Paura del contatto, di essere ammorbati. Dalla pazzia, dalla povertà, dalla malattia. In altre parole, paura del dissenso e quindi dell’emarginazione. Atteggiamento oggi purtroppo molto diffuso, quando incombe lo spettro dell’Aids. Teatri di Vita ospitano un altro spettacolo che affronta questo tema, come già è accaduto nella stagione precedente con la compagnia Aids Positive Underground Theatre. Questa volta in scena dal 15 al 18 marzo è la Side by Side Company, con Essere Là, anche loro inglesi. Questo lavoro non si concentra però sulla parola, ma sul movimento e sulla danza, secondo un percorso artistico di ricerca dell’espressività corporea che viene autodefinito dagli autori physical theatre, secondo una calzante definizione inglese di ciò che sta tra teatro e danza. Il coreografo David Bingham non rinuncia a una struttura drammaturgica, dove gli interpreti propongono il ritratto di una relazione in sviluppo, dopo la scoperta della sieropositività di uno dei partner di una coppia omosessuale. Con conseguente crisi e sconvolgimento del rapporto, che lentamente si ricompatta per rilanciare la sfida con la vita. Parlando di questo lavoro non si può prescindere dal dato sociale. Lo spettacolo è stato commissionato dallo Sheffield Centre for the Prevention of Hiv and Aids. Questo perché in Inghilterra sensibilizzazione e prevenzione non sono esclusivo appannaggio del mondo sanitario, ma si estendono anche in ambito culturale. "Questo lavoro - dice il coreografo - nasce dalla mia crescente consapevolezza che il virus Hiv non significa soltanto condizione medica o obbligo al sesso sicuro. Piuttosto Hiv deve significare reazione a questo, una reazione di tutte le persone coinvolte, che siano amici o amanti". Si tratta, quindi, di uno spettacolo “forte” che vuole trasmettere un messaggio di fiducia nei rapporti umani, in opposizione alla medicalizzazione dei pazienti.