Giovedì 2 aprile'09, Facoltà di Lettere e Filosofia

Rovesciare la crisi: seminario nazionale a Bologna

L'Onda si da appuntamento a Bologna per un seminario e tavola rotonda nazionale dedicato alla crisi e alle ipotesi di lavoro sui temi di un nuovo welfare e del reddito.
30 marzo 2009 - Uniriot.org

(Da Uniriot.org)

ROVESCIARE LA CRISI!

Seminario e tavola rotonda nazionale su crisi, nuovo welfare e reddito

Bologna, 2 Aprile 2009, Facoltà di Lettere e Filosofia, via Zamboni 38

Programma della giornata:

> Ore 9,30 Inizio della sessione seminariale

CRISI GLOBALE - Federico Chicchi, Università di Bologna

IPOTESI DI NUOVO WELFARE - Andrea Fumagalli, Università di Pavia

CRISI E MOVIMENTI - Benedetto Vecchi, giornalista de Il Manifesto

A seguire discussione

> Ore 13 Pausa

> Ore 14 Inizio tavola rotonda

 


A vari mesi di distanza dalle prime mobilitazioni contro le leggi Gelmini-Tremonti pensiamo che per l'Onda si apra una nuova fase di produzione di conflitto.Questo movimento esprime tratti di assoluta innovazione nella sua capacità di superare schemi datati della politica e rigidità identitarie, costruendo forme di intervento e di organizzazione a partire da pratiche costituenti. L'Onda è riuscita infatti a sedimentare nel tempo e moltiplicare ovunque concreti percorsi di autonomia e momenti di lotta, mettendo in crisi l'istituzione accademica attraverso i blocchi delle cerimonie inaugurali e le contestazioni alle visite ufficiali, progettando e praticando quotidianamente l'autoriforma dell'università.

La tensione conflittuale che continua evidentemente ad attraversare gli atenei di tutto il paese non lascia spazio ad alcuna ipotesi di "riflusso" (peraltro calcolato su ottusi parametri quantitativi); l'Onda ha avuto la forza di produrre una propria temporalità ed i ritmi che la scandiscono, nuove forme di soggettivazione e pratica politica conflittuale nella dimensione studentesca, e tende ad esprimere sempre di più la sua consistenza di istituzione autonoma.


Un altro elemento innovativo consiste nella prospettiva politica, ampia e mirata, che questo movimento ha saputo assumere fin dall'inizio, rigettando ogni chiusura studentista, ponendo invece immediatamente in relazione l'attacco alla formazione pubblica con la complessità di un'organizzazione del lavoro e del welfare in crisi strutturale, rivendicando nello stesso tempo la costruzione di un'altra università possibile e l'accesso ai servizi, alla mobilità, alla casa e all'offerta culturale, la riappropriazione di ricchezza sociale.

Nel pieno deflagrare di questa crisi, che il nostro sistema di welfare non è assolutamente in grado di riassorbire o almeno contenere, davanti alle risposte autoritarie di un governo che attacca in forma insostenibile il diritto di sciopero e, attraverso il pacchetto sicurezza, i più elementari diritti di cittadinanza, la sinistra partitica appare definitivamente subalterna, alcuni sindacati si accordano con il governo e altri stentano a comprendere la centralità dei temi che il movimento ha sollevato.

L'Onda risulta quindi essere l'unica reale forza di opposizione alla socializzazione delle perdite, l'unico soggetto politico in grado di produrre discorso e iniziativa sui temi di un nuovo welfare, valorizzando la parzialità della propria composizione ma assumendo l'urgenza di comunicare e connettersi nella forma più ampia possibile con altri soggetti sociali e figure del lavoro.

Da Bologna proponiamo una giornata di discussione articolata in due momenti: la mattina una sessione seminariale con al centro il tema della crisi economica, il pomeriggio un momento assembleare a partire da tutti quei percorsi di resistenza che nella (e contro la) crisi si stanno dispiegando sui territori. Una giornata di approfondimento quindi, resa possibile dalla straordinaria capacità, che l'Onda ha mostrato in questi mesi, di saper tradurre i documenti politici dell'assemblea romana in reali esperimenti di autoriforma.

