Coop Adriatica licenzia

Coop: Modello emiliano, razzismo padano [audio]

Babacar Ndiaye è un lavoratore migrante da diverso tempo in Italia, da quattro anni lavorava per Coop adriatica, prima come magazziniere e poi, a causa di problemi di salute, alle casse. Ma forse alla Coop quel lavoratore migrante così attivo nel difendere i diritti suoi e degli altri lavoratori non andava a genio, così con una motivazione che suona come un pretesto Babacar è stato licenziato. "La coop non ha mai perso una causa" gli hanno detto, ma lui, anche senza l'appoggio della Cgil che lo ha lasciato solo, non ha intenzione di subire questa decisione e vuole mobilitarsi, sia dal punto di vista legale che pubblico. Ascolta l'intervista rilasciata da Babacar a zic.it.
26 dicembre 2008

> Ascolta l'intervista a Babacar

Di seguito pubblichiamo la lettera scritta, a seguito di questa vicenda, dal coordinamento migranti alla direzione di Coop Adriatica

Lettera aperta alla direzione della Coop Adriatica

Sono bastate poche parole per licenziare Babacar Ndiaye, poche parole dopo più di quattro anni di lavoro in Coop Adriatica, prima come magazziniere, poi come cassiere. Poche parole sono bastate per dichiarare che tre ritardi – sempre annunciati, sempre dovuti a circostanze eccezionali – sono sufficienti a chiudere le porte in faccia a un lavoratore. A chiudergli le porte in faccia in un periodo di crisi nera, quando trovare un altro lavoro per arrivare non solo alla fine del mese, ma a domani, è ormai impossibile.
Bastano poche parole per dire che tre ritardi sono un pretesto per togliersi di torno una fastidiosa faccia nera – la cassa, si sa, non è il magazzino! E i dirigenti della Coop Adriatica forse considerano una faccia nera come qualcosa che non piace ai consumatori, in tempi di nera crisi. Poche parole bastano a dire che tre ritardi sono una scusa per levarsi dai piedi un lavoratore che non è mai stato disposto ad accettare di essere preso in giro, un lavoratore che non si è fatto mettere a tacere dalla maschera politicamente corretta della Coop e che ha spesso fatto sentire la propria voce.
Alla direzione della Coop Adriatica, in poche parole, noi diciamo che questo non ci piace affatto. Non ci piace affatto, e per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Babacar Ndiaye, oggi impegnato in una battaglia legale contro la Coop, determinato a demolire il mito per cui “la Coop non perde mai una causa”. Non ci piace affatto, e per questo con Babacar siamo determinati a denunciare quello che non può rimanere in silenzio. La Coop non può nascondere dietro a tre ritardi un gesto apertamente razzista. A gennaio, di fronte alla sede della Coop Adriatica, di fronte ai negozi, sugli organi di stampa, noi useremo tutte le parole necessarie per denunciare la violenza spietata di un padrone che si chiama cooperativa.

Coordinamento Migranti Bologna e Provincia

info su www.coordinamentomigranti.splinder.com

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