particolare dal capoluogo lombardo, Bologna, Torino e Brescia. Come già mostravano le numerose adesioni arrivate nei giorni scorsi, nutrita è stata la partecipazione di tutti quegli altri soggetti solidali e sensibili con la causa dei migranti, in primis i centri sociali milanesi. In coda i partiti.

Si era già in migliaia al passaggio in via Vitruvio. Si scandivano slogan contro i rimpatri, i moderni lager che sono i Cie, le odiose misure contenute nel Decreto Maroni sulla sicurezza e, più in generale, contro la deriva xenofoba che vien mandata in onda a reti unificate in questo paese. In altre parole, il soggetto migrante ha oggi alzato la testa e preso, in maniera ferma, la parola contro una situazione che lo vuole causa di tutti i mali e capro espiatorio degli stessi. E contro la crisi ha alzato la voce, denunciando ripetutamente la sua condizione: produttore di ricchezza quando tutto va bene e primo ad essere scaricato senza nessun ammortizzatore quando le cose vanno male. Come si sa, la perdita del lavoro è per loro particolarmente dolorosa perchè proprio dall'avere un lavoro o meno, in base a quanto prescrive la Bossi-Fini, dipendono le loro possibilità di autodeterminare i propri destini. E allora l'altro messaggio che si è voluto lanciare sta nell'esprimere la convinzione che questo paese appartiene a loro tanto quanto a chi c'è nato o vi viva da sempre. Per tutti questi motivi c'era bisogno di dire e ribadire da che parte stare.

Qualche altra nota sulla composizione del corteo: era presente il neonato comitato d'appoggio ai rifugiati politici di Milano e in generale rifugiati e richiedenti asilo erano già stati attivi protagonisti della costruzione del percorso che ha portato a questo 23 Maggio. C'era infatti pure il Comitato di solidarietà con profughi e migranti di Torino, autore delle occupazioni di via Bologna e corso Peschiera nel capoluogo piemontese. Sfilavano pure gli amici di Abba, il diciannovenne del Burkina Faso assassinato da un commerciante perchè derubato di una merendina. Il corteo, dopo più di due ore, è poi terminato in Piazza del Duomo. Gli organizzatori, dai camion, informavano che oggi si era in 20.000.