Processo Aldrovandi, si è tenuta il 16 Marzo la ventiseiesima udienza

Aldro, medical-fiction al termine dell'istruttoria

E' scontro tra medici: la perizia di parte civile individua la causa della morte nell'ematoma procurato ad Aldro dalle percosse degli agenti mentre la difesa parla di 'excite delirium syndrome'. Federico, per il cardiologo sentito dagli avvocati difensori sarebbe allora morto comunque. Ma questa spiegazione desta più di un sospetto.
18 marzo 2009 - R.

La foto di un cuore spezzato. Su questa immagine si è acceso il dibattito della ventiseiesima udienza della fase istruttoria del processo Aldrovandi. L’esperto di fama mondiale Gaethano Thiene non ha dubbi e ribadisce gli esiti della perizia già presentata a Novembre: Aldrovandi morì per asistolia da ematoma causato da forte pressione sul torace, ovvero dai traumi procuratigli dai poliziotti.

Cosa risponde la difesa? Per bocca del cardiologo bolognese Rapezzi, continua a dire che si tratterebbe di “morte improvvisa da aritmie ipercinetiche nel corso di excite delirium. La causa del decesso clinico sarebbe, in altre parole, la mancanza di ossigeno dovuta alla “forte eccitazione personale amplificata dalle droghe”. Secondo la difesa, insomma, l’ematoma non è la causa del decesso ed è dubbio il fatto stesso che si tratti di un’ematoma. Si tratterebbe di “un deposito di emoglobina post-mortem”.

E’ chiaro come questa discussione rappresenti un passaggio di importanza capitale per prefigurare colpe e respon sabilità dei poliziotti che il 25 Settembre 2005 controllarono Federico Aldrovandi. Per questo motivo, proprio qu ando la requisitoria si avvicina, lo scontro tra medici si acuisce.  

Thiene controbatte l’ipotesi della difesa e fa notare come non ci sia alcuna traccia della tempesta di adrenalina che avrebbe spezzato il cuore di Aldro. I poliziotti, nelle loro deposizioni, avevano parlato di un giovane esagitato. Solo che non ci sono tracce fisiologiche, l’unica cosa di cui si è certi è che Federico si sentiva soffocare, e chiedeva aiuto, una volta ammanettato a terra e dopo che gli avevano spezzato due manganelli addosso.

Secondo la ricostruzione clinica fatta da Rapezzi il ragazzo sarebbe morto anche se non fosse stato oggetto di percosse. Ma, per avvalorare questa tesi, il cardiologo non si basa solo su dati scientifici e richiama il contesto. Un esempio di medical-fiction in cui le testimonianze dei poliziotti si incastrano alla perfezione con la ricostruzione del caso clinico. Gli agenti avevano parlato di un toro incontenibile, adesso il dottore parla di un toro incontenibile perché in preda a ‘excite syndrome delirium’.

 Ma gli altri testimoni parlano di fatti diversi: il giovane ragazzo, per niente incontenibile, sarebbe andato a terra subito a causa di calci, pugni e manganellate.

In aula s’infiltra un sospetto: non sarà che questa ‘excite syndrome delirium’ è un palliativo per spiegare le centinaia di morti all’interno delle istituzioni totali – carceri, caserme e strutture psichiatriche? D’altra parte, come fa notare sempre Thiene, la più importante associazione medica statunitense non annovera tra le cause di morte l’‘excite delirium’.

In questa fase della requisitoria c’è, quindi, scontro anche sugli effetti della chetamina rinvenuta dalle analisi: la difesa ne amplifica il ruolo ma l’autopsia ha stabilito che si tratta di quantità minime. I consulenti di parte civile affermano, poi, che la sostanza in questione, per la quantità riscontrata, non solo non avrebbe prodotto comportamenti aggressivi ma non avrebbe nemmeno determinato un arresto cardiaco spontaneo.

Picchiato in maniera tale da procurargli un ematoma al cuore, buttato e tenuto forzatamente a terra quando gli mancava l’ossigeno. Tutto quello che la polizia non dovrebbe fare, stando ad una nota riservata di un ispettore di polizia sul comportamento che le forze dell’ordine dovrebbero osservare, sembra esser stato fatto. Di questa nota è stata disposta la citazione negli atti. Altre carte, poi, sono in arrivo. Sono quelle del processo Rasman di Trieste, un altro ragazzo ucciso dalla polizia.

> Leggi anche il resoconto di Checchino Antonini

> Vai alla feature sul processo Aldrovandi