Rovesciare la crisi! È stato da subito il programma politico che il movimento si è dato, l' emersione dell'Onda infatti non può essere letta che come un processo di composizione della forza collocata nell'intreccio di una doppia crisi: il fallimento del processo di Bologna da un lato e la crisi economica come crisi strutturale e di sistema dall'altro.

Che cos'è il processo di autoriforma se non una pratica costituente che ridefinisce direttamente le modalità della ricerca e della produzione di saperi nell'università, se non un dispositivo di attacco che mira alla riqualificazione dei processi formativi. Che cos'è lo slogan noi la crisi non la paghiamo se non un campo di tensione in grado di opporsi al complessivo declassamento delle condizioni di vita della composizione del lavoro contemporanea, immaginando nuove forme di welfare e praticando la riappropriazione di sapere, reddito e servizi.

La politica dei tagli messa in atto dal governo non è altro che il tentativo di scaricare i costi della crisi sulle figure produttive. La socializzazione delle perdite si traduce, in ambito universitario, nel probabile aumento delle tasse, nell' espansione della forma- debito, nella ulteriore dequalificazione dei processi formativi e nella svalutazione dei percorsi di ricerca.

In questo scenario rovesciare i termini della crisi, combattere la dequalificazione e il declassamento significa rafforzare i percorsi di autoformazione già avviati, affermare la potenza innovativa e costituente dell'autoriforma, aprendo un campo di battaglia sull'accesso diretto ai finanziamenti e sul salario di ricerca. La disarticolazione dei dispositivi di gerarchizzazione della forza lavoro cognitiva e la radicale messa in discussione della verticalità delle relazioni di potere non possono mai essere disgiunte dalla rottura dei meccanismi di ricattabilità economica. Autonomia e indipendenza di progetto, di scelta e di organizzazione necessitano di fondi e risorse che ne garantiscano la possibilità di espressione.

In questo orizzonte la battaglia sull'accesso ai servizi assume un ruolo decisivo. Ripensare il diritto allo studio nell'epoca dell'inclusione differenziale è la sfida che il movimento ha accolto e deve portare avanti. Nella definizione di questo ambito di intervento politico diventano centrali la qualità dei servizi e il rapporto tra fruitore ed erogatore. Non si può più pensare l'istituzione in generale e soprattutto quelle del welfare come erogazione di servizio-stato per il cittadino-utente regolata da logiche di mercato o peggio stataliste. Bisogna provare a costruire forme nuove di welfare che siano direttamente legate alla reale qualità delle forme di vita, alle istanze di liberazione, al desiderio di autodeterminazione. Diritto alla mobilità, diritto alla casa, accesso ai saperi e all'offerta culturale metropolitana, divengono allora terreno privilegiato di conflitto e riappropriazione.

Una battaglia contro il declassamento delle figure produttive è una battaglia contro lo sfruttamento della forza-lavoro all'università. L'organizzazione produttiva negli atenei è caratterizzata da forme di lavoro non retribuito o in nero. L'accesso alle borse di studio è spesso condizionato dall'erogazione gratuita di lavoro per le istituzioni accademiche; stage e tirocini, spacciati come attività formative, sono invece forme di sfruttamento gratuito di manodopera qualificata; ricercatori e assegnisti svolgono spesso mansioni non riconosciute dai loro contratti di assunzione. L'apertura di una vertenza per la retribuzione di stage e tirocini, per l'erogazione delle borse di studio sganciata dal lavoro, l'organizzazione di uno sciopero del lavoro nero nell'università diventano strumenti di lotta fondamentali per un segmento importante del precariato.

E' esattamente all'incrocio tra lotte su accesso e qualità dei servizi, potenziamento e riconoscimento monetario dei percorsi di autoriforma, conflitto contro le forme di sfruttamento che si esprime in forma determinata la battaglia sul reddito a partire dai luoghi della formazione.

Al contempo pensiamo che sia giunto il momento di aprire una campagna generalizzata per un nuovo welfare dentro e contro la crisi: una campagna in grado di generalizzare ben oltre i confini labili del mondo della formazione un campo di battaglia attorno alla riappropriazine di quote di reddito e all' accesso gratuito a beni e servizi.

Dentro questa tensione dobbiamo capire insieme come articolare attorno al nodo del reddito dei campi di forza metropolitani e nazionali, cercare compagni di viaggio, costruire un' agenda di lotta.

Onda Anomala Bologna

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