> dal blog di Mazzetta
Oggi l'influenza suina è sparita dalle prime pagine dei giornali e dai telegiornali, così come dalle home page di tutti i siti d'informazione nel mondo.
Fino a ieri sera era una minaccia da farci un intero Porta a Porta.
Vespa è arrivato fuori tempo massimo, ma non poteva certo buttare tutto il materiale raccolto e far saltare la puntata programmata. Così mentre nel mondo l'allarme è letteralmente sparito dai media, RAI Uno è rimasta sola a mostrare militari mobilitati e a propagare un allarme che ormai si è dimostrato infondato, con il bel risultato di spaventare tranvieri, vigili e tassinari romani che hanno chiesto a gran voce le mascherine protettive al comune, che ha risposto picche dicendo che non servono.
Per chi se la fosse persa, l'influenza suina è risultata essere una banale influenza, purtroppo la ritirata di quanti hanno fatto allarmismo in funzione dell'audience avviene in queste ore in silenzio e nessuno si è proccupato di avvertire la popolazione. Resta la solita figura suina dell'infotainment, alla quale non si è sottratto nemmeno il servizio pubblico rappresentato dalla RAI
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Spettacolo mediale ad uso e consumo della politica e delle case farmaceutiche. A una settimana circa dalla notizia bomba del virus H1N1, questa è l'ipotesi più accreditata tra analisti e giornalisti che si occupano dell'argomento. E intanto spuntano i nomi dei "grandi vecchi" che sul panico accrescono il loro patrimonio. Primo fra tutti Donald Rumsfeld, segretario della difesa durante la reggenza di George Bush Jr. ed ex-direttore e ex-presidente del consiglio d'amministrazione della Gilead (la casa produttrice del vaccino), di cui è tutt'ora azionista. Storia di un allarme fasullo e di lacchè giornalistici.
